sabato 11 aprile 2015

Disegno di Legge anticorruzione

1 aprile 2015 al Senato

Finalmente si incomincia a fare sul serio!


Legge anticorruzione: come funziona e cosa cambia

Iniziamo subito col dire che i punti fondamentali sono due: pene più severe e termini perché scatti la prescrizione più lunghi. In due parole, si inaspriscono le pene. Decisione sacrosanta anche se la sua efficacia è tutta da dimostrare e ci si sarebbe potuti attendere qualche risposta più articolata (il Movimento 5 Stelle ha proposto l'agente provocatore che "testi" la correttezza di amministratori & co., l'idea non sembra malvagia).
Le pene. Si prevede un aumento di pena per tutti i reati di corruzione, che passano da un minimo di 4 a un massimo di 10 anni a un minimo di sei a un massimo di 12 anni. Leggiamo inoltre su Repubblica che "se dalla corruzione compiuta deriva l'ingiusta condanna la pena passa dagli attuali 5-12 anni ai futuri 8-14 anni. Se dalla corruzione avvenuta deriva una condanna superiore a 5 anni oppure all'ergastolo la pena che oggi va da 6 a 20 anni passa da un minimo di 10 a un massimo di 20 anni. Chi deciderà di collaborare vedrà la pena ridursi di un terzo o anche metà.
Concussione. Lo sdoppiamento della concussione aveva fatto parecchio discutere, in concussione per induzione e per costrizione. Nel primo caso la pena passa da 3-8 anni a 6-10 anni, la concussione per costrizione passa da 6-12 a 8-14.
Il patteggiamento. Il disegno di legge stabilirà che "l'ammissibilità della richiesta di patteggiamento è condizionata all'ammissione del fatto da parte dell'imputato e alla restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato". Inoltre, come avviene già per i mafiosi, al condannato per corruzione saranno sequestrati tutti i beni di cui non è in grado di dimostrare la provenienza lecita.
Prescrizione. I tempi per usufruire della prescizione saranno allungati per tutti i reati di corruzione, fino a portarli a raddoppiare. Inoltre la prescrizione si potrebbe fermare dopo la sentenza di primo grado, con la promessa di un processo breve d'appello (massimo due anni) e una revisione in Cassazione che non può superare l'anno. Ma di tutto questo si discuterà ancora parecchio e non è chiaro cosa uscirà dal Consiglio dei ministri.

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