Riforme. Adozioni Gay
L’Osservatore Romano precisa: “Un’altra
discutibile sentenza di un tribunale italiano”. Il quotidiano della Santa
Sede mette in guardia su “un modello non solo giuridico, ma anche
culturale, che mira a scardinare la famiglia naturale”. I giudici hanno
stabilito la validità dell’adozione di una bambina da parte di uomo
italiano che vive a New York con il suo compagno statunitense”. Con
questo dispositivo, i magistrati fiorentini hanno in qualche modo
scavalcato le prerogative del parlamento, stabilendo la validità di un
modello presente in un altro ordinamento e che potrebbe costituire un
precedente per aggirare la legge italiana e introdurre surrettiziamente
la possibilità di adozione da parte dei gay.
Maurizio Gasparri va
all’attacco di questi giudici che pretendono di sostituirsi a
legislatore, applicando leggi che non esistono. “È evidente che
ormai alcuni giudici fanno una vera e propria attività normativa,
andando ben oltre la semplice interpretazione delle leggi”.
Su un caso come quello
del Tribunale di Firenze o come quello di Trento sulla doppia paternità
si è anzi palesemente violata la legge e la nostra Costituzione.
In Italia l’utero in affitto è
reato e le adozioni omosessuali non sono ammesse. Vorremmo che si
rispettassero questi principi e che le aule giudiziarie non si
sostituissero a quelle legislative”. ilsecoloditalia10.3.2017.
È stata riconosciuta per la prima
volta in Italia l’adozione di due bambini da parte di una coppia gay. I due
bimbi, spiega l’avvocato Susanna Lollini di Avvocatura per i diritti Lgbti,
erano stadottati nel Regno Unito, da due uomini italiani, le cui famiglie
risiedono in Toscana, ma da anni residenti all’estero. Il Tribunale dei minori
di Firenze ha disposto la trascrizione anche in Italia dei provvedimenti della
Corte UK: ai bambini viene così riconosciuto lo status di figli e la
cittadinanza italiana.
Una seconda coppia gay si e’
vista riconoscere dal Tribunale dei minori di Firenze l’adozione di una
bambina. La coppia, un italiano e un americano, vive a New York, dove ha
adottato una bimba che ora ha due anni e nove mesi e alla quale viene
riconosciuto lo status di figlia e la cittadinanza italiana.
I ricorrenti hanno prodotto ampia
documentazione da cui ricavare che “effettivamente il riconoscimento di tale
sentenza (ndr quella pronunciata nel Regno Unito) è assolutamente aderente all’
interesse dei minori che vivono in una famiglia stabile, hanno relazioni
parentali e amicali assolutamente positive, svolgono tutte le attività proprie
della loro età”.
“Si tratta di una vera e propria
famiglia, di un rapporto di filiazione in piena regola e come tale va
pienamente tutelato e del resto – si fa ancora notare – la nuova formulazione
dell’ articolo 74 cc sulla parentela, dopo aver nella prima parte specificato
che la parentela è vincolo tra le persone che provengono da uno stesso stipite,
aggiunge, ‘sia nel caso che la filiazione è avvenuta all’interno del
matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso il
figlio è adottivo”.
“I bambini, pur essendo riconosciuti in Gran
Bretagna – spiega il legale di Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford
che rappresentava i due padri – ogni volta che venivano in Italia a trovare i
nonni, due coppie che vivono in Toscana, rischiavano e avrebbero continuato a
rischiare di incorrere nello stato di abbandono”.
Voler limitare gli effetti della
sentenza emessa nel Regno Unito creerebbe “una ingiustificata disparità di
trattamento tra situazioni omogenee (minori in stato di abbandono), tra minori
adottati da residenti in Italia e minori (nella medesima situazione di
abbandono) adottati da cittadini italiani residenti all’estero nel rispetto
della normativa in materia di adozione del Paese estero che li ospita”.
“L’elemento di transnazionalità
di queste vicende familiari gioca un ruolo fondamentale – dice l’avvocato
Sangalli -; la giurisprudenza ha stabilito che l’ordine pubblico internazionale
non frappone ostacoli al riconoscimento della continuità dei rapporti che si
costituiscono all’estero, per realizzare il preminente interesse dei bambini.
E’ ancora più evidente, a questo punto, l’inammissibile situazione di
disuguaglianza in cui versano tutte quelle famiglie che non presentano questi
tratti di transnazionalità, alle quali il legislatore nega in modo ideologico
qualsiasi forma di riconoscimento e tutela”.
Gli fa eco Fabrizio Marrazzo,
portavoce del Gay Center: “Ci chiediamo per quanto tempo ancora i tribunali
dovranno sostituirsi al Parlamento. E’ sempre più urgente una legge sulle
adozioni per tutti, anche per i gay”.
Generazione Famiglia afferma:
“Una sentenza giacobina che sfascia il diritto” “Dopo il Tribunale di Trento
che ha benedetto l’utero in affitto sfruttato all’estero, quello di Firenze si
inventa la compatibilità con l’ordinamento italiano di un’adozione gay avvenuta
anch’essa all’estero: i giudici stanno sfasciando il Diritto di Famiglia italiano
con sentenze giacobine contro l’ordine costituzionale della nostra democrazia.
Ci auguriamo che la sentenza di Firenze sia impugnata dal Pubblico Ministero
come avvenuto a Trento, e che la Cassazione risolva tutti questi casi
rispettando la Legge italiana e non quella di altri ordinamenti”. http://www.gonews.it/2017/03/09.
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