lunedì 10 aprile 2017

Fondo monetario internazionale IMF

Fondo monetario internazionale  IMF

Le istituzioni di Bretton Woods erano state pensate per creare un sistema di coordinamento e controllo delle politiche economiche degli Stati a livello internazionale che evitasse il ripetersi di disastrose crisi economiche come quella del 1929. In particolare il Fondo monetario doveva occuparsi di economia monetaria e la Banca Mondiale di ricostruzione e sviluppo.
Nella pratica il sistema progettato a Bretton Woods, che si basava su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte agganciate al dollaro il quale a sua volta era agganciato all'oro, crollò con la sospensione del gold exchange standard (vale a dire la convertibilità del dollaro in oro) da parte di Richard Nixon nel 1971.
Questo ha portato a un ripensamento del ruolo dell'FMI, che oggi si occupa per lo più di concedere prestiti agli Stati membri in caso di squilibrio della bilancia dei pagamenti. L'FMI si occupa anche della ristrutturazione del debito estero dei paesi del cosiddetto Terzo Mondo. L'FMI impone di solito a questi Paesi dei "piani di aggiustamento strutturale" come condizioni per ottenere prestiti o condizioni più favorevoli per il rimborso del debito che costituiscono l'aspetto più controverso della sua attività. Questi piani sono infatti modellati su una visione neoliberista dell'economia e sulla convinzione che il libero mercato sia la soluzione migliore per lo sviluppo economico di questi paesi.
Tra i punti principali essi di solito comprendono la svalutazione
della moneta nazionale, la riduzione del deficit di bilancio da conseguire con forti tagli alle spese pubbliche e aumento delle imposte (e quindi privatizzazioni massicce), l'eliminazione di qualsiasi forma di controllo dei prezzi.
Il Fondo monetario internazionale è fortemente criticato dal movimento no-global e da alcuni illustri intellettuali quali il premio Nobel Joseph Stiglitz, il premio Nobel Amartya SenNoam Chomsky e Jean-Paul Fitoussi.
I critici accusano il Fondo Monetario di essere un'istituzione manovrata dai poteri economici e politici del cosiddetto Nord del mondo e di peggiorare le condizioni dei paesi poveri anziché adoperarsi per l'interesse generale.
L'FMI è accusato di prendere le sue decisioni in maniera poco trasparente e d'imporle ai governi democraticamente eletti che si trovano così a perdere la sovranità sulle loro politiche economiche.
Nel suo libro La globalizzazione e i suoi oppositori Joseph Stiglitz, dimessosi da poco dalla vicepresidenza della Banca Mondiale, accusa il Fondo monetario di aver imposto a tutti i Paesi una "ricetta" standardizzata, basata su una teoria economica semplicistica, che ha aggravato le difficoltà economiche anziché alleviarle.
Stiglitz fornisce una serie dettagliata di esempi, come la crisi finanziaria asiatica e la transizione dall'economia pianificata al capitalismo in Russia e nei paesi ex-comunisti dell'Europa orientale: i prestiti dell'FMI in questi paesi, secondo Stiglitz, sono serviti a rimborsare i creditori occidentali, anziché aiutare le economie dei paesi assistiti.
Inoltre nei Paesi ex-comunisti l'FMI ha appoggiato coloro che si pronunciavano per una privatizzazione rapida, che in assenza delle istituzioni necessarie ha danneggiato i cittadini e rimpinguato le tasche di politici corrotti e uomini d'affari disonesti. Stiglitz osserva che i risultati migliori in materia di transizione sono stati conseguiti proprio da quei paesi, come la Polonia e la Cina, che non hanno seguito le indicazioni dell'FMI, mentre in Asia il modello economico che ha permesso una massiccia crescita dell'economia di molti paesi si basa su un forte intervento statale, anziché sulle privatizzazioni.
Stiglitz sottolinea inoltre i legami di molti dirigenti dell'FMI con i grandi gruppi finanziari americani e il loro atteggiamento arrogante nei confronti degli uomini politici e delle élite del Terzo Mondo, paragonandoli ai colonialisti di fine Ottocento, convinti che la loro dominazione fosse l'unica opportunità di progresso per i popoli "selvaggi".
Negli anni ottanta il Fondo monetario internazionale (assieme alla Banca Mondiale) ha cercato di promuovere l'industrializzazione nell'Africa sub-sahariana, talvolta ottenendo buoni risultati ma spesso fallendo.
Le critiche nei confronti dell'FMI hanno trovato un ulteriore argomento quando nel 2001 l'Argentina (Paese che i tecnici dell'FMI consideravano "l'allievo modello") è andata incontro ad una terribile crisi economica. L'FMI è stato accusato di avervi contribuito con le sue indicazioni o quantomeno di non aver fatto nulla per impedirla.
Nel suo saggio Freefall  è infine arrivato a riassumere le sue teorie riguardo all'FMI formulando l'icastica equazione FMI = multinazionali.

Amartya Sen afferma che: « L'architettura economica mondiale va riformata in tempi brevi, con equità e giustizia. L'attuale situazione è preoccupante ma lascia anche ben sperare per il futuro. Da un lato, Fondo monetario internazionale e Organizzazione mondiale per il commercio poggiano la loro attività, a più livelli, sulla posizione del Paese più forte, gli Stati Uniti. Dall'altro, noto che, nonostante la ferrea architettura che governa l'economia globale, la Banca Mondiale, gradualmente, sta passando da posizioni rigide a posizioni meno rigide. Del resto, se il mio amico James Wolfensohn, presidente della Banca Mondiale, ha dichiarato che considera prioritaria l'eliminazione della povertà in Africa, beh, evidentemente, qualcosa è cambiato nelle vecchie relazioni politiche ed economiche.»Wikipedia.

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