LA visione agiografica e buonista del fenomeno
migratorio è profondamente falsa ed antistorica e priva di fondamento. Senza
prendere in considerazione le migrazioni barbariche, che causarono la fine
dell’impero e della civiltà romana e l’inizio del basso Medio Evo e senza
considerare le orde mongole che, migrando in occidente, causarono la morte di
decine di milioni di persone e sofferenze indicibili e inenarrabili, basterà
citare il fenomeno più recente della migrazione europea nelle Americhe. Pochi
sanno che, a causa del massiccio arrivo degli Spagnoli, dei Portoghesi e degli
Inglesi nel Sud, nel Centro e nel Nord America il novanta per cento dei nativi
americani morì a causa di malattie o di uccisioni da parte dei coloni.
Civiltà splendide ed altamente avanzate come
quelle Maya, Inca e Azteche vennero letteralmente spazzate vie e cancellate
dalla storia. I pochi indigeni scampati alle malattie, alle spade e agli
archibugi dei colonizzatori vennero ridotti in schiavitù e mandati a morire
nelle miniere di argento delle Ande dove venivano tenuti in condizioni disumane
con una aspettativa di vita di pochi mesi. Il Sud America venne depredato di
tutte le sue ricchezze naturali ed umane a favore degli immigrati europei e
anche l’ambiente naturale venne devastato per far posto a colture
economicamente utili come la canna da zucchero e il caffè o all’allevamento
intensivo di bestiame. Qualcuno ha definito la colonizzazione delle Americhe
come la fine del paradiso, ed è vero. L’arrivo degli Europei fu a tutti gli effetti
l’inizio di un genocidio sia per gli uomini che per la natura. In alcuni
Paesi, come la Bolivia e il Perù, i nativi vennero tollerati purché, volenti o
nolenti, si convertissero alla nuova fede degli invasori.
In altri Paesi, come l’Argentina, vennero quasi
totalmente sterminati senza alcuna pietà tanto è vero che oggi, in quel Paese,
i nativi quasi non esistono più. Stessa cosa avvenne nel negli Stati Uniti dove
i pellerossa furono oggetto di una vera e propria pulizia etnica compiuta sia
con i fucili dei coloni e delle giacche blu, che con gli alcolici di infima
qualità che avvelenarono e distrussero
quegli orgogliosi popoli guerrieri, la loro magnifica e millenaria cultura e le
loro tradizioni e modi di vivere. Ma lo sterminio perpetrato dai migranti bianchi
non si limitò agli esseri umani ma si estese anche agli animali e alle piante.
Gli europei, infatti, a differenza dei popoli indigeni che effettuavano una
prelievo venatorio ecocompatibile, diedero il via ad un vero e proprio massacro
di bisonti, alci, cervi, castori, lontre, lupi ed orsi per vendere le loro
pelli che servivano alla produzione di scarpe e cappelli. Centinaia di milioni
di animali vennero uccisi in poco tempo senza pietà portando diverse specie
alla estinzione o sulla soglia dell’estinzione. Intere foreste vennero tagliate
senza scrupolo, i fiumi inquinati per cercare oro e metalli preziosi e le
grandi pianure del Texas trivellate per cercare il petrolio. Le Colline Nere,
territorio sacro ai nativi americani, vennero invase dai cercatori d’oro e
devastate dalle prospezioni aurifere. Un continente immacolato venne rovinato e
semi distrutto in soli due secoli dagli emigranti in cerca di ricchezza a tutti
i costi. In conclusione, quindi, possiamo ben dire senza timore di essere
smentiti, che la storia degli ultimi duemila anni ci dimostra, oltre ogni
dubbio, che i fenomeni migratori massicci ed incontrollati, ben lungi
dall’essere fenomeni positivi ed apportatori di vantaggi, sono in realtà delle
autentiche sciagure per tutti che apportano guerre, violenze, morti,
instabilità e disordine. Chi nega questa evidenza o non conosce la storia o la
vuole distorcere a fini ideologici o di parte negando una verità che è sotto
gli occhi di tutti.Il secolo.it
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