sabato 31 dicembre 2016

Arabia. Gentiloni

Esteri. Arabia. Gentiloni

La necessità di un’indagine della magistratura sulle esportazioni di materiali d’armamento autorizzate dal Governo Renzi verso l’Arabia Saudita è evidente.
Il Viceprocuratore di Brescia, dott. Fabio Salamone, ha aperto un’inchiesta sulle spedizioni dall’Italia di materiali d’armamento destinate alle forze armate della monarchia saudita che, a capo di una coalizione di diversi paesi, dal marzo del 2015 è intervenuta militarmente nel conflitto in Yemen senza alcun mandato da parte delle Nazioni Unite”.
Il ministro degli Esteri ha sostenuto sostanzialmente che gli unici divieti che porrebbe la legge n. 185 del 1990, che regolamenta la materia, sarebbero derivanti da decisioni di embargo, sanzione o restrizione internazionale nel settore delle vendite di armi.
Contrariamente si ritiene che la suddetta legge non solo vieta le esportazioni di armamenti a paesi sottoposti a forme di embargo, ma che l’esportazione «di materiale di armamento nonché la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia» e che «tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
La Legge vieta inoltre specificamente l’esportazione di materiali di armamento «verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, nonché «verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione».
La Risoluzione del Parlamento europeo, votata ad ampia maggioranza lo scorso 25 febbraio, ha chiesto all’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, di “avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita alla luce delle gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale perpetrate dall’Arabia Saudita nello Yemen.
Tale risoluzione, finora, è rimasta inattuata anche per la mancanza di sostegno da parte del Governo italiano.
In pratica per il Governo Italiano, ormai è ufficiale non è un problema legale e nemmeno politico vendere armi a Paesi che bombardano civili anche con tecniche terribili come il “double tap” (cioè il bombardamento differito per andare a colpire anche i soccorritori operanti dopo il primo attacco). Significa anche che non è considerato come “conflitto armato” quanto succede in Yemen e cioè una delle più gravi crisi umanitarie di questi anni secondo le Nazioni Unite.
Il ministro Gentiloni ha fatto infine riferimento alla Relazione che il Governo invia annualmente alle Camere sulle esportazioni di materiali d’armamento.
La Rete Italiana per il Disarmo evidenzia che negli ultimi due anni del governo Renzi la voluminosa relazione – pur riportando il valore complessivo delle autorizzazioni all’esportazione rilasciate e le generiche tipologie di armamento (munizioni, veicoli terrestri, navi, aeromobili, ecc.) esportate – non permette di conoscere con precisione gli specifici materiali, per quantità, valore e Paese destinatario che vengono esportati rendendo così impossibile un effettivo controllo da parte del Parlamento e dei centri di ricerca attenti al controllo degli armamenti. retedellapace.it/2016/10/26.

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