mercoledì 6 dicembre 2017

Querela giornalisti. D’Alema

Querela giornalisti. D’Alema
Ha incaricato i suoi avvocati di procedere. A un cronista ha detto: “Mi dia il suo nome, la denuncio”. Replicano Odg, Fnsi e Ossigeno: bisogna accettare le domande
È scontro – e non è una novità – tra Massimo D’Alema e i giornalisti dopo che l’esponente del Pd ha annunciato azioni giudiziarie contro quanti hanno fatto o faranno allusioni sui suoi reali rapporti con la cooperativa Cpl Concordia. In particolare D’Alema ha risposto con toni spropositati, salvo poi dirsene dispiaciuto, a Filippo Barone, un giornalista della redazione di Virus (RaiDue) che gli aveva rivolto una domanda sul vino di sua produzione acquistato dall’azienda ora indagata.
L’ex presidente del Consiglio risponde a domande sull’acquisto del suo vino, nega vendite di favore e collegamenti fra l’episodio e l’inchiesta per corruzione in corso. Ma dopo la domanda di Barone perde le staffe e sbotta: “Lei ha detto che ho venduto il vino durante una convention del Pd? Come si chiama lei, scusi? Devo trasmettere al mio avvocato questa informazione. Avrà una denuncia”. Più tardi, parlando con altri cronisti, D’Alema dirà: sono dispiaciuto di essermi “arrabbiato con un vostro collega”.
L’onorevole D’Alema – spiegano i legali – non ha personalmente ricevuto alcunché dalla cooperativa Cpl Concordia, né direttamente né indirettamente. La Cpl Concordia ha acquistato copie del libro Non solo euro in occasione di una manifestazione politica in vista delle consultazioni elettorali europee del 2014 e, nell’arco di un biennio, circa 2.000 bottiglie di vino dell’azienda agricola della famiglia del presidente D’Alema, regolarmente fatturate e pagate con bonifici a quattro mesi di distanza dalla fornitura. Infine la Cpl Concordia ha effettuato, in tre diverse annualità, finanziamenti del tutto leciti alla Fondazione ItalianiEuropei, che notoriamente non è una fondazione personale dell’onorevole D’Alema ma un istituto che egli presiede e dirige, politicamente e culturalmente, a titolo del tutto volontario, senza beneficiare né direttamente né indirettamente dei contributi che la stessa riceve per la sua attività”.

 “Il collega giornalista Massimo D’Alema – aggiunge Santo Della Volpe, presidente della Fnsi – dovrebbe ricordarsi che le domande dei giornalisti, in un paese libero, sono sempre legittime. Possono piacere o non piacere, essere considerate improprie o inopportune, persino sbagliate, ma  devono essere sempre libere./notiziario.ossigeno.info/2015/04

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