giovedì 2 novembre 2017

Riforma Concorsi pubblici

Il portale Codice Concorsi Pubblici nasce con scopi tanto ambiziosi quando necessari al nostro Paese: convogliare in un unico luogo tutte le idee di riforma del sistema vigente, stimolare il legislatore per revisionare la normativa sull’accesso al pubblico impiego e soprattutto per tutelare concorsisti, studenti e dipendenti che subiscono violenze, ripercussioni e ingiustizie da parte della Pubblica amministrazione (Pa). Tutto questo in un unico spazio digitale aperto alle critiche e ai contributi di ciascuno, supportato dalla neonata associazione “Codice Concorsi Pubblici - Trasparenza e Meritocrazia”. 

Ma chi c’è dietro questo progetto che va a mettere il dito in una piaga scoperta? Abbiamo raggiunto il fondatore Archinio De Bonis per farci raccontare genesi e sviluppi di questa interessante iniziativa.

Da dove nasce l’idea di realizzare il portale?
Codice Concorsi Pubblici nasce dalle esperienze vissute in prima persona da me e da Andrea Bufarale, blogger e moderatore del sito, due persone che lavorano in enti locali abruzzesi dal 2010 e che hanno dovuto affrontare lunghe vicende giudiziarie per far valere i propri diritti all’interno della Pa. 
Dal 2014, con l'avvio della riforma della Pa, abbiamo risposto alla chiamata lanciata dal governo Renzi e in seguito a quella della ministra Madia, avanzando diverse proposte in merito alla riforma del pubblico impiego, recentemente approvata. Agli inizi del 2017, siamo stati ricevuti dal Dipartimento della funzione pubblica per dare ulteriore seguito a quanto fatto, integrando il lavoro del legislatore con quello dell’associazione, dietro lo stimolo della partecipazione attiva dei cittadini. Tra i più importanti scopi del nostro lavoro c’è quello di fare da filtro tra il cittadino interessato (studente, concorsista o dipendente vessato) e la Pa, evitando che si crei quel sentimento di soggezione tipico di chi si trova ad aver a che fare con un soggetto pubblico.
Cosa può trovare un cittadino sul portale? Che servizi offrite?
Innanzitutto sul sito il cittadino può consultare, e sostenere firmando una petizione, i progetti che intendiamo sottoporre al legislatore. Inoltre, il blog offre quotidianamente approfondimenti su sentenze, aggiornamenti normativi, pareri, circolari destinati agli addetti della Pa e non solo. Un’area specifica del sito è dedicata alla creazione del disegno di legge, aperta al contributo degli utenti che vogliano partecipare alla discussione. Poi c’è uno spazio di simulazione della centrale unica per la gestione dei concorsi pubblici e il corretto utilizzo delle graduatorie vigenti. Abbiamo anche implementato un’area per imbastire richieste di accesso civico agli atti tramite FOIA con funzione di completamento guidato, nonché un’applicazione che consente in caso di inadempienza della Pa, la segnalazione automatica delle violazioni agli organi di controllo competenti come ANAC e Corte dei Conti. 
La sezione cruciale del sito è però quella in cui vengono raccolte le segnalazioni da parte dei concorsisti/studenti che riscontrano anomalie e illegittimità nei concorsi. Offrendo loro una garanzia di riservatezza totale che li metta a riparo da possibili ritorsioni future.
Perché ritenete importante revisionare l'attuale normativa in materia di concorsi pubblici?
Il sistema dei concorsi pubblici e dell’accesso al pubblico impiego hanno necessità di riforme urgenti, soprattutto attraverso la partecipazione attiva dei cittadini. La normativa è farraginosa, deteriorata e obsoleta ed è territorio di stimoli per sistemi di favoritismi, raccomandazioni e corruzione. Il corpo portante della legge risale ormai ad oltre 20 anni fa (parliamo di un testo elaborato tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ‘90). Tutte le riforme del pubblico impiego, della Pa, della digitalizzazione della Pa, della valutazione della performance, anche se approvate in tempi diversi e da parlamenti/governi differenti, non sono riuscite a revisionare (o comunque lo hanno fatto in maniera molto limitata) il DPR 487/1994. Il nostro obiettivo pertanto è di stimolare il legislatore ad effettuare la revisione e l'aggiornamento e successivamente richiedere la creazione di un codice concorsi pubblici che raggruppi tutta la normativa per la gestione delle procedure e del personale, attraverso algoritmi che portino a risultati mirati e specifici.
Cosa manca all'Italia per avere procedure che garantiscano la piena trasparenza e permettano di selezionare i migliori candidati?
Manca principalmente l'interesse del legislatore nell’aggiornare la normativa secondo i dettati costituzionali e in base agli strumenti digitali di cui dispone la società di oggi. L'assenza di un regolamento nazionale, posto sotto la lente di ingrandimento dei partecipanti, ovvero i titolari di un interesse legittimo, è la prima mancanza riscontrata nel corso delle esperienze vissute in questi anni. Manca una centrale unica per la gestione dei concorsi pubblici e del personale in graduatoria. Manca un mansionario unico, utile per la scrittura dei bandi, che raggruppi e standardizzi tutti i profili professionali, riducendo l’ampia autonomia attribuita alle commissioni esaminatrici di creare bandi ad hoc per raccomandati. Inoltre c’è estrema urgenza di personale informatico specializzato, che effettui il monitoraggio su graduatorie e procedure. 

Deve essere chiaro che il termine “raccomandazioni” è sinonimo di corruzione e che non solo l'Università ma quasi tutti gli enti dei vari comparti sono oggetto di concorsi scandalosi. La situazione attuale si potrebbe migliorare analizzando lo storico dei concorsi e sviscerando il mondo oscuro delle procedure, al fine di disegnare strategie snelle in base al tipo di concorso, creando un unico centro di riferimento. Noi proponiamo diversi requisiti senza i quali una nuova legge sui Concorsi Pubblici non può definirsi in linea con i principi di trasparenza e di imparzialità. Ad esempio chiediamo la videoregistrazione in tutte le fasi procedurali con la possibilità di accedere al materiale registrato da parte dei concorsisti. L’invio delle domande di partecipazione esclusivamente via PEC o comunque mediante sistema informatico da creare all’interno del portale unico del dipartimento della Funzione Pubblica.
 L'Università è continuamente oggetto di scandali per concorsi truccati e che favoriscono i soliti raccomandati. Cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione? Rivedere il sistema di reclutamento?
Chiediamo anche che siano previste sanzioni disciplinari e pecuniarie a carico dei funzionari “inadempienti”, ovvero che bandiscono concorsi e selezioni pubbliche senza attenersi alla normativa. Questo per elevare il livello di responsabilità dei funzionari e per sciogliere ancor di più il legame con la politica. Infine, parlando di Università, chiediamo la disponibilità del ministero dell'istruzione a sostenere campagne di informazioni ed interventi negli istituti scolastici, al fine di diffondere la cultura dei concorsi pubblici tra i giovani. riparteilfuturo.it

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