lunedì 20 gennaio 2014

Racconti. Consiglio Comunale Consigliere

Racconti dal Consiglio
Bozze non corrette
















1.      Il consigliere comunale.

 

Sono un consigliere comunale.
Tutti dicono che nulla faccio, ma in un comune di medie dimensioni per 60 euro lordi  a seduta oltre alle innumerevoli riunioni di gruppo devo decidere in merito a problemi complicatissimi.
Con difficoltà ottengo l'accesso agli  atti ; devo discutere ed approvare provvedimenti richiesti da normative la cui applicazione sempre più complicata viene delegata a volte dagli stessi dirigenti comunali a super consulenti pagati fior di parcelle. Neppure i tecnici del comune ci capiscono qualcosa o più semplicemente hanno paura di incorre nel controllo successivo della Corte dei Conti.
A tal punto poiché non è meglio ridurre ancora più drasticamente il numero dei consiglieri dandogli più poteri oppure addirittura sopprimerli.
Ora di fatto bastano il sindaco, il direttore generale, il segretario comunale e l'immancabile dirigente contabile a dirigere la barca.
Gli altri sono destinati a fare da cornice a volte insignificante.
Possono solo votare contro le opposizioni, ma di fatto un consigliere di maggioranza non può votare contro la sua giunta se non vuole condannarla alle dimissioni!
Tutti a casa è l’immancabile ricatto con il quale la maggioranza marcia compatta, con poche discussioni e con molte imposizioni.
Alla fine chi ci ha guadagnato l’apparato, qualche manager di municipalizzate che si riempiono le tasche senza troppa fatica e soprattutto non rischiando mai nulla di tasca propria.
Chi ci ha perso : i cittadini soprattutto quelli che fanno andare avanti una azienda e quelli che  puntualmente pagano le tasse.
Ancora di più quelli che nulla hanno cui l’attuale potente classe dirigente vuole  togliere tutto, anche la speranza.
Tutti gli amministrativisti ritengono che le strutture comunali dovrebbero per potere ottimizzare i servizi da dare ai cittadini dovrebbero esser relative a territori di 200.000 abitanti se non si verificano.
Così si potrebbero anche ottimizzare le strutture di supporto ai consiglieri comunali per poterli aiutare a decidere nel senso più utile alla collettività























2.      I requisiti del perfetto Consigliere.


Un consigliere comunale che esercita la libera professione , mi ha chiesto:
“Nel corso del mio mandato mi sono reso conto che volere intervenire nella macchina comunale è praticamente impossibile.
Ridurre i costi , fare scelte oculate contrasta profondamente con quello che è lo schema imperante.
Qui comanda praticamente la dirigenza comunale che da gli imput agli amministratori.
D'altronde lo stesso gettone di presenza denota che i consiglieri  non contano nulla basta pensare ai compensi della Dirigenza , del segretario comunale e direttore generale dove esiste.
Se gli indirizzi amministrativi che possono dare i consiglieri sono di fatto modestissimi, che ci stanno a fare migliaia di consiglieri comunali in Italia.
Mi devo dimettere?”
A lui ho così risposto
“Forse lei ha le capacità culturali e professionali per fare il consigliere comunale ma le mancano i requisiti.
Il consigliere comunale è il primo gradino di una carriera politica.
La carriera politica è nutrita dal costante interessamento ai bisogni del cittadino.
I problemi spiccioli il lavoro al previdenza , la salute , la viabilità, i parcheggi il commercio.
Non occorre risolvere, basta fare vedere di interessarsi.
Questo percorso non presuppone capacità organizzative generali ma la gestione dei piccoli problemi di tutti i giorni.
La partecipazione a più incontri possibili con quartieri, associazioni culturali sportive assistenziali di servizio.
Per raggiunger cosa mi domanderai?
Naturalmente il consenso.
Solo raggiunto il consenso si può intraprendere la carriera politica che si prospetta : assessore , sindaco Consigliere regionale, onorevole.
Un impegno faticoso fatto di continue gomitate.
Se non ha queste motivazioni forse le conviene interessarsi d'altro o accontentarsi di approvare le delibere facendo attenzione alla Corte dei Conti.
D'altronde non le sembra che il numero dei comuni italiani non sia eccessivo rispetto ad una equilibrata e funzionale erogazione dei servizi?
La partecipazione ha un costo e il consigliere è parte fondamentale di un meccanismo democratico. Sopprimere questa figura rappresentativa dell’elettorato significa che chi decida è sempre meno controllato dai rappresentanti dei cittadini.
Per conservare il sistema democratico occorre diminuire il numero degli organismi e gestire un controllo più incisivo che diriga veramente la spesa pubblica.


















