Cosentino Nicola. Processo Carburanti
Il 23 aprile 1995 Cosentino è
eletto consigliere regionale della Campania nella
lista di Forza Italia. Partecipò sempre nelle liste di
Forza Italia alle elezioni politiche del 1996,
venendo eletto alla Camera dei Deputati. Viene scelto dai colleghi
di partito come componente del direttivo parlamentare di Forza Italia e dal 17
ottobre 1996 è membro della Commissione
parlamentare per le questioni regionali e della Commissione
Difesa.
Ha ricoperto il ruolo di membro
del consiglio direttivo di Forza Italia alla Camera.
Il 24 settembre 1997 è designato
coordinatore di Forza Italia per la provincia di Caserta. Durante il suo
mandato Forza Italia risale, dall'11% dei consensi registrati nelle elezioni
regionali dell'aprile 2005, al 27% delle politiche del 9 aprile 2006, tornando
ad essere il primo partito della Campania.
È stato riconfermato con Forza
Italia alla Camera dei Deputati nelle successive consultazioni del 2001 e del 2006, e poi in seno al Popolo della Libertà nel 2008 per la
circoscrizione "Campania 2". Durante quest'ultimo incarico da
deputato, dal 12 maggio 2008 Cosentino è stato nominato Sottosegretario di Stato all'Economia e
alle Finanze del quarto Governo Berlusconi.
Il 21 gennaio 2013 si apprende che
non è stato ricandidato al Parlamento per il Popolo delle Libertà nelle Elezioni politiche italiane del 2013.
Nel gennaio 2014 fonda il gruppo Forza Campania a
sostegno del ritorno di Forza Italia e contro i forzisti campani Paolo Russo,
Mara Carfagna,
Luigi Cesaro e
il governatore Stefano Caldoro, colpevole di aver appoggiato
il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il gruppo è formato da consiglieri
regionali, deputati e sindaci e consiglieri comunali campani.Wikipedia.
Il Tribunale di Santa Maria Capua
Vetere (Caserta), infatti, oggi ha condannato Cosentino a 7 anni e sei
mesi di carcere al termine del processo “Carburanti” in cui era imputato per
estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa.
La Corte ha emesso condanne
rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 5 anni e 4 mesi anche a carico dei
fratelli, Giovanni e Antonio Cosentino. Prescritto invece il reato contestato
all’ex prefetto di Caserta ed ex deputato Pdl, Maria Elena Stasi.
Oggetto del processo è l’Aversana
Petroli, l’azienda di carburanti della famiglia Cosentino, amministrata in
passato da Giovanni Cosentino e sequestrata, che secondo l’accusa sarebbe stata
avvantaggiata illecitamente ai danni della società di un altro imprenditore,
Luigi Gallo, che puntato il dito contro la famiglia Cosentino. Proprio
per questa
vicenda Cosentino era stato arrestato nell’aprile del 2014. Secondo
l’accusa i Cosentino potevano contare sul “rapporto stabile con i Casalesi”,
tanto che “i vertici del clan avevano imposto agli affiliati il divieto di
estorsioni ai danni degli impianti riconducibili a Cosentino”.
Fondamentale per l’indagine –
partita nel 2011 – era stata la collaborazione con gli investigatori di Luigi
Gallo, titolare di una stazione di servizio in costruzione a Villa di Briano.
Gallo aveva ottenuto la licenza per l’apertura di un impianto di carburanti,
licenza che di fatto impediva ai fratelli Cosentino di averne una analoga a 5
chilometri di distanza. Per ottenerla ugualmente, i tre, secondo l’accusa,
avevano “indotto” Vincenzo Schiavone e Vincenzo Falconetti, dirigenti
dell’Ufficio tecnico del Comune di Casal di Principe, a rilasciare comunque
all’Agip Petroli, società partner dei Cosentino, un’autorizzazione edilizia.
Inoltre, l’ex coordinatore regionale del Pdl e l’ex prefetto di Caserta Maria
Elena Stasi convocarono l’allora sindaco di Villa di Briano (Caserta)
nell’ufficio della Prefettura di Caserta intimandogli di provvedere alla rimozione
del tecnico comunale che aveva rilasciato l’autorizzazione all’imprenditore
Luigi Gallo.
I Cosentino hanno inoltre più
volte minacciato Luigi Gallo. Episodi analoghi sono stati ricostruiti durante
le indagini, che hanno appurato la posizione di vantaggio sul mercato dei
Cosentino. “Siamo fortemente perplessi, ritenevamo che fosse innocente e
riteniamo ancora di più che sia innocente. Leggeremo la sentenza, ricorreremo
senza alcun dubbio in appello” dice l’avvocato Agostino De Caro.
Prima di questa condanna l’ex
coordinatore campano del Pdl il
17 novembre scorso era stato condannato a nove anni per concorso esterno:
le motivazioni della sentenza saranno depositate nel mese di maggio. In questo
processo l’accusa aveva chiesto per l’imputato 16 anni di carcere. Secondo
l’accusa, sarebbe stato sin dal 1980 e fino al 2014 il referente
politico-istituzionale dei clan Casalesi, dai quali avrebbe ricevuto sostegno
elettorale e capacità di intimidazione, e ai quali avrebbe offerto la
possibilità di partecipare ai proventi degli appalti del ciclo dei rifiuti e
delle assunzioni. Un anno fa invece era
stato condannato in primo grado a 4 anni per corruzione.
Per l’accusa l’ex sottosegretario
aveva procurato favori e denaro al secondino del carcere dove era detenuto per
ricevere beni e visite non consentite. ilfattoquotidiano.it/2017/03/15
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