giovedì 26 gennaio 2017

Legge elettorale Corte Costituzionale Sentenza

legge elettorale Corte Costituzionale Sentenza


La Corte costituzionale ha riscritto la legge elettorale il Parlamento ci ha messo più di 3 anni per elaborare il testo.
La Corte Costituzionale in sei mesi per non disturbare l’esito del referendum sulla costituzione ha cambiato completamente la legge.
La natura maggioritaria è stata stravolta a favore di un sistema proporzionale che la stessa Corte dichiara possa essere applicato subito per le prossime elezioni senza intervento del legislatore.
Per tagliare i costi della politica si potrebbe delegare direttamente alla Corte la scrittura delle leggi a rischio Consulta così eviteremo tempo e risparmieremo le indennità degli onorevoli.
Sarebbe stato contento Palmiro Togliatti .
Il migliore infatti diceva che era un assurdo avere un parlamento e correre il rischio che la Corte Costituzionale , fatta da tecnici, potesse annullare o stravolgere il contenuto delle leggi approvate dal Parlamento. Labu.fala.it.
La sentenza della Consulta è arrivata. L’Italicum, la legge elettorale voluta da Renzi e dalla Boschi, è bocciata a metà: no al ballottaggio ma salvo il premio di maggioranza.
Le decisioni della Corte Costituzionale non lasciano spazio a dubbi: in Italia una legge elettorale c’è e si più utilizzare, anche subito, perfino in primavera.
Con un premio di maggioranza alla lista vincente che scatterebbe col 40% e che costringerà i partiti a mettersi insieme. secoloditalia.it/2017/01/26.
L'Italicum è dimezzato. La Corte costituzionale detta le attese regole per riportare gli italiani al voto.
È illegittimo il ballottaggio, fiore all'occhiello della legge elettorale voluta da Matteo Renzi, ma non il premio di maggioranza al primo turno per chi raggiunge il 40% dei consensi.
Sopravvivono capilista bloccati e pluricandidature, ma sarà un sorteggio e non l'eletto a scegliere il collegio in caso di vittoria multipla.
In sintesi la legge resta apparentemente maggioritaria, ma sostanzialmente proporzionale proprio in virtù di un premio di maggioranza tanto alto e difficile, guardando i numeri di ogni singolo grande partito nel nostro panorama politico, da raggiungere. iltempo.it/politica/2017/01/25/

La sentenza della Corte Costituzionale fa a pezzi l'Italicum e riporta in vigore il proporzionale. Resta il premio di maggioranza ma scompare il ballottaggio: il nome del vincitore delle elezioni si scoprirà solo in Parlamento. E da stasera renziani e grillini vogliono la stessa cosa: voto subito

Il futuro, prima o poi, torna, si intitola il primo post del blog che Matteo Renzi ha aperto questa mattina.
Nell'attesa, però, è tornato il passato, con la sentenza della Corte costituzionale che dopo un'attesa interminabile ha fatto a pezzi la legge elettorale Italicum prodotta da questo Parlamento nel 2015, dopo che la stessa Corte aveva bocciato la precedente legge elettorale, il Porcellum.
Torna il passato recente della storia repubblicana: la legge elettorale proporzionale. Perché eliminando il ballottaggio, considerato incostituzionale la Corte affossa il dogma renziano. Il  ballottaggio, considerato incostituzionale comunque vige in tutti i comuni italiani per i sindaci e in molti paesi democratici, a partire dalla Francia.
Sapere chi è il vincitore delle elezioni la sera stessa del voto, e ripristina riti e abitudini della Prima Repubblica: se nessun partito o lista raggiunge il 40 per cento, e stando ai sondaggi appare un obiettivo impossibile sia per il Pd che il Movimento 5 Stelle, il sistema torna alla proporzionale pura, tanti voti tanti seggi, con un timidissimo sbarramento del tre per cento.
La Corte introduce il principio del sorteggio per decidere quale sarà il collegio che tocca ai capilista candidati in più circoscrizioni, dato che l'opzione volontaria è stata dichiarata incostituzionale.
La decisione sulla legge elettorale la prenderà un conclave silente e paludato. Che vive di riti e rifiuta la trasparenza. Ma conta sempre di più, nel vuoto del Parlamento
Sono i frammenti di un sistema politico a pezzi. Con la Camera che ha un sistema elettorale e il Senato che ne ha un altro. Con una legge «immediatamente applicabile», scrive la Corte, che però renderebbe il Paese ingovernabile chissà per quanto.
I renziani e i grillini parlano questa sera con la stessa lingua: votare subito.
E’ difficile che il Quirinale possa tacere dopo aver fissato il paletto di una legge unica per Camera e Senato.
Di certo la tregua è finita. E anche il lungo periodo cominciato un quarto di secolo fa e giornalisticamente e politicamente ribattezzato Seconda Repubblica. Già ferita a morte con il voto del 4 dicembre, oggi finisce anche su un piano istituzionale.
Gli attori delle fasi precedenti si preparano all'ennesima metamorfosi: da profeti del maggioritario a paladini della proporzionale. Delle riforme di Renzi resta poco o niente: chi chiedeva di conoscere il nome del vincitore la sera stessa si accontenterà di saperlo molte settimane dopo.http://espresso.
repubblica.it/palazzo/2017/01/25.



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