giovedì 12 novembre 2015

reato di concussione per induzione

Secondo l’accusa, De Luca, «per il tramite di Giuseppe Vetrano e Carmelo Mastursi (l’ex capo di gabinetto di De Luca che si è dimesso due giorni fa dalla segreteria politica di De Luca prima e da responsabile dell’organizzazione del Pd regionale poi, ndr)», sarebbe stato minacciato «di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale civile di Napoli, con conseguente perdita della carica ricoperta» e per questo indotto «a promettere a Guglielmo Manna, sempre per il tramite dei due, la nomina a una importante carica dirigenziale nella sanità campana». È quanto si legge nel decreto di perquisizione che il 19 ottobre scorso è stato disposto dalla Procura di Roma nei confronti di tutti gli indagati, ad eccezione proprio di De Luca. La minaccia, secondo l’ipotesi formulata dal procuratore Giuseppe Pignatone e dai pm Giorgio Orano e Corrado Fasanelli, sarebbe partita da Anna Scognamiglio: il giudice relatore del tribunale civile di Napoli che si sarebbe occupato del ricorso De Luca contro la sospensione dalla carica prevista della Legge Severino, «abusando della sua qualità e dei poteri decisionali nella controversia giudiziaria», avrebbe agito in concorso con il marito Guglielmo Manna e con gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio. La condotta contestata - è ancora l’ipotesi della procura della Capitale - «è stata reiterata in occasione dell’udienza tenutasi presso il tribunale di Napoli l’11 settembre 2015 avente ad oggetto la legittimità del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che aveva sospeso De Luca dalla carica di Presidente della Regione Campania». Il reato di concussione per induzione fa riferimento, dunque, ad un arco temporale che va da luglio al settembre scorso. Gli indagati, cui è stato notificato il decreto di perquisizione e sequestro, non hanno ritenuto di fare ricorso al tribunale del riesame di Roma. 
Successivamente però il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha detto che «la sentenza del tribunale di Napoli sul caso De Luca non è oggetto di esame da parte della Procura di Roma».
Corriere 

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