mercoledì 16 dicembre 2015

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE

Le OBBLIGAZIONI SUBORDINATE sono dei titoli di debito, che consentono a chi li compra di diventare creditore dell'emittente, incassando periodicamente degli interessi: il dividendo o cedola. Rispetto alle obbligazioni ordinarie, però, quelle subordinate espongono i risparmiatori a un grado di rischio molto più elevato e in caso di fallimento della banca, in questo caso, i possessori di bond sono considerati dei creditori di serie B e quindi il diritto di essere risarcito arriva dopo altri soggetti come i dipendenti, i correntisti o i sottoscrittori dei bond ordinari e anzi concorrono a ripianare le perdite. 
Con le nuove norme Ue infatti le passività soggette al bail-in soggette saranno innanzitutto gli strumenti di capitale, poi le passività subordinate e a seguire le obbligazioni bancarie non garantite. 
In più va considerato che le subordinate spesso non possono essere scambiate su mercati, 
Col recente salvataggio delle 4 banche, il numero di istituti a rischio si riduce notevolmente. 
Sulla base dei dati aggiornati a inizio dicembre dalla Banca d'Italia risultano sotto procedure di amministrazione straordinaria 9 banche di piccole dimensioni. 
Si tratta dell'Istituto per il Credito Sportivo (Rm), la Bcc Irpina (Av), la Cassa di Risparmio di Loreto (An), la Banca Padovana di Credito Cooperativo (Pd), la Cassa Rurale di Folgaria (Tn), la Banca Popolare delle Province Calabre (Cz), La Banca di Cascina Credito Cooperativo (Pi), la Bcc Banca Brutia (Cs) e la Bcc di Terra D'Otranto (Le). 
In circolazione c'e' una massa di oltre 60 miliardi di obbligazioni subordinate emesse dalla banche italiane, più o meno redditizie, nelle mani di piccoli e piccolissimi risparmiatori o di grandi investitori, scambiabili o meno sul mercato. In un'elenco stilato dagli analisti indipendenti di Consultique, fra le circa 370 emissioni la parte del leone per decine di miliardi la fanno i big (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca ecc. con rischio basso o quasi nullo) ma figurano anche, per importi anche non disprezzabili, titoli di banche medie o piccole e Bcc. 

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