martedì 28 ottobre 2014

Cataratta

Cataratta
“Un semplice controllo per la cataratta lo può fare anche un medico dell’ambulatorio in regime di s.s.n., così risparmia anche dei soldi. Torni da me quando la cataratta è matura può tranquillamente aspettare!”
Il Primario , ora non si chiama più così ma direttore non è il primo assoluto; ma forse è primo intere pares: la terminologia mi pone una serie di domande?
Perché dovere precisare che non è più primo forse perché la supremazia compete agli amministrativi che lo hanno scelto, magari senza concorso o perché la supremazia è dei medici anziani di reparto, o perché deve riconoscere il supremo potere di qualche altro organismo regionale da cui al nomina dipende?
Misteri che a noi poveri mortali è dato di non potere risolvere.
Forse il lettore dirà che divago e che sono prolisso: benissimo, può anche uscire dal blog, io scrivo per il mio piacere!
Non sono uno scrittore alla moda, non sono invitato ai talk show  non sono un autore che garantisce la vendita di un congruo numero di copie perché non sono rappresentativo della società in cui vivo che la pensa diverso da me  e non ha contati con i media che mi garantiscano un lancio pubblicitario gratuito per invogliare  il mercato editoriale, quindi interessi solo a poche persone.
Per me comunque il Primario è chi ha gli attributi per esserlo e lui è un Primario con la P maiuscola
Il Primario è una persona sicura di sé quindi sa di potere fare degli interventi complicati che fra l’altro sulla logica del ssn portano una invidiabile dote all'Ospedale  per cui sopportano la sua bravura. Sopportano perché a volte in una società poco meritocratica la bravura è qualcosa che infastidisce.
Se qualcuno fa dei confronti e si rende conto che si sono altri che invece di lavorare in Ospedale fanno dell’altro, magari si occupano di musica , curano le relazioni ma non i malati preferiscono le assemblee politiche piuttosto che i corridoi di reparto allora i confronti rischiano di essere malevoli.
Il servizio sanitario nazionale da noi funziona benissimo solo dopo quattro mesi puoi avere una visita oculistica convenzionata.
Così quattro anni dopo alcuni controlli che hanno certificato che la cataratta non era progredita mi sono accorto del calo visivo e seguo ancora per un ultimo controllo il consiglio del Primario.
Telefono al numero verde ripeto un buon numero di volte dati memorizzati e alla fine mi presento dopo quattro mesi da un arcigna dottoressa convenzionata.
Presento la mia carta rossa , l’impegnativa che pazientemente ho raccolto da medico di famiglia, con un sorriso di circostanza.
Dovrei controllare la cataratta s e è matura per l’intervento.”
LA dottoressa convenzionata mi guarda con sufficienza.
“Vediamo qui, sì mi sembra che la cosa sia matura, però bisogna fare degli esami.”
Stupidamente chiedo: “Si possono fare subito?”
“ Sicuramente no!” esclama inorridita da tanta insipienza “  bisogna prima pagare  ( e sottolinea il fatto del pagamento con un efficace gesto della mano destra e, come se non avessi capito e volessi fare lo gnorri e godermi  a sbafo le cure del ssn  lo ripete) bisogna mettere dei soldi nel piatto e solo dopo dico solo dopo il pagamento del ticket può venire da me!”
Con impudenza provo a ribattere sommessamente: ”Non si possono fare subito gli esami se pago immantinente (  e mi metto la mano sinistra sul portafoglio a rassicurare e garantire la parola uscita di bocca) non si possono fare anche aspettando la fine delle altre visite e lo dico con al testa bassa in segno di sottomissione).”
LA dottoressa senza nemmeno crucciarsi per questa richiesta insolente i spiega pazientemente.
“ Adesso non ho tempo , ma non lo sa che per fare degli esami accurati ci vuole del tempo, che ci sono degli impedimenti, che bisogna mettere l’atropina , che la vista le si può appannare per delle ore , che deve essere riaccompagnato a casa da un familiare , che non può guidare, le cose non sono così semplici!”
La sua sicurezza e la sua preparazione mi rassicurano del fatto che ci vuole il suo tempo e mi metto prontamente nelle sue provvide mani generose di consigli medici.
“ Quindi cosa devo fare per richiedere l’intervento?”
“ Lei prima paga il ticket è per gli esami  e poi si prenota per la visita , la prossima visita, anch’essa soggetta al ticket , presso il ssn io ho tempo fra circa quattro mesi.
“ Pagando privatamente?” chiedo intimorito per l’attesa pensando al mio occhio stanco di vederci così poco per ancora quattro mesi.
Mi congeda con una smorfia senza rispondere a questa domanda perché la risposta è ovvia se vuole il mio studio privato perché lo cerca presso il ssn?
Sembra dirmi “ SI metta in coda ed aspetti!”
Ho capito il messaggio, però, lo interpreto a mio modo telefonando non al suo studio privato, ma al Primario che attraverso il ssn intra moenia mi riceve il giorno dopo.
“come va la sua cataratta mi chiede gentilmente?”
Riassumo brevemente il risultato dell’ultima visita.
Il Primario sorride al racconto: “Sì la dottoressa è molto precisa e mi sembra che abbia ragione non c’è più motivo di aspettare.”
Aspetto pazientemente di avere un elenco di esami da fare nelle strutture più appropriate, ma stupore.
“Si accomodi mi dice gli esami li facciamo adesso qui subito.”
Abituato a non fare domande indiscrete quando qualcuno ti risolve i tuoi problemi me ne sto zitto a verificare gli eventi, pronto alle lunghe attese dovute all'inserimento della atropina.
Invece no.

Dell’atropina neppure l’ombra. Solo delle semplici gocce di qualche collirio per dilatare l’occhio che non mi da il minimo fastidio, Il Primario non richiede nessun intervento di famigliari che mi devono accompagnare, mentre brancolo nel buio dell’atropina, a casa.

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