Ali Bongo, presidente del Gabon, ha 50 anni e «mantiene gli impegni» con i suoi
connazionali. Il 27 agosto il Paese è andato alle urne per scegliere il
presidente della Repubblica. Bongo, eletto una prima volta nel 2009, si è
ricandidato e ha sconfitto con un esiguo margine di 5.594 voti l’avversario
Jean Ping. Alla proclamazione del vincitore è seguita la denuncia di brogli da
parte dell’opposizione, confermata in parte dagli osservatori dell’Unione
europea. Da una settimana i sostenitori del leader sconfitto organizzano
proteste e manifestazioni. Il ministro della giustizia Seraphim Moundounga ha
dato le dimissioni per protesta e la Francia chiede che si ricontino i voti (e
meglio farebbe a non immischiarsi, visto il disastro che ha provocato in Costa
d’Avorio schierandosi con uno dei candidati che rivendicavano la vittoria nel
2010).
La Corte costituzionale che doveva pronunciarsi l’8
settembre in merito a un ricorso presentato da Ping non ha ancora
deliberato. La missione mediatrice dell’Unione africana che avrebbe dovuto
recarsi in Gabon il giorno successivo è stata rimandata: i capi di Stato che la
compongono – Idriss Déby del Ciad, Macky Sall del Senegal e Denis
Sassou-Nguesso, della Repubblica del Congo – hanno detto di aver bisogno di
tempo per consultarsi. Intanto in Gabon già sei persone sono state uccise durante gli
scontri dei dimostranti con la polizia, 105 sono rimaste ferite e
circa 1.200 sono state arrestate. Il presidente Bongo ha accusato la missione
dell’Unione Europea di parzialità e il leader dell’opposizione Ping di «brogli
massicci». Si è rivolto alla Nazione con espressioni suadenti: «il mio amore
per il Gabon mi ha spinto a formulare un doppio progetto che si sintetizza in
due parole: democrazia e progresso. È del futuro del Gabon che si tratta, lo
scriveremo insieme».
Benché governi da pochi anni, Ali Bongo è un uomo potente e ricco
grazie all’eredità paterna, inclusa la carica stessa che ricopre essendo
succeduto al padre Omar, presidente del Gabon dal 1967 fino alla morte, nel
2009. In oltre 40 anni Omar Bongo ha accumulato una fortuna, grazie ai proventi
del petrolio di cui il Gabon è produttore. Il patrimonio della famiglia Bongo
in Francia, che comprende grandi proprietà immobiliari, è stimato in decine di
milioni di dollari. Omar ha lasciato inoltre al figlio una costituzione che non
pone limiti al numero di mandati presidenziali che un gabonese può
ricoprire.
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