lunedì 7 marzo 2016

costo salariale dei dipendenti pubblici

Il costo salariale dei 3,3 milioni di dipendenti pubblici italiani si aggira sui 160 miliardi di euro l’anno.
Basta una semplice operazione per verificare che se il reddito medio dei dipendenti pubblici si attestasse attorno al reddito medio del settore privato, lo Stato risparmierebbe una ventina di miliardi di euro l’anno. 
Significherebbe diminuire gli stipendi della maggioranza dei 3,3 milioni di dipendenti pubblici che guadagnano meno di 30 mila euro l’anno? 
Non sembra, perché stando ai conti della Ragioneria, non è la gran parte dei dipendenti pubblici a pesare sulla statistica, quanto una parte di amministratori, sicuramente con alte qualifiche, per i quali pesano tanto gli stipendi diretti quanto rimborsi spese e benefici vari.
I numeri annuali sugli stipendi pubblici provengono da varie fonti. 
Oltre alla Ragioneria, ci sono le analisi annuali della Corte dei Conti e dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni). Non affrontano il tema degli oneri dei rimborsi spese, o dei benefici, e non tutti dividono i dipendenti pubblici per categorie. Da un calcolo della Cisl-Fp, basato sul dossier della Corte dei Conti del 2013 sul costo del lavoro pubblico, si arrivano a contare 170 mila dirigenti pubblici e una spesa lorda per le loro retribuzioni di quasi 15 miliardi l’anno. E non crediate che la maggior parte siano medici. Con i loro 74 mila euro lordi in media – senza parlare del costo delle assicurazioni – sono ben al di sotto di tutti gli altri dirigenti, eccetto quelli scolastici (62 mila euro).
L’Italia spende ogni anno 4,5 miliardi di euro soltanto per pagare i dirigenti apicali e dirigenti di seconda fascia o semplici funzionari dei ministeri. Sono 1,5 volte meglio pagati che nel Regno Unito, secondo l’economista ed ex consulente di Renzi, Roberto Perotti. Dal Conto Annuale del pubblico impiego, si evince poi che a far lievitare i salari statali sono i dirigenti di prima e seconda fascia degli enti pubblici non economici (guadagnano dai 120 ai 220 mila euro l’anno), delle agenzie del Fisco (fino a 230 mila euro), della presidenza del Consiglio (in media 135 mila euro). Nelle Forze armate, invece, ci si attesta “solo” a 100 mila euro.
Al top della classifica dei meglio stipendiati ci sono i 10 mila magistrati italiani. 
Anche se dovrebbero arrivare a tali livelli soltanto dopo 28 anni di anzianità, stando ai dati della Ragioneria di Stato e dell’Aran, i nostri magistrati hanno in media una retribuzione sopra i 140 mila euro.
Sono loro i più pagati della Pa.
Dopo i magistrati, seguono nella classifica dei funzionari più remunerati gli amministratori delle prefetture e i diplomatici (90 mila euro di media). Circa 80 mila euro lordi vengono assegnati invece a chi ha intrapreso la carriera penitenziaria e ai funzionari delle autorità indipendenti. Scende a 60 mila euro lordi di media il costo dei lavoratori della presidenza del Consiglio dei ministri.
Entrando nello specifico dei dati della Ragioneria di Stato, ai ministeri il numero di dirigenti apicali arriva a quasi 400, e lo stipendio medio lordo va dai 160 mila del ministero dei Beni Culturali ai 243 mila del ministero della Salute. Sono invece 2.400 i dirigenti di seconda fascia, e guadagnano dai 79 mila euro al ministero dei Trasporti ai 110 mila euro alla presidenza del Consiglio.
I dirigenti di seconda fascia del ministero dell’Economia sono 585 e hanno uno stipendio lordo che sfiora i 100 mila euro. Più di 2.000 persone (non dirigenti) assunte dalla presidenza del Consiglio guadagnano circa 60 mila euro. In totale, solo per i ministeri, si parla di una spesa in stipendi per alti dirigenti di circa 300 milioni di euro l’anno. Regioni e Provincie spendono 42 milioni. Contando 10 mila dirigenti di seconda fascia con una media di 100 mila euro, il risultato è di un altro miliardo di euro all’anno.
Per pagare più di 400 generali (la metà di quelli degli Stati Uniti) lo Stato spende 250 milioni di euro l’anno. 
Esclusi carabinieri e guardia di finanza, sono circa 2.400 gli alti ufficiali di esercito, marina e aeronautica. 
Oltre ai circa 400 generali si contano 2.000 colonnelli. Facendo un semplice rapporto, risulta che nell’esercito c’è un ufficiale ogni 5 uomini. Nella marina 1 ogni 3.
Nell’aeronautica gli ufficiali sono più numerosi della truppa. Bisognerebbe prendere in considerazione i carabinieri perché il rapporto ufficiali-truppa scenda a un normale 1 a 15. Eppure anche in questo caso ci sono delle differenze di trattamento. Non tutti gli ufficiali hanno uno stipendio di riguardo. Secondo la Ragioneria di Stato, in media gli ufficiali classificati come dirigenti delle Forze armate sono la metà, e guadagnano circa 100 mila euro. Il numero di ufficiali classificati come dirigenti di seconda fascia arriva a 12 mila e guadagna in media 70 mila euro l’anno, per un costo di 840 milioni di euro. L’Italia, per pagare 15 mila dirigenti delle Forze armate, cioè 1 militare su 10, spende ogni anno 1 miliardo di euro. Per i dirigenti della polizia i contribuenti spendono 400 milioni di euro, più 200 milioni di euro per i quasi 2 mila alti dirigenti.
Il presidente della Repubblica guadagna 240 mila euro. 
Viene battuto in retribuzione da un gran numero di altri funzionari pubblici, fra cui i 400 avvocati dello Stato, che prendono circa 244 mila euro lordi l’anno, di cui 100 mila di indennità (inventata per adeguare lo stipendio all’inflazione). 
Superiore a quello del Capo dello Stato è anche lo stipendio dei giudici della Corte Costituzionale, che si aggira sui 454 mila euro lordi (il doppio della Corte Suprema americana), con il picco di 545 mila euro (dato 2014) per il presidente. Stipendi lordi sopra i 400 mila euro spettano ai segretari di Camera e Senato; sopra i 300 mila euro ai consiglieri parlamentari; fra i 200 e i 300 mila euro ai vertici della Cassazione, della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato. 890 diplomatici guadagnano circa 190 mila euro. 170 alti dirigenti delle varie autorità indipendenti vengono pagati in media 150 mila euro: si va dai 120 mila euro dei membri della Commissione di vigilanza fondi pensione ai quasi 200 mila dell’Antitrust, dove il personale “non dirigente” guadagna non meno di 90 mila euro.
Di fronte a questi numeri e a quelli dell’economia italiana, del debito, della pressione fiscale, sembra strano che Renzi, dopo tante parole sui “manager” e sullo stipendio dei politici, non riesca a comprendere che trovare risorse per diminuire le tasse tagliando sulle buste paga dei dirigenti – se non altro per adeguarle a quello degli omologhi inglesi e americani –, non sembra così inappropriato o difficoltoso da essere ancora rimandato.
Tempi.it 


Una cosa non si capisce: perché un tecnico guadagna di più di un politico/amministratore che dovrebbe dirgli cosa fare? 
Certo che un politico che ha la voglia di diminuire lo stipendio ai dirigenti diventerebbe un padre della patria.

Con i vari giovani più preparati dei dirigenti intoccabili  l'amministrazione degli enti pubblici ne guadagnerebbe 

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