mercoledì 26 aprile 2017

Mazzolari Primo.Visita di Papa Francesco a Bozzolo

Mazzolari Primo


Dopo l'8 settembre 1943, Don Mazzolari partecipò attivamente alla lotta di liberazione, incoraggiando i giovani a partecipare, e venne arrestato e rilasciato. Fu costretto a vivere in clandestinità fino al 25 aprile 1945, per timore dei fascisti.
Dopo la guerra, l'Anpi di Cremona gli riconobbe la qualifica di partigiano.
Nel 1949 fondò il quindicinale Adesso del quale fu direttore. I suoi scritti attirarono le sanzioni dell'autorità ecclesiastica che ordinò la chiusura del giornale nel 1951. A luglio dello stesso anno, venne imposto al prete il divieto di predicare fuori diocesi senza autorizzazione e il divieto di pubblicare articoli senza una preventiva revisione dell'autorità ecclesiastica.
Il quindicinale poté riprendere le pubblicazioni a novembre, ma don Primo dovette lasciare l'incarico di direttore; egli continuò tuttavia a scrivere alcuni articoli sotto pseudonimi. Proprio alcuni di questi scritti sul tema della pace attirarono nuove sanzioni; nel 1954, infatti, fu imposto a don Primo il divieto assoluto di predicare fuori dalla propria parrocchia e il divieto di pubblicare articoli riguardanti materie sociali.
Dagli inizi degli anni cinquanta don Primo sviluppa un pensiero sociale vicino alle classi deboli (Nessuno è fuori della carità) e ai valori del pacifismo che attireranno le critiche e le sanzioni delle autorità ecclesiastiche fino a portarlo all'isolamento nella sua parrocchia di Bozzolo.
Se l'istituzione lo reprimeva con durezza, non per questo il messaggio di Mazzolari si spense; ebbe anzi una notevole influenza, anche se per vie più nascoste. Veniva regolarmente invitato da Ernesto Balducci agli incontri annuali dei preti scrittori.
Gli echi della riflessione di Mazzolari sull'obiezione di coscienza si ritroveranno così nel mondo fiorentino di Ernesto Balducci, sino ai livelli politici di Giorgio La Pira e di Nicola Pistelli, e fino al punto più noto della "germinazione fiorentina", rappresentato nel 1965 dal don Lorenzo Milani di L'obbedienza non è più una virtù. Anche don Milani aveva collaborato con Mazzolari scrivendo articoli per Adesso.
Con la pubblicazione anonima di Tu non uccidere, nel 1955, Mazzolari attaccava a fondo la dottrina della guerra giusta e l'ideologia della vittoria, il tutto in nome di un'opzione preferenziale per la "non violenza", da sostenere con un forte «movimento di resistenza cristiana contro la guerra» e per la giustizia, vista come l'altra faccia della pace. Al fondo c'era la nuova consapevolezza del significato dirompente della bomba atomica, che aveva cambiato il campo razionale entro il quale il realismo aveva potuto muoversi per giustificare l'extrema ratio della guerra.
È solo verso la fine degli anni cinquanta, negli ultimi mesi di vita, che don Primo Mazzolari cominciò a ricevere le prime attestazioni di stima da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche. Nel novembre del 1957 l'arcivescovo di Milano Montini, futuro Papa Paolo VI, lo chiama a predicare presso la propria diocesi, nel febbraio del 1959 Papa Giovanni XXIII lo riceve in udienza privata e lo saluta pubblicamente "Tromba dello Spirito Santo in terra mantovana".Wikipedia.

Martedì 20  Giugno 2017
PAPA  FRANCESCO
sarà a  Bozzolo, in forma privata,
per rendere omaggio a
don PRIMO  MAZZOLARI
fondazionemazzolari.it



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