giovedì 19 novembre 2015

Banche . Rischio Depositi

direttiva europea gestione delle crisi bancarie a partire dal 2016.
Parecchi sedicenti esperti attizzano i timori dei risparmiatori, per rifilargli immondizia finanziaria e previdenziale.
In realtà sono previste varie soluzioni affinché i salvataggi bancari non siano più totalmente a carico dello Stato.
Solo come ultima ratio è contemplato il cosiddetto bail-in, diventato lo spauracchio per chi ha soldi in banca. 
Esso prevede che verranno colpiti nell’ordine: le azioni (ovvio), le obbligazioni a seconda del tipo e, se non basta, anche i conti correnti, libretti, conti deposito ecc., fatti salvi però 100.000 euro per soggetto.
Quindi non sono affatto i correntisti quelli messi peggio:
– Prima di essi vengono comunque coinvolti senza nessun limite i possessori di obbligazioni della banca, per non parlare degli azionisti; 
per chi ha soldi sul conto la difesa è facile: se ritiene la banca a rischio, può togliere subito anche tutto con un bonifico o assegno. Fanno eccezione solo i depositi vincolati.

– Quelli che rischiano di più sono coloro cui la banca ha scaricato sul groppone proprie obbligazioni non quotate; 
per esempio della Banca Popolare di Vicenza addirittura nominative!
Se hanno timori sulla sua solidità, vorranno liberarsene. Ma non possono farlo facilmente e senza danni . 
Possono solo sperare che la banca gliele ricompri, ovviamente al prezzo che vuole lei. In caso poi di obbligazioni subordinate, cioè meno garantite, quando tira una brutta aria è scontato non riuscire a disfarsene affatto o subire forti perdite. Anche del 50-60% rispetto al valore nominale 
per esempio di titoli della Banca Marche. (Fatto quotidiano)
Negli ultimi bilanci della Banca Popolare di Spoleto emerge anche l'aumento del costo del funding dovuto al riconoscimento di tassi elevati proprio sui depositi a tempo.
Anche Banca Marche viaggia su mari burrascosi. E dietro la politica particolarmente aggressiva di promozione dei conti deposito portata avanti nell'ultimo anni dall'istituto marchigiano, si nasconde la necessità di raccogliere denaro per tamponare, insieme alla fiducia della clientela, i problemi di liquidità conseguenti ai prestiti "facili" che hanno generato il buco venuto a galla nel bilancio 2012. Una voragine di 527 milioni che ha messo in pista un'operazione di soccorso da parte di un gruppo di imprenditori( 24 ore)

Per fortuna che chi affida i soldi a ammnistratori di lunga esperienza paga di tasca propria e non è salvaguardato dal solito stato buonista

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