giovedì 12 aprile 2018

Fondi pensione. Quali opportunità?


Fondi pensione. Quali opportunità
Le adesioni ai fondi pensione continuano ad aumentare. Nei nove mesi del 2016, stando ai dati Covip, gli iscritti sono saliti del 5,3% a quota 7,6 milioni. Una buona notizia per i gestori previdenziali che continuano a vedere crescere le proprie masse, salite a 146,4 miliadi di euro (in base agli ultimi dati aggiornati a fine settembre 2016), con un aumento del 4,5% da fine 2015, anche se restano comunque bassi rispetto al Pil (10%). La strada è infatti ancora lunga per arrivare a una completa copertura dei lavoratori italiani, che sono circa 22 milioni. E soprattutto c’è ancora molto lavoro da fare per diffondere una maggiore cultura finanziaria nel Paese, come emerge dal primo censimento condotto da Banca d’Italia, Consob, Covip, Ivass, Feduf e Museo del Risparmio sulle iniziative di educazione finanziaria svolte nel triennio 2012-14.
E la situazione appare allarmante in tema previdenziale perché la stampella pubblica, che per anni ha garantito pensioni legate al generoso sistema retributivo, oggi è venuta meno. Non sorprende dunque che il citato censimento delle quattro Autorithy rileva che «pur percependo la necessità di dover integrare la pensione pubblica, gli italiani ricorrono poco alla previdenza complementare poiché ne ignorano anche gli aspetti di funzionamento basilari, per esempio i benefici fiscali riconosciuti». Tra questi c’è l’esenzione dall’imposta di successione. (nel caso di decesso dell’iscritto prima della pensione i capitali accumulati vanno agli eredi o ad altre persone designate da quest’ultimo senza applicazione delle imposte di successione).
A riprova ci sono i rendimenti. In generale i fondi pensione hanno dato buona prova di sè su questo fronte negli ultimi anni. E anche il 2016, un anno certamente non banale dal punto di vista finanziario, non ha fatto eccezione.
In base alla rilevazione effettuata da MF-Milano Finanza, che ha raccolto un’anticipazione dei risultati della gestione dei fondi pensione negoziali operativi in Italia (un campione che copre oltre l’80% del mercato), nel 2016 il rendimento medio si è attestato al 2,6% netto a fronte della rivalutazione dell’1,49% netto del Tfr in azienda. A confronto i fondi comuni italiani hanno segnato nel 2016 un rendimento dell’1,75% (Indice generale Fideuram). Peraltro, gli stessi gestori dei fondi comuni gestiscono anche i mandati dei fondi negoziali.
Il comparto Dinamico di Cooperlavoro (il fondo pensione dei lavoratori delle cooperative), il migliore con una performance del 6,13% (confermando il rendimento medio annuo composto del quinquennio 2011-2015 pari al 6,47%), è gestito da Pioneer Sgr. Seguono in classifica le linee Crescita ed Equilibrio (gestite da Pioneer ed Edmond De Rothschild Asset Management), entrambe di Fondaereo (il fondo dei pioti e assistenti di volo), che hanno fatto, rispettivamente, il 6,12% e il 5,54%. Come emerge dalla tabella qui sopra, una decina di linee hanno registrato nel 2016 rendimenti oltre il 5%. Quanto ai fondi pensione aperti, il rendimento medio 2016 degli oltre 250 comparti sul mercato è stato dell’1,76%, con picchi di oltre il 6% (vedere tabella che segue a fine paragrafo), come il caso di Azimut Previdenza Comparto Crescita che nei 12 mesi ha reso il 7,68%. Per i Pip, i piani individuali pensionistici, non è ancora possibile effettuare il bilancio del periodo perché i rendimenti delle gestioni separate non sono disponibili in corso d’anno mentre quelli delle unit linked di ramo III si sono attestati al -0,1% nei nove mesi del 2016.intermediachannel.it

LA bufala
Ma i fondi pensione garantiscono un reddito minimo?
Se le performance le fanno i fondi con componente azionaria, nel caso di crollo del mercato azionario cosa viene intasca al conferente: Nulla?

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