giovedì 20 aprile 2017

Padoan Def 2017

Padoan Def 2017

Padoan mercoledì, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Def, è tornato sui suoi passi ribadendo per due volte che “l’intendimento del governo prevede di escludere l’aumento delle imposte indirette previsto dalle clausole di salvaguardia” sostituendolo con “una manovra alternativa che verrà definita nei prossimi mesi”.
Una manovra da oltre 15 miliardi, se è vero che le clausole di salvaguardia per il 2018 valgono l’1,1% del pil ma dopo la manovrina “restano per un valore pari allo 0,9% del pil”.
Solo di ipotesi si trattava, è quindi la versione ufficiale. Questo nonostante anche il rappresentante della Banca d’Italia, in audizione, abbia invitato il governo a non escludere “una riconsiderazione dell’ampio ventaglio delle aliquote dell’Iva”. E nonostante l’Ufficio parlamentare di bilancio abbia avvertito che disinnescare le clausole “appare di difficile realizzazione”.
Il titolare del Tesoro ha detto che è “confermata la volontà del governo di proseguire nel percorso di progressiva riduzione della pressione fiscale”, ma il rebus è sempre lo stesso: “Resta la necessità di finanziare tale riduzione in modo permanente, così che i tagli siano credibili“.Padoan si era detto favorevole a un aumento Iva per poi usare il gettito aggiuntivo per far scendere le imposte sui redditi dei lavoratori dipendenti, tra le più alte dei Paesi avanzati. L’ex capo economista Ocse ha poi spiegato che “il livello di crescita raggiunto non ci entusiasma, non ci possiamo dire soddisfatti”, e il tasso di disoccupazione “è inaccettabilmente elevato, specialmente tra i giovani”.
Contro l’eventuale innalzamento delle aliquote Iva si è espressa martedì la leader Cgil Susanna Camusso, dicendo che avrebbe un “ulteriore effetto di compressione del potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati” e ciò sarebbe una “ulteriore conferma che non si fa una politica di estensione del carico fiscale”. Al contrario Confindustria ha promosso l’ipotesi di aumento sostenendo che il taglio del cuneo fiscale da attuare in contemporanea darebbe “un forte stimolo” alla crescita, favorendo le esportazioni e le imprese più dinamiche che lavorano sui mercati esteri, contenendo allo stesso tempo l’inflazione, nonostante il rialzo dell’aliquota sui consumi.
Anche il Fondo monetario internazionale del resto ha lanciato un assist a Padoan spiegando che in Italia c’è spazio “per un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale” se si procede con la ”razionalizzazione delle spese fiscali”, ampliando la base imponibile e creando una “tassa moderna sulle proprietà immobiliari”.
E l’Ufficio parlamentare di bilancio ha sottolineato che “appare di difficile realizzazione l’impegno a una disattivazione totale delle clausole di salvaguardia” visto che “tutto il quadro sconta un’incertezza di base sulla dimensione stessa dell’aggiustamento che sarà necessario, con un sostanziale rinvio alla possibilità che a livello europeo intervengano ‘cambiamenti nel braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita in senso più orientato alla crescita e allo sviluppo’, tali da ridurre le correzioni fiscali richieste all’Italia per i prossimi anni”.
Renzi nella sua enews ha però chiuso alla possibilità di far scattare le clausole di salvaguardia inserite peraltro in legge di Bilancio dal suo stesso governo. “L’ultima volta che in Italia è aumentata l’Iva risale al primo ottobre 2013, un altro governo – ha ricordato – Noi le tasse non le aumentiamo. E il governo Gentiloni ha scelto la stessa strategia. La rivendicazione arriva a meno di due settimane dalle primarie per la guida del partito democratico.
L’Istat, nel suo dossier sul Def, ha sottolineato dal canto suo che nel 2016 gli investimenti hanno registrato un calo per il settimo anno consecutivo: -4,5%.

Per quanto riguarda le previsioni di crescita del governo, “le oscillazioni del commercio estero e della produzione industriale, osservati nei mesi di gennaio e febbraio, potrebbero rappresentare dei fattori di rischio per la crescita del primo trimestre 2017”. ilfattoquotidiano.it/2017/04/19.
L'Ottimista. Sicuramente dopo queste dichiarazioni lo spread è sceso e gli investitori sono ritornati in Italia

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