martedì 9 settembre 2014

L'imperialismo globale e la grande crisi Ernesto Sacripanti

L'imperialismo globale e la grande crisi Ernesto Sacripanti. Il mio libro Editore 
Un'analisi lucida degli effetti della globalizzazione vista in chiave critica.
Un libro articolato e documentato con moltissime citazioni bibliografiche.
L’autore osserva come si sia realizzata una governance globale che attraverso uno sceriffo globale , un banchiere globale e un’attivazione di un motore di sviluppo elimina dalle scelte economiche gli Stati nazionali, limitandone fortemente le scelte politiche.
I veri dominatori sono le imprese multinazionali che impongo agli Stati le loro scelte economiche che hanno sempre come obiettivo al riduzione dei costi che comportano la riduzione dei salari.
Gli intereventi sull’economia diventano più difficili in un sistema dominato dalla legge del costo più basso.
Gli interventi avrebbero come conseguenza quello dell’aumento dell’imposizione fiscale se non si persegue una improbabile riduzione dei costi dalle macchina statale.
Il libero scambio così come è impostato oggi porta ricchezza solo a chi gestisce i grandi capitali.
Gli utili vengono realizzati  attraverso un meccanismo che attraverso il libero scambio,  il trasferimento delle lavorazioni nei vari paesi a minor costo realizza proventi solo per le multinazionali ma non per i dipendenti. Il meccanismo comporta l’inefficacia delle idee riformiste che senza finanziamenti non trovano sostegno.
Il sistema per l’autore sta portando in prospettiva ad una grande esplosione sociale internazionale perché mentre i lavoratori del sud del mondo più povero tendono ad impoverirsi i lavoratori del nord del mondo più industrializzato e benestante non ne hanno alcun beneficio perché gli utili rimangono nelle mani delle multinazionali.
Gli Stati da tutto ciò non traggono risorse vedono i capitali a passare le frontiere ma non hanno (il coraggio?) la possibilità di trattenere da questi movimenti gli utili per attivare delle politiche a sostegno delle persone a maggior disagio sociale.

La conclusione per l’autore è automatica i lavoratori del sud  e del nord del mondo hanno un comune interesse  al rovesciamento del sistema capitalistico.

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