domenica 19 febbraio 2017

Partito Politico. Partito Democratico. Assemblea Nazionale

Partito Politico. Partito Democratico. Assemblea Nazionale


Il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha formalizzato, in assemblea nazionale,  le dimissioni, annunciate nel corso della direzione del Pd.
“Non si può accettare che si possa dire di no a una candidatura, altrimenti ci sarà una scissione” ha spiegato Renzi "noi stiamo insieme per confrontarci, non accetteremo mai che qualcuno ci dica 'tu non vai bene' , avete il diritto di sconfiggerci, non di eliminarci".
Renzi ha ricordato la "frattura politica" che si è aperta dopo il referendum del 4 dicembre: "Io sono responsabile di quella frattura: il referendum è stato una botta per tutto il sistema paese, dopo il 4 dicembre è tornata la prima Repubblica ma senza la qualità della prima Repubblica, si stanno scindendo tutti, fratture che il proporzionale fisiologicamente esalta".
"La scissione ha le sue ragioni che la ragione non conosce, la nostra responsabilità è verso il Paese."
Appelli all'unità sono arrivati da Piero Fassino, da Gianni Cuperlo da Walter Veltroni, da Franceschini , da De Vincenti, da Maurizio Martina.
Rimanere insieme è a portato di mano, mi fido di Renzi. "Io credo che siamo ad un passo dalla soluzione", afferma il governatore della regione Puglia. "Un piccolo passo indietro consente ad una comunità di farne cento avanti", conclude. 
Il presidente del Pd Matteo Orfini ha poi concluso l'assemblea e aperto il percorso congressuale. "È formalmente indetto il congresso. Convocherò la direzione per martedi con all'ordine del giorno la nomina della commissione per il congresso”.rai news.19 febbraio 2017.
«È stato alzato un muro, sia nel metodo che nella forma. Per noi la strada è un’altra. Sono maturi i tempi per formare una nuova area. Ci sono stati milioni di cittadini che hanno abbandonato questo Pd». spiega il governatore della Toscana Enrico Rossi. «Abbiamo posto lo stesso problema che milioni di cittadini pongono e che avvertono il Pd come un partito non più di sinistra. Abbiamo provato ad avanzare alcune idee,invece è stato alzato un muro e non abbiamo avuto nessuna risposta di merito né di metodo». lastampa.it/2017/02/19.
C’è qualcosa, però, che non convince, in questa rottura: nei modi, nei tempi. Tutto così incerto, tutto così poco eclatante. “Ma cosa vi aspettavate? – chiede Zoggia – Non siamo mica a Livorno nel 1921. Qui nessuno se ne andrà in un teatro a fondare un nuovo partito”.
Ancora presto per definire i numeri delle truppe scissioniste. “Certo è che se abbiamo deciso di fare un’operazione del genere è perché siamo sicuri che non saremo in 4 gatti”, sorride Zoggia.
Eccolo, dunque, lo spartiacque di una giornata lunga e estenuante. “Capisco benissimo il disorientamento di chi ci osserva dal di fuori”, commenta Anna Ascani, renziana di ferro. “Se fate fatica voi giornalisti a comprendere le ragioni di questa frattura, figuriamoci cosa potrà pensare il nostro popolo. Chi glielo spiegherebbe, nel caso le cose andassero male, che si è sfasciato il partito per una questione di date e di modalità di svolgimento del congresso?” ilfattoquotidiano.it/2017/02/19.

Solo i componenti dell’Assemblea del partito sanno ed hanno capito i motivi di questa diatriba. La gente normale pensa che sia solo un problema di contare di più di avere un poderetto di voti per trarre il massimo vantaggio in termini di poltrone a tutti i livelli parlamento ed amministrazioni varie.labu.fala.it

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