3.      Gruppo consiliare.


Il consigliere deve necessariamente appartenere ad un gruppo consigliare.
Il gruppo nasce in simbiosi alle liste che hanno concorso alle elezioni per la carica di sindaco.
La lista che ha partecipato ha diritto a formare un gruppo.
In tal caso il consigliere ha una importanza spropositata rispetto alla sua capacità di decisione che conta di un solo voto che  è quello della sua lista.
Il consigliere fa gruppo da solo.
Non è un controsenso ma il rispetto delle regole più formali della partecipazione democratica, perché il gruppo ha diritto di partecipare a tutte le commissioni consiliari garantendosi i relativi gettoni.
I consiglieri che partecipano a gruppi più numerosi hanno invece diritto  a partecipare a d un minor numero di commissioni avendo comunque un voto rapportato all’importanza del gruppo.
Il gruppo ha funzione di guida.
Dice cosa fare cosa votare, come comportarsi quale manifestazione organizzare come partecipare. Il consigliere che non rispetta gli ordini è invito a uniformarsi o  a cambiare gruppo
E’ come una grande mamma.
Il gruppo propone le nomine agli enti di secondo grado e alle municipalizzate.
Il sindaco può disattendere tali orientamenti , ma se lo fa male gliene può incogliere.
Prima o poi il gruppo , se non è organico alle decisioni del primo cittadino si sfalda e la maggioranza che prima lo sosteneva si dissolve nel nulla.
Al gruppo è assegnato un finanziamento per le spese, meglio non usarlo per rispetto dei cittadini che tirano la cinghia.
































