sabato 30 aprile 2016

Pensioni. Retributivo o contributivo


Pensione, metodo retributivo o contributivo? Come funziona il calcolo dopo la riforma Fornero

La riforma Fornero stabilisce la fine definitiva del metodo retributivo che sopravvive, in parte, solo per chi aveva 18 anni di contributi nel 1995


Oltre che per l’età di pensionamento, la riforma Fornero ha introdotto un’importante novità nel calcolo della pensione, sancendo definitivamente il trionfo del metodo contributivo sulretributivo. Una scelta necessaria per contenere la spesa previdenziale in Italia, anche considerando l’allungamento della vita media.
I DUE METODI
I due sistemi di calcolo si basano su criteri profondamente diversi:
  • RETRIBUTIVOL’importo della pensione viene calcolato sulla media dei redditi:- degli ultimi 10 anni di lavoro per i dipendenti;
    – degli ultimi 15 anni di lavoro per gli autonomi,
    nella misura del 2% di questa media per ogni anno di contribuzione.
 Esempio di calcolo retributivo:
– reddito annuo medio negli ultimi 10 anni: € 30.000
– anni di contribuzione: 40
– pensione: 2% di 30.000 x 40 = € 24.000
  • CONTRIBUTIVOL’importo della pensione viene calcolato sui contributi effettivamente versati nel corso della vita lavorativa (cosiddetto “montante contributivo”). L’ammontare dei contributi viene rivalutato in base all’indice Istat delle variazioni quinquennali del Pil e moltiplicato per il coefficiente di trasformazione, aggiornato ogni 3 anni (dal 2019 ogni due) e variabile, in base all’età del lavoratore al momento della pensione.
IL PASSAGGIO DAL RETRIBUTIVO AL CONTRIBUTIVO
Dal 1° gennaio 2012 il metodo contributivo è diventato l’unico metodo di calcolo per la prestazione pensionistica. Pertanto – tolti i fortunati che sono già in pensione, per i quali non cambia nulla e che continueranno a godere del privilegio del retributivo – anche chi prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero avrebbe avuto una una pensione calcolata del tutto con il metodo retributivo si è visto ricalcolare l’assegno col contributivo per la quota di anni di lavoro che ancora gli restano. Insomma il metodo retributivo sopravvive ancora, ma riferito a un minor numero di anni e per un numero di lavoratori sempre più esiguo.
In sostanza si creano tre situazioni differenti. Per i più giovani che hanno cominciato a lavorare dopo il 1995 – anno di entrata in vigore della riforma Dini che per prima introdusse il sistema contributivo – la pensione verrà tutta calcolata col metodo contributivo. Per gli altri invece conta l’anzianità di servizio maturata alla data del 31 dicembre 1995.

Quindi situazioni differenziate per garantire i cosiddetti diritti acquisiti o meglio i privilegi acquisiti soprattutto dagli anziani pensionati con stipendi più elevati.
Tutti sanno che l'eccessiva onerosità della prestazione nel diritto civile è causa di risoluzione del contratto; in questo caso si è versato poco in rapporto a quello che ora si riceve e si scaricano gli oneri sulle generazioni future .
Una palese violazione al principio di uguaglianza che la classe dirigente che lucra sui benefici del retributivo non ha intenzione di modificare 

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