giovedì 29 ottobre 2015

Manager più guadagnano e più fanno causa allo Stato

Il caso-dirigenti dopo lo stop della Consulta alla nomina dei funzionari incaricati sta scavando un solco all'interno dell'organizzazione della macchina dell'amministrazione finanziaria. Soprattutto perché i funzionari «decaduti» dall'incarico di dirigenti si stanno muovendo a suon di carte bollate per veder riconosciuta la stabilizzazione e risarcimenti. Con un'iniziativa – promossa dal sindacato Unadis – che si muove su un doppio livello: denuncia al Tribunale di Roma e denuncia alla Commissione europea. Per ora sono circa 400 sui 767 decaduti delle Entrate ad essersi mossi che hanno presentato una denuncia per rivendicare i propri diritti
 La loro rivendicazione poggia sulla cosiddetta “sentenza Mascolo” con cui la Corte di giustizia Ue circa un anno fa ha condannato l'Italia per un abuso dei contratti precari nel comparto della scuola. I giudici del Lussemburgo, pur riconoscendo il ricorso al tempo determinato nel pubblico in attesa della conclusione di una procedura di concorso, hanno stabilito che un impiego permanente e durevole si pone in contrasto con l'accordo quadro comunitario sul lavoro a termine secondo cui, comunque, il tempo indeterminato è riconosciuto come la forma “comune” dei rapporti di lavoro. A questo si aggiunge la richiesta dei danni: 20 mensilità dirigenziali, cioè circa 70mila euro pro capite.
Ma tra i nodi aperti ci sono anche la questione dei 700 funzionari vincitori di concorso retrocessi dalla terza alla seconda area per un vizio formale rilevato dal Tar.
 
Dopo la privatizzazione sono esplose le cause di lavoro.

MQ quanto prendono rispetto ad un dirigente privato?

Quanti benefici hanno in più nel mercato protetto della p.a.?

Ma chi nomina questi dirigenti e chi analizza i loro risultati?



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