giovedì 18 gennaio 2018

fenomeno migratorio. Caratteristica

LA visione agiografica e buonista del fenomeno migratorio è profondamente falsa ed antistorica e priva di fondamento. Senza prendere in considerazione le migrazioni barbariche, che causarono la fine dell’impero e della civiltà romana e l’inizio del basso Medio Evo e senza considerare le orde mongole che, migrando in occidente, causarono la morte di decine di milioni di persone e sofferenze indicibili e inenarrabili, basterà citare il fenomeno più recente della migrazione europea nelle Americhe. Pochi sanno che, a causa del massiccio arrivo degli Spagnoli, dei Portoghesi e degli Inglesi nel Sud, nel Centro e nel Nord America il novanta per cento dei nativi americani morì a causa di malattie o di uccisioni da parte dei coloni.
Civiltà splendide ed altamente avanzate come quelle Maya, Inca e Azteche vennero letteralmente spazzate vie e cancellate dalla storia. I pochi indigeni scampati alle malattie, alle spade e agli archibugi dei colonizzatori vennero ridotti in schiavitù e mandati a morire nelle miniere di argento delle Ande dove venivano tenuti in condizioni disumane con una aspettativa di vita di pochi mesi. Il Sud America venne depredato di tutte le sue ricchezze naturali ed umane a favore degli immigrati europei e anche l’ambiente naturale venne devastato per far posto a colture economicamente utili come la canna da zucchero e il caffè o all’allevamento intensivo di bestiame. Qualcuno ha definito la colonizzazione delle Americhe come la fine del paradiso, ed è vero. L’arrivo degli Europei fu a tutti gli effetti l’inizio di un genocidio sia per gli uomini che per la natura. In alcuni Paesi, come la Bolivia e il Perù, i nativi vennero tollerati purché, volenti o nolenti, si convertissero alla nuova fede degli invasori.

In altri Paesi, come l’Argentina, vennero quasi totalmente sterminati senza alcuna pietà tanto è vero che oggi, in quel Paese, i nativi quasi non esistono più. Stessa cosa avvenne nel negli Stati Uniti dove i pellerossa furono oggetto di una vera e propria pulizia etnica compiuta sia con i fucili dei coloni e delle giacche blu, che con gli alcolici di infima qualità che avvelenarono e distrussero quegli orgogliosi popoli guerrieri, la loro magnifica e millenaria cultura e le loro tradizioni e modi di vivere. Ma lo sterminio perpetrato dai migranti bianchi non si limitò agli esseri umani ma si estese anche agli animali e alle piante. Gli europei, infatti, a differenza dei popoli indigeni che effettuavano una prelievo venatorio ecocompatibile, diedero il via ad un vero e proprio massacro di bisonti, alci, cervi, castori, lontre, lupi ed orsi per vendere le loro pelli che servivano alla produzione di scarpe e cappelli. Centinaia di milioni di animali vennero uccisi in poco tempo senza pietà portando diverse specie alla estinzione o sulla soglia dell’estinzione. Intere foreste vennero tagliate senza scrupolo, i fiumi inquinati per cercare oro e metalli preziosi e le grandi pianure del Texas trivellate per cercare il petrolio. Le Colline Nere, territorio sacro ai nativi americani, vennero invase dai cercatori d’oro e devastate dalle prospezioni aurifere. Un continente immacolato venne rovinato e semi distrutto in soli due secoli dagli emigranti in cerca di ricchezza a tutti i costi. In conclusione, quindi, possiamo ben dire senza timore di essere smentiti, che la storia degli ultimi duemila anni ci dimostra, oltre ogni dubbio, che i fenomeni migratori massicci ed incontrollati, ben lungi dall’essere fenomeni positivi ed apportatori di vantaggi, sono in realtà delle autentiche sciagure per tutti che apportano guerre, violenze, morti, instabilità e disordine. Chi nega questa evidenza o non conosce la storia o la vuole distorcere a fini ideologici o di parte negando una verità che è sotto gli occhi di tutti.Il secolo.it

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