4.      Sindaco.


Il sindaco può:
lodare la struttura che produce regolamenti confusi e lunghe file agli sportelli o promuovere quei dirigenti che semplificano l’attività amministrativa;
puntare sugli assessori che parlano alla pancia dell’elettorato combinando magari dei guai amministrativi o fidarsi di chi risolve stando in ufficio problemi organizzativi complessi;
affidarsi all’intervento delle municipalizzate o scegliere di privatizzare;
raggiungere gli obiettivi più sociali o esigere il rispetto del bilancio;
dare contributi e favorire le attività che creano occupazione o scegliere di finanziare altre iniziative;
mettere i san pietrini in centro o fare la manutenzione dell’asfalto in periferia;
rifare la pavimentazione del giardino pubblico tutti gli anni  o piantare di più i giardini comunali;
mettere fontane e pensiline nelle piazze o preoccuparsi di più della manutenzione dei fossi scolmatori.
Il consigliere può avere due tipi di rapporto col suo Sindaco.
Se è di maggioranza ha un rapporto di assoluto sostegno. Deve votare sempre a favore.
Se è un consigliere di opposizione deve, invece, solo votare contro. Deve in tutte le occasioni manifestare la sua più totale ostilità.
Se non rispetta questa semplice direttiva non gli resta altro che cambiare gruppo passare cioè dalla maggioranza all’opposizione o viceversa.
Se vuol essere agnostico non gli resta che scegliere il gruppo misto dove confluiscono tutti quelli che non aderiscono ai gruppi costituitisi in precedenza in occasione delle elezioni.
Il sindaco manager è costruito come il capo assoluto dell’amministrazione.  E’ lui che nomina e revoca assessori, manager e dirigenti, se non c’è qualcuno che gli pilota le nomine .
E’ l’unica persona che veramente conta nel comune se non ha qualcuno che dall’esterno ha la capacità di condizionarlo.
La cosa, però, si complica se il primo cittadino non è tanto furbo da fare capire che non è lui che ha saldamente in mano il timone della barca.
Il sindaco deve quanto meno fare finta di comandare perché deve essere lui a guidare la città.
E’ questo che vogliono gli elettori.
Se si accorgono che non è così, che una è mezza calzetta, difficilmente sarà ricandidato e ancora più difficilmente sarà rieletto.
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Il sindaco del mio paese è molto bravo!
E’ stato eletto al primo turno conquistando tutti per la sua faccia onesta per il suo programma di cambiamento, per la sua capacità di parlare a tutti i cittadini anche a quelli che non lo hanno letto.
Lui dialoga con tutti .
La sua bravura nel mettersi in correlazione con la gente dalla più umile alla più importante è veramente encomiabile. Una tecnica di marketing direbbero gli esperti di relazioni commerciali veramente eccezionale.
La ricetta?
E’ semplice ed efficace. Il mio sindaco afferma che lui è al di fuori dei partiti che lui proviene dalla società civile e che ad essa si rapporta.
Poiché ha preso più del 50% dei voti ciò significa che ha trovato la vera ricetta della democrazia?
Rapportarsi al popolo, lavorare per il popolo, interpretare le esigenze del popolo.
Io mi sono chiesto ma se i partiti non lo hanno eletto se i poteri forti non lo hanno eletto: chi lo ha eletto?
Questa è una domanda cui il mio sindaco preferisce non rispondere perché si sa questo è il suo piccolo segreto.
Lui nomina i migliori.
Una capacità che tutti gli riconoscono è quella di scegliere le persone più capaci.
Basta gente nominata dai partiti, basta lottizzare dirigenti e presidente delle municipalizzate lui trova per ogni incarico il migliore.
Come ? ma pescandolo con cura al di fiori di ogni influenza sospetta.
Un altro era pescatore d’anime, lui è pescatore di cervelli.
Basta metodi tradizionali come concorsi o selezioni in base al curriculum.
Lui ha il naso fino per scegliere il migliore in ogni settore.
Gli basta un’annusata e voilà il gioco è fatto.
Se ci sono delle critiche lui tira dritto e prosegue pronto alla prossima nomina ad usare ancora una volta il suo infallibile intuito.
Alcuni di quelli che lo hanno sostenuto nelle elezioni purtroppo non lo hanno capito che lo fa per creare una squadra per avere dalla sua la parte migliore della città per mettere la città nella condizione di essere in sintonia con tutti maggioranza ed opposizione per realizzare veramente la città del sole dove tutti sono uguali dove tutti sono contenti e deve non c sono contrasti.
Alcuni però continuano a non capire perché quelli che non lo hanno votato ma sono stati gratificati con un posto in comune o con una carica nelle municipalizzate sono contenti mentre quelli che lo hanno votato, ma che non essendo i migliori sono stati estromessi fina dal esprimere le loro opinioni se la prendano.
Si sa che i grandi uomini rischiano di essere incompresi!
Ora però ci sono le nuove elezioni e si vedrà se questa politica vincerà.
Il primo round   lo ha già vinto perché tutti gli hanno chiesto di ricandidarsi.
Si sa che il panorama politico è un po’ più confuso perché le liste sono molte di più. Un buon numero però gli hanno dato l’appoggio: con un candidato così non potevano certo lasciarselo scappare.
Troppi litigi in vista mentre così avendo ben seminato c’è da dire che il raccolto dovrebbe essere abbondante.
Si è vero anche l’opposizione schiera numerose lista a sostegno al candito prescelto e altri candidati di liste minori hanno fatto la cloro comparsa, ma chi ha lavorato bene può stare tranquillo.
Però non si capisce perché tutti questi oppositori.
Se chi ha cercato i  migliori , chi ha  lavorato bene chi ha unito la società civile in iniziative ovunque apprezzate si ritrova tutte queste liste contrapposte vuol dire che la gente non ha capito fino in fondo il messaggio.
Forse c’è stato un errore di comunicazione.

Le elezioni faranno chiarezza la gente dirà chiaramente che questo è stato il miglior sindaco e che per questo lo ha ……





















5.      Giunta.


La giunta è la sintesi degli equilibri elettorali.
Chi ha sostenuto l’elezione del Sindaco deve avere un posto al sole della vittoria.
Tutti i gruppi che hanno combattuto sul fronte del consenso devono esser premiati.
E’ vero che qualcuno ha dato meno e riceverà un posto più grande non proporzionato all’impegno profuso specie se la sua presenza ha consentito alla maggioranza il raggiungimento del quorum del 51%.
Certo non si può stare sempre lì col bilancino