venerdì 17 febbraio 2017

Renzi Tiziano

Renzi Tiziano

Tiziano Renzi, padre di Matteo Renzi comincia la sua carriera politica come Consigliere comunale a Rignano sull’Arno: dal 1985 al 1990 con la Dc, dal 1999 al 2002 con il PPI (POP), che segue anche dopo il 2001, quando confluisce nella Margherita e il figlio viene chiamato a coordinarne la sezione fiorentina.
Tiziano conferma la sua fiducia al Partito Democratico fino all’anno delle primarie (2012), che il figlio perde con il Pier Luigi Bersani. Nello stesso anno, Renzi senior è Segretario del Pd a Rignano, ma si dimette dopo aver appreso di essere indagato a Genova per il fallimento di una delle società di famiglia, la Chil Post, società di distribuzione e marketing. Per tale inchiesta, il Pubblico ministero ha chiesto per due volte l’archiviazione.
Tiziano Renzi è anche proprietario del 40% della Party Srl, società immobiliare di cui la moglie Laura ne è l’amministratore delegato unico.
Nel 2015 i genitori di Matteo Renzi sono stati accusati di aver dichiarato il falso circa le «dichiarazioni patrimoniali d’obbligo come genitori del Premier, pubblicate sul sito di palazzo Chigi del 2014 (relative al 2013) e confermate senza variazioni nell’agosto 2015, perché hanno nascosto la scottante verità di essere in affari con Lorenzo Rosi, Presidente di Banca Etruria , oggi nell’indagine della Procura di Arezzo».
Nell’agosto 2016 è stato assolto dall’accusa di bancarotta fraudolenta per una vicenda legata alla Chil Post, una delle società di famiglia.
Pochi giorni dopo l’Assemblea del Partito Democratico di Rignano sull’Arno (Fi) chiede a Tiziano Renzi di riprendere il ruolo di segretario di partito dal quale si era sospeso a causa dell’avviso di garanzia ricevuto nel settembre 2016. Renzi ha accettato la richiesta. lostampateo.com.
A Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio Matteo, indagato dalla procura di Roma nell’inchiesta sugli appalti in Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione è contestato il reato di Concorso in traffico di influenze.
Il papà dell’ex inquilino di Palazzo Chigi ha confermato di aver ricevuto l’avviso di garanzia dai pm capitolini. «Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina - ha commentato - neanche conoscevo l’esistenza del reato di traffico di influenze che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati - cui va tutto il mio rispetto - potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro». 
Il procedimento all’attenzione dei pm capitolini è uno stralcio dell’inchiesta avviata a Napoli e inviata a Roma per competenza territoriale. Nell’inchiesta risultano indagati anche il ministro Luca Lotti, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia. Nei loro confronti la Procura contesta i reati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. 
Il reato di traffico di influenze, contestato a Tiziano Renzi in concorso con altri, è stato introdotto nel codice penale nel 2012. Mira a colpire anche il mediatore di un accordo corruttivo al fine di prevenire la corruzione stessa. 
L’attenzione degli inquirenti è rivolta alla gara d’appalto, bandita nel 2014, denominata Fm4 (facility management) del valore di 2,7 miliardi di euro e che era stato suddiviso in una serie di lotti.
In questa vicenda risulta indagato l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo.
I magistrati intendono anche approfondire i rapporti tra il padre dell’ex premier e l’imprenditore toscano Carlo Russo, coinvolto nell’inchiesta Consip e in contatto con Romeo. Agli atti dell’indagine anche decine di intercettazioni telefoniche acquisite nel filone napoletano dell’inchiesta tra Romeo e l’ex deputato Italo Bocchino, «consulente» dell’imprenditore: secondo i pm di Napoli l’esponente politico avrebbe dato, come si legge in un recente decreto di perquisizione, «indicazioni a Romeo su quando e come pagare e su come compiacere i rappresentanti della `cosa pubblica´ con denari e altre utilità». Circostanza seccamente smentita da Bocchino. 
Per l’inchiesta Consip, nel dicembre scorso, dopo aver ricevuto gli atti da Napoli, i pm capitolini hanno ascoltato il ministro dello Sport Lotti e il comandante generale dell’Arma, Del Sette. lastampa.it/2017/02/16.



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