venerdì 21 aprile 2017

Cantone Raffaele. ANAC. Codice appalti senza Anticorruzione

Cantone Raffaele. ANAC. Codice appalti senza Anticorruzione

Il colpo, violento, all'Anac di Raffaele Cantone è nella soppressione di un "comma", avvenuta allo scorso consiglio dei ministri, quando sul tavolo è arrivato il nuovo codice degli appalti. Qualche "manina" o "manona", con un tratto di penna, ha ridimensionato i poteri di intervento dell'Anticorruzione, che consentivano di intervenire in casi di macroscopica irregolarità senza aspettare un giudice.
Un anno fa, dopo gli scandali di Expo e Mafia Capitale, viene approvato il nuovo codice degli appalti, una legge delega, che dà un importante ruolo all'Anac di Raffaele Cantone. Di intervento e prevenzione. Il passaggio del nuovo codice che attribuisce più poteri è il comma 2 dell'articolo 211. Eccolo:
"Qualora l'Anac, nell'esercizio delle nuove funzioni, ritenga sussistente un vizio di legittimità in uno degli atti della procedura di gare invita mediante atto di raccomandazione la stazione appaltante ad agire in autotutela e rimuovere altresì gli eventuali effetti degli atti illegittimi, entro un termine non superiore a 60 giorni. Il mancato adeguamento della stazione appaltante alla raccomandazione vincolante dell'Autorità entro il termine fissato è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria entro il limite minimo di euro 250 e il limite massimo di 25.000 posta a carico del dirigente responsabile [...]"
Nel corso della discussione parlamentare il Consiglio di Stato suggerisce pareri "non vincolanti" e suggerisce un paio di riformulazioni, che mantengono il principio e il ruolo centrale dell'Anac. E’ il Parlamento che sceglie di mantenere la sua formulazione di fronte a pareri che non lo obbligano a cambiarla da parte del Consiglio di Stato. È a questo punto che scatta la "manina" o la "manona", nella distrazione evidentemente del consiglio dei ministri del governo Gentiloni. Ecco la modifica, asciutta, che con un tratto di penna toglie il potere principale all'Anticorruzione:
All'articolo 211 del decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50, sono apportate le seguenti modificazioni:
al comma 1, primo periodo, dopo le parole "esprime parere" sono inserite le seguenti: "previo contraddittorio"
il comma 2 è abrogato
Abrogato.
Il qualcuno, interpellate diverse fonti del governo, non è identificabile al momento. È certo che, come si dice in questi casi, delle due l'una: o i ministri non leggono i provvedimenti che approvano oppure sono complici. E giù si sente il rumore del rullo dei tamburi pentastellati. Andrea Cioffi, capogruppo M5s in commissione lavori pubblici, ci va giù duro: " Il ministro Delrio è totalmente responsabile dell'accaduto. Domando: si depotenzia l'Anac per tutelare chi? La burocrazia che deve gestire gli appalti? Le imprese che vi partecipano? L'effetto è chiaro: va tutto nelle mani della magistratura ordinaria che con la sua lentezza alimenta quell'inefficienza del sistema, nella quale si perpetua il contesto che favorisce pratiche di corruzione". A proposito, il provvedimento è stato già firmato dal capo dello Stato. È legge.huffingtonpost.it/2017/04/20


L’Ottimista. Farci credere che in Consiglio dei Ministri non sa chi ha redatto la modifica è delirante. Perché lì si sa tutto. Se non sis a vuol dire che il Consiglio ha qualche referente a cui non può dire di no. Lo  strano è che al Quirinale non si sono accorti di nulla di solito sono avvezzi a fare il contropelo ai provvedimenti con un esercito di super esperti con un docente di diritto costituzionale in testa a tutti.

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