giovedì 16 marzo 2017

Cosentino Nicola. Processo Carburanti

Cosentino Nicola. Processo Carburanti

Il 23 aprile 1995 Cosentino è eletto consigliere regionale della Campania nella lista di Forza Italia. Partecipò sempre nelle liste di Forza Italia alle elezioni politiche del 1996, venendo eletto alla Camera dei Deputati. Viene scelto dai colleghi di partito come componente del direttivo parlamentare di Forza Italia e dal 17 ottobre 1996 è membro della Commissione parlamentare per le questioni regionali e della Commissione Difesa.
Ha ricoperto il ruolo di membro del consiglio direttivo di Forza Italia alla Camera.
Il 24 settembre 1997 è designato coordinatore di Forza Italia per la provincia di Caserta. Durante il suo mandato Forza Italia risale, dall'11% dei consensi registrati nelle elezioni regionali dell'aprile 2005, al 27% delle politiche del 9 aprile 2006, tornando ad essere il primo partito della Campania.
È stato riconfermato con Forza Italia alla Camera dei Deputati nelle successive consultazioni del 2001 e del 2006, e poi in seno al Popolo della Libertà nel 2008 per la circoscrizione "Campania 2". Durante quest'ultimo incarico da deputato, dal 12 maggio 2008 Cosentino è stato nominato Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze del quarto Governo Berlusconi.
Il 21 gennaio 2013 si apprende che non è stato ricandidato al Parlamento per il Popolo delle Libertà nelle Elezioni politiche italiane del 2013.

Nel gennaio 2014 fonda il gruppo Forza Campania a sostegno del ritorno di Forza Italia e contro i forzisti campani Paolo Russo, Mara Carfagna, Luigi Cesaro e il governatore Stefano Caldoro, colpevole di aver appoggiato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il gruppo è formato da consiglieri regionali, deputati e sindaci e consiglieri comunali campani.Wikipedia. 
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), infatti, oggi ha condannato Cosentino a 7 anni e sei mesi di carcere al termine del processo “Carburanti” in cui era imputato per estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa.
La Corte ha emesso condanne rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 5 anni e 4 mesi anche a carico dei fratelli, Giovanni e Antonio Cosentino. Prescritto invece il reato contestato all’ex prefetto di Caserta ed ex deputato Pdl, Maria Elena Stasi.
Oggetto del processo è l’Aversana Petroli, l’azienda di carburanti della famiglia Cosentino, amministrata in passato da Giovanni Cosentino e sequestrata, che secondo l’accusa sarebbe stata avvantaggiata illecitamente ai danni della società di un altro imprenditore, Luigi Gallo, che puntato il dito contro la famiglia Cosentino. Proprio per questa vicenda Cosentino era stato arrestato nell’aprile del 2014. Secondo l’accusa i Cosentino potevano contare sul “rapporto stabile con i Casalesi”, tanto che “i vertici del clan avevano imposto agli affiliati il divieto di estorsioni ai danni degli impianti riconducibili a Cosentino”.
Fondamentale per l’indagine – partita nel 2011 – era stata la collaborazione con gli investigatori di Luigi Gallo, titolare di una stazione di servizio in costruzione a Villa di Briano. Gallo aveva ottenuto la licenza per l’apertura di un impianto di carburanti, licenza che di fatto impediva ai fratelli Cosentino di averne una analoga a 5 chilometri di distanza. Per ottenerla ugualmente, i tre, secondo l’accusa, avevano “indotto” Vincenzo Schiavone e Vincenzo Falconetti, dirigenti dell’Ufficio tecnico del Comune di Casal di Principe, a rilasciare comunque all’Agip Petroli, società partner dei Cosentino, un’autorizzazione edilizia. Inoltre, l’ex coordinatore regionale del Pdl e l’ex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi convocarono l’allora sindaco di Villa di Briano (Caserta) nell’ufficio della Prefettura di Caserta intimandogli di provvedere alla rimozione del tecnico comunale che aveva rilasciato l’autorizzazione all’imprenditore Luigi Gallo.
I Cosentino hanno inoltre più volte minacciato Luigi Gallo. Episodi analoghi sono stati ricostruiti durante le indagini, che hanno appurato la posizione di vantaggio sul mercato dei Cosentino. “Siamo fortemente perplessi, ritenevamo che fosse innocente e riteniamo ancora di più che sia innocente. Leggeremo la sentenza, ricorreremo senza alcun dubbio in appello” dice l’avvocato Agostino De Caro.
Prima di questa condanna l’ex coordinatore campano del Pdl il 17 novembre scorso era stato condannato a nove anni per concorso esterno: le motivazioni della sentenza saranno depositate nel mese di maggio. In questo processo l’accusa aveva chiesto per l’imputato 16 anni di carcere. Secondo l’accusa, sarebbe stato sin dal 1980 e fino al 2014 il referente politico-istituzionale dei clan Casalesi, dai quali avrebbe ricevuto sostegno elettorale e capacità di intimidazione, e ai quali avrebbe offerto la possibilità di partecipare ai proventi degli appalti del ciclo dei rifiuti e delle assunzioni. Un anno fa invece era stato condannato in primo grado a 4 anni per corruzione.
Per l’accusa l’ex sottosegretario aveva procurato favori e denaro al secondino del carcere dove era detenuto per ricevere beni e visite non consentite. ilfattoquotidiano.it/2017/03/15



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