lunedì 9 novembre 2015

Pensioni. Contributo di solidarietà . Boeri

ricetta Boeri
1. REDDITO MINIMO GARANTITOIl primo punto della bozza è quello che Boeri definisce il "primo passo verso l’introduzione di quel reddito minimo garantito che oggi manca al nostro paese": una rete di protezione sociale valida dai 55 anni in su dettata dalle difficoltà degli over 55 nel trovare un impiego alternativo (ci riesce solo un disoccupato su 10) e dall’innalzamento del livello di povertà, pressochè triplicato nel giro di sei anni. L’obiettivo è separare assistenza e previdenza nei conti previdenziali: l’assistenza deve essere "finanziata dalla fiscalità generale", mentre la previdenza deve intendersi come "prestazione assicurativa, che prevede trasferimenti tra generazioni diverse, e che garantisce diritti proporzionati ai contributi versati".
2. UNIFICAZIONE SENZA ONERILa seconda proposta presente nella bozza è quella di unificare la pensione tra regimi diversi, inclusa la gestione separata, senza oneri aggiuntivi. Scomparirebbero così le ricongiunzioni onerose che – parole di Boeri – hanno "penalizzato i lavoratori più mobili e quelli con vincoli di liquidità". I benefici previsti sono due.
– rimediare a una forma di iniquità che ha colpito alcune categorie di lavoratori: ad esempio quelli che – dice Boeri – "magari avevano la sfortuna di avere contribuito ‘un giorno di troppo’ per poter beneficiare del regime di cumulo delle prestazioni".
– promuovere più efficienza nell’allocazione del capitale umano: le ricongiunzioni onerose si sono scaricate spesso sui lavoratori più mobili, quelli che hanno cambiato impiego per far fruttare il proprio talento.

 3. ARMONIZZAZIONE DEL SISTEMA
Il terzo punto della bozza di Boeri colpirebbe all’origine le "forti asimmetrie" nei trattamenti previdenziali di diverse categorie di pensionati. Squilibri che non si basano su diversi livelli contributivi (ossia quanto ha versato un certo pensionato) ma su tassi di rendimento garantiti ai contributi versati da alcune coorti e categorie specifiche di lavoratori. Boeri parla esplicitamente di "trattamenti di favore" che hanno "gravato pesantemente sul bilancio" dell’Inps. Portando, fra gli altri, l’esempio dei vitalizi ai parlamentari.4. FLESSIBILITA’ SOSTENIBILEÈ il principio di una uscita elastica dal mondo del lavoro. Il montante cumulato nel corso della vita lavorativa può essere spalmato in pagamenti mensili in rapporto ad età e aspettativa di vita ("speranza di vita residua"). I contribuenti che vanno in pensione prima dovrebbero, così, spalmare la cifra su molte più mensilità di chi va pensione dopo: ogni anno in meno corrisponde a una riduzione del pagamento mensile, tenendo conto di macro-fattori come demografia e andamento del sistema economico. Sul modello del DDL Damiano attualmente al vaglio parlamentare.
5. CONTRIBUTI AGGIUNTIVIInfine Boeri ha toccato il tasto dolente del finanziamento della previdenza. Il rapporto tra contribuenti e pensionati viaggiava, solo nel 2014, su una proporzione di 130 iscritti su 100 pensioni pagate. Boeri propone di "fare di necessità virtù", permettendo anche ai pensionati di contribuire al finanziamento della previdenza di chi non si è del tutto ritirato dalla vita attiva. Nel dettaglio della proposta, si parla di "offrire nuove opportunità di versare e farsi versare contributi, che poi diventeranno un supplemento alla pensione, per chi sta già percependo un trattamento previdenziale", con l’aggiunta di "contributi aggiuntivi da parte dell’azienda ai propri lavoratori".
I padri della patria che hanno salvato l'Italia riducendo le pensioni minime cosa percepiscono di assegno di pensione?

Sono 100.000 i "super-pensionati" e ci costano ben 13 miliardi di euro all'anno. 
Per garantire il cospicuo assegno a queste persone - che hanno guadagnato cifre ingentissime durante la carriera lavorativa - devono versare i contributi qualcosa come 2.200.000 lavoratori. Uno sproposito. La pensione più ricca d'Italia è quella di Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom; percepisce un assegno di 90.246 euro al mese, - circa 3008 euro al giorno - che si sommano ai gettoni di presenza che percepisce in qualità di membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom e Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Enertel Servizi Srl. Non male per un pensionato, no? Tra i politici il pensionato più pagato è il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, che cumula 30 mila euro/mese di pensione Bankitalia con 4000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell`indennità da parlamentare. Lamberto Dini incassa 18 mila euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall`Inpdap coi 9.363 che gli da il Parlamento. L'unica soluzione di BUON SENSO e GIUSTIZIA SOCIALE, in questa italietta governata da persone che non conoscono nemmeno il significato di tali parole, sarebbe quella di INTRODURRE UN TETTO MASSIMO. Indipendentemente dall'importo dei versamenti previdenziali versati, stabiliti in base al reddito, nessuno dovrebbe percepire una pensione superiore ai 3.000 - 3.500 euro mensili netti: una misura che consentirebbe all'Inps di risparmiare almeno 8 miliardi all'anno, che dovrebbero essere impiegati per aumentare le pensioni minime, che oggi non sono sufficienti per la sopravvivenza di una persona. Con 8 miliardi di euro annui - pari a poco più di 666.500.000 al mese - sarebbe possibile aumentare immediatamente di 100 euro mensili ben 6.650.000 pensioni; una somma che pur non essendo sufficiente per offrire condizioni di vita decenti a chi percepisce la pensione minima, rappresenterebbe una boccata d'ossigeno, soldi che sarebbero immessi nell'economia reale, visto che anziché andare ad ingrassare i conti correnti di qualche privilegiato, verrebbero spesi per far fronte alle necessità quotidiane.


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