martedì 12 dicembre 2017

Uova al Fipronil?

L’uovo e la gallina. Le uova di gallina pesano circa da 50 a 70 grammi, di cui il guscio è la parte più leggera (10% in peso). Su ciascun uovo è indicato un codice che ne identifica l’origine. Il primo numero varia da 0 a 3, e indica come sono state allevate le galline, 3 significa “in gabbie”, 2 indica “a terra”, 1 e 0 invece “con vegetazione all’aperto”. Chiariamo che “a terra” vuole dire inallevamento intensivo, in capannoni dove ci sono 7-9 galline per mq, con la luce sempre accesa: un posto tutt’altro che rilassante. Le prime due lettere indicano la nazione di provenienza (per Italia: IT, per Paesi Bassi: NL) e il resto delle cifre indica lo stabilimento di produzione. Il Fipronil. Negli allevamenti di tipo intensivo è più complesso controllare gli infestanti come ad esempio gli acari rossi, pulci o zecche. Per questo, si utilizzano gli insetticidi. Essendo sia la carne che le uova destinate al consumo umano, ci sono delle regole molto severe su cosa si possa e usare e cosa no. Lo scandalo delle uova contaminate dal Fipronil è iniziato nei Paesi Bassi. In questo caso, due compagnie che vendono prodotti per gli allevamenti di pollame (ChickFriend e Poultry Vision) hanno aggiunto illegalmente a un loro prodotto anche il Fipronil. Questo composto è molto stabile anche ad alte temperature: la cottura non lo degrada. Il suo assorbimento cutaneo è minimo; quindi quello che si ritrova nel corpo ci arriva tramite la dieta. Questa molecola si è accumulata nel pollame ed è stata quindi trovata nelle uova. Sembra che gli allevatori fossero all’oscuro di aver ricevuto un insetticida che violasse i regolamenti in materia. Sulla base degli studi sugli animali (ce ne sono moltissimi), la quantità che può essere considerata ancora senza effetti avversi negli umani è dell’ordine di 0.01 mg per kg di peso corporeo, (in totale 0.7 mg per un uomo adulto, meno per i bambini). La massima quantità ammessa di Fipronil nelle uova accettata nell’Unione Europea è però minore, cioè di 0.005 mg per kg di uovo (attenzione a non confondere il valore di tossicità, che è espresso in mg per kg di peso corporeo, con le quantità presenti nelle uova, espresse come mg per kg di uovo). Le uova olandesi (quelle più contaminate) avevano una concentrazione di 0.72 mg per kg, quindi ciascun uovo conteneva circa 0.03 mg di Fipronil.
Le uova italiane nelle quali è stato trovato il Fipronil, provenienti dallo stabilimento di Ostra Vetere in provincia di Ancona, ne avevano ancora di meno, 0.056 mg per kg. Si tratta di un valore che eccede di dieci volte il limite di legge, ma ancora molto inferiore a quella che potrebbe essere una dose con effetti tossici. Considerando che un uovo pesa circa 50 grammi (1/20 di kg) per arrivare a una dose potenzialmente dannosa bisognerebbe mangiarsi una ventina di uova olandesi e qualche centinaio di quelle italiane.
I rischi per la salute, almeno per quella che è la tossicità acuta, sembrano essere modesti. Le quantità trovate nelle uova eccedono i limiti di legge, ma sono nettamente inferiori a quelli di tossicità acuta. Tuttavia, ricordiamo che il Fipronil non è mai stato autorizzato su animali destinati al consumo umano.

Contravvenire a questa disposizione rappresenta un’offesa criminale prima, ma anche una grave scorrettezza verso gli allevatori che rispettano le regole. Il problema principale è stato però l’esposizione dei consumatori a una sostanza chimica (il Fipronil) senza che essi ne fossero a conoscenza, e soprattutto coneffetti sul lungo termine non studiati a fondo sugli uomini. Non bisogna preoccuparsi più di tanto delle ultime partite di uova ritirate (azione giusta e dovuta), ma di quelle contaminate che sono state consumate per un tempo indefinito prima che lo scandalo Fipronil esplodesse. Esistono molte sostanze con tossicità acuta minima ma che invece nel lungo periodo causano danni molto seri alla salute. Auguriamoci non sia questo il caso.

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