martedì 21 marzo 2017

Ceni Diana

Ceni Diana

Una donna del popolo. Madre di un figlio che “c’ha un testone così”. Una donna sopra le righe. Madre rabbiosa e dolorosa. 
Questa è Maria Croce, protagonista dello Stabat Mater di Antonio Tarantino che, in un esuberante e colorito flusso di coscienza, ci trascina nella sua testa e nella sua vita.
Siete pronti a conoscere Maria Croce? 
Siete pronti ad essere travolti da un testo crudo, spiazzante, senza censure? Siete pronti a ridere, commuovervi, e forse indignarvi? Siete pronti a conoscere la lotta di questa donna con la vita? Due attrici. Due studi per uno stesso testo. Un Vangelo laico pieno di sincera umanità.
Progetto e regia di Alberto Oliva e Mino Manni, Con Diana Ceni e Arianna Corinne Banfi, Assistenti alla regia: Serena Lietti ed Emanuela Ferlito, 4 febbraio ore 21 "Non son mica la Madonna"www.teatrolibero.it/sognipossibili.
Una maglia rossa con il nome Diana scritto con lustrini, le scarpe in tinta e una bicicletta al centro della scena.
Diana Ceni inizia a pedalare. Inizia la sua immaginaria salita e proprio così, “La salita”, si intitola il monologo scritto e interpretato da Diana Ceni e portato al Teatro Libero a Milano con la regia di Alberto Oliva e Mino Manni.
In bicicletta in salita non ci si può fermare.
Non ci si può arrendere e Diana Ceni non vuole arrendersi: la sua pedalata ha quel tanto di furioso che permette di superare ostacoli e impervietà. Racconta la sua storia. Sono sprazzi di memoria con momenti felici e altri molto brutti: la perdita del padre tanto amato, il matrimonio, la nascita del figlio, la perdita dell'amore della sua vita, il marito Sergio.
Lei lo chiama sempre «lui» e la sua perdita segna l'inizio della solitudine, quando il ritorno a casa dopo il cinema o il teatro non coincide più con un abbraccio, ma con la scoperta di una casa vuota. I suoi non sono rimpianti, ma ricordi di momenti felici. E passati.
Il senso della solitudine, quello sì forte, contro il quale solo il teatro aiuta a lottare, permettendole di vivere tante vite, immaginare tante storie.
Diana Ceni è molto brava a prendere lo spettatore per mano e condurlo tra i labirinti della mente che si districa tra ricordi, dolori, momenti felici, desiderio di non mollare, voglia (e paura insieme) di guardarsi indietro. Con le sue parole, sottolineate in alcuni punti da musica e canzoni, si racconta, riuscendo a coinvolgere e rendere partecipe il pubblico.
Giocando con la voce - triste, allegra, ironica, sfottente, seria, sopra le righe, più cupa - sa commuovere, emozionare e fa amaramente sorridere dell'ipocrisia della gente, pronta a dire che il tempo tutto fa dimenticare.
Ma lei sa che non è vero e che non sono queste le parole che veramente l'aiuteranno. Un aiuto, sì, lo cerca ed è un grido di aiuto rivolto a quello che è il pubblico del teatro e che sente amico. Proprio il suo aiuto lo ha già cercato scrivendo questo testo, vivendolo davanti a noi spettatori e per una volta immedesimandosi non in altri personaggi e altre storie, ma in se stessa. E allora, Diana, si può scendere dalla bicicletta, tralasciare per un momento quanto è necessario continuare a lottare e invece ci si può fermare per condividere con gli altri i propri momenti tristi e felici trasfigurati a teatro, perché nulla vada perduto e non possa far pensare che sia stato inutile. O sia da dimenticare.
Progetto e regia di Alberto Oliva e Mino Manni assistente alla regia Serena Lietti, foto di Alessandra Cirillo, a Milano al Teatro Libero il 21 giugno 2015. spettacolinews.it.

Siete tutti invitati al banchetto de " Le nozze dei piccolo borghesi" testo simbolo, che annuncia i vorticosi giochi drammaturgici, del geniale talento di Bertolt Brecht ancora giovane esordiente. Corrado D'Elia con mano mordace e ironica ricostruisce la conformista famigliola teatrale, congegnando l'impianto registico con esuberante ritmo e trovate cinematografiche, incastrate in un disegno di squadra attoriale, che in un crescendo impietoso deflagrano nel tragicomico e agghiacciante convivio nunziale del titolo. Fra gli interpreti  Diana Ceni, Teatro Libero- Milano ilsole24ore.2013-12-27.

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