giovedì 19 gennaio 2017

Brotto Maria Teresa. CNV. Risarcimento


Maria Teresa Brotto è stata indagata e arrestata nel giugno 2014 per l’inchiesta sugli appalti del Mose, il sistema di dighe anti-acqua alta di Venezia. La donna era all’epoca il braccio destro di Giovanni Mazzacurati, numero uno del Consorzio Venezia Nuova (Cnv), al quale erano affidati in concessione i lavori alla barriera idraulica del Mose e la connessa bonifica di Porto Marghera. Accusata di essere anche lei partecipe di un sistema corruttivo aveva raggiunto un accordo con la procura poi accolto dal giudice.
A gennaio 2015, per effetto di quel patteggiamento, arrivò la lettera di licenziamento da parte di Cnv.
Maria Brotto l’ha contestata davanti al giudice del lavoro di Venezia.
Il magistrato Anna Menegazzo le ha dato ragione: “La sentenza di patteggiamento per il reato di concorso in corruzione non è sufficiente a giustificare l’avvenuto licenziamento”. L’ingegnere dovrà avere 1,3 milioni di euro di risarcimento: dodici mensilità (da 27mila euro lordi al mese) per il mancato preavviso e altre venti di indennità supplementare. Così il combinato delle due sentenze diventa paradossale.
Aveva patteggiato due anni e mezzo per corruzione e doveva pagare 600mila euro, ma in sede civile ha diritto ad averne più del doppio di quella multa per essere stata licenziata ingiustamente. ilfattoquotidiano.it/2017/01/14.
E’ ovvio che ogni ordinamento giudiziario ha le sue regole: il giudice civile deve valutare autonomamente rispetto al giudice in sede penale.

In questo modo l’applicazione del diritto è più chiara a tutti. Labu.fala.it

Nessun commento:

Posta un commento