venerdì 23 dicembre 2016

Galan Giancarlo


Galan Giancarlo


Galan Giancarlo nel 1993 viene chiamato da Silvio Berlusconi a partecipare alla fondazione di Forza Italia.
Nel 1994 viene eletto alla Camera dei deputati.
Diventato il leader del partito in Veneto, viene nominato Presidente della Regione Veneto nel 1995
A febbraio del 2013 viene eletto alla Camera alle elezioni del 2013 ed il 7 maggio 2013 viene eletto Presidente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia[10][11].
Il 4 giugno 2014 viene trasmessa alla Camera dei deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l'arresto di Galan in relazione all'inchiesta condotta della Procura di Venezia nell'ambito delle indagini sull'ex Amministratore delegato della Mantovani S.p.A., Giorgio Baita, e sugli appalti per il MOSE.
A Galan sarebbero contestati i reati di corruzione, concussione e riciclaggio. Secondo la procura del capoluogo veneto, l'ex ministro della Cultura ha percepito “uno stipendio di un milione di euro l'anno più altri due milioni una tantum per le autorizzazioni” necessarie all'opera.
Il diretto interessato si è difeso, dichiarandosi innocente e accusando la Guardia di Finanza, il cui lavoro scadente avrebbe indotto in errore i magistrati inquirenti.
Contro Galan ci sono le dichiarazioni di Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, e della sua ex segretaria Claudia Minutillo. Secondo l'imprenditore l'ex ministro della Cultura e Governatore del Veneto era di fatto stipendiato insieme all'Assessore alle Infrastrutture della Regione Veneto, arrestato, Renato Chisso (PdL.
Dall'ordine di custodia cautelare che aveva portato a 35 arresti erano emersi altri particolari: un milione e centomila euro per ristrutturare villa Rodella, la sua residenza sui Colli Euganei, 200 000 euro consegnati nel 2005 all'Hotel Santa Chiara di Venezia da Piergiorgio Baita
Ed è ancora la segretaria a raccontare ai pm che un'ulteriore ricompensa consisteva nell'”intestare quote di società che avrebbero poi guadagnato ingenti somme dal project financing a prestanome dei politici di riferimento”, Galan in primis.
Dalla Regione, per procedere con i lavori, il Consorzio Venezia Nuova doveva ottenere essenzialmente la Valutazione d'impatto ambientale e la salvaguardia per la realizzazione delle dighe.
Galan avrebbe avuto un ruolo fondamentale: quello di accompagnare Mazzacurati, presidente del Consorzio, al cospetto di Gianni Letta, quando quest'ultimo è sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo di Silvio Berlusconi e al coordinatore regionale di Forza Italia e PdL Veneto, l'avvocato del premier Niccolò Ghedini. Secondo Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani, i versamenti a Galan erano proseguiti anche quando il politico padovano non era già più presidente del Veneto.
Il 10 luglio la Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati delibera parere favorevole alla proposta di concessione della richiesta di arresto non rilevando il fumus persecutionis nei confronti dell'ex Governatore del Veneto.
Il 22 luglio, dopo due rinvii concordati in conferenza dei capigruppo, la Camera dei Deputati decide sull'arresto del deputato Galan. wikipedia
La Corte dei Conti è convinta che l’ex governatore del Veneto abbia altri beni al di là di quelli noti come villa Rodella di Cinto Eugeneo, ed intende portarli al più presto alle casse pubbliche. Acquisirli diventa importante anche in vista del processo che si aprirà a gennaio per il danno d’immagine; danno che l’ex presidente avrebbe causato alla Regione a seguito del suo coinvolgimento nello scandalo Mose.
La somma contestatagli è di 5,8 milioni di euro. La Guardia di Finanza, dunque, ha passato al setaccio tutti i beni riconducibili a Galan.
Palazzo Mandelli, sede della magistratura contabile del Veneto, sospetta dunque la disponibilità di beni coperti da prestanome ed è su questi che ha avviato specifiche azioni.
La magistratura contabile sospetta che alcuni beni che risultano intestati a terzi appartengano in realtà all’ex presidente Galan e quindi possano essere aggrediti da un’azione revocatoria.
Ma quella per i danni d’immagine a Galan non è l’unica istruttoria arrivata a compimento davanti alla Corte dei Conti nell’ambito dei diversi fascicoli avviati per il caso Mose.
L’atto di costituzione in mora è solo una cautela, non un’anticipazione di giudizio; serve ad evitare il rischio di prescrizione. L’ammontare della somma richiesta, in questo caso, si aggira attorno ai 40 milioni di euro. nuovavenezia.gelocal.it

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