mercoledì 5 aprile 2017

Trump Donald. Privacy.

Trump Donald. Privacy.

C'è un muro che Donald Trump è pronto non a costruire ma ad abbattere: è la protezione dei nostri dati personali. Nel primo mese e mezzo alla Casa Bianca, The Donald ha già lanciato l’assalto alla riservatezza: a essere più 'nudi' non saranno solo gli americani, ma soprattutto i 'non statunitensi', europei inclusi.  Da sempre morbido con la sorveglianza di massa e “nemico” della privacy, Trump mette a segno le prime mosse presidenziali, incrinando pure i rapporti con Bruxelles e il già fragile accordo Privacy Shield - "Siamo vigili", ci conferma la commissaria Vera Jourova. Con l'ordine esecutivo sulla sicurezza, il presidente chiede di non rispettare la riservatezza dei "non americani", rendendo così più vulnerabili immigrati, lavoratori, studenti, turisti e creando fibrillazioni con Europa e Canada.
Colpo di spugna sull'era Obama. La prima sforbiciata ai diritti vale anche per gli americani: i provider potranno fare incetta di dati sulle nostre abitudini di navigazione, sul contenuto delle comunicazioni, sulle app in uso, sullo stato di salute, su dove ci si trova, sui figli o sulle operazioni finanziarie, senza avvertire nemmeno. Poi però è arrivato Trump, e con lui le redini dell’Fcc sono finite in mano al repubblicano Ajit Pai. Nemico dichiarato della net neutrality, Pai si è affrettato a bloccare il pacchetto per la privacy: sarebbe dovuto entrare in vigore proprio a marzo.
L’ordine 'anti privacy' di Trump, così minaccioso verso la privacy dei 'non statunitensi', crea tensioni pure con Bruxelles. Il fatto è che da quando la Corte europea di Giustizia ha messo in guardia dalla sorveglianza di massa praticata negli Usa, dichiarando non valido il trasferimento dei nostri dati oltre oceano, l’Ue e Washington hanno dovuto trovare un nuovo equilibrio.
Morto Safe Harbor, è nato Privacy Shield, una nuova modalità per far viaggiare i dati 'sicuri'. Ma se già con Obama gli attivisti della privacy lo ritenevano debole, ora l’accordo risulta fragilissimo. Gli europarlamentari pro-privacy come il tedesco Jan Albrecht (Verdi) sono in allarme, le associazioni (come Human Rights Watch e Aclu) scrivono lettere preoccupate.
Vera Jourova, la commissaria alla Giustizia 'madrina' del Privacy Shield dice. "Abbiamo chiesto chiarimenti a Washington", fa sapere da Bruxelles. "Le autorità Usa ci hanno risposto che l’ordine esecutivo di Trump non avrà impatti sullo Scudo per la Privacy. Ma rimaniamo vigili, e a fine marzo incontrerò le controparti statunitensi”. repubblica.it/2017/03/05/

Io personalmente non ho nulla da nascondere; sulla mia privacy può indagare chiunque. Dei dati delle persone normali non mi interessa nulla, salvo se devo fare un contratto con qualcuno m i piacerebbe sapere se è sul registro dei protesti! Vorrei sapere tutto di chi ha funzioni pubbliche e di chi gestisce ingenti patrimoni privati ad esempio presidenti e amministratori di banche o assicurazioni cui sono costretto ad affidare i miei soldi. Ora con difficoltà scopro la bufala.it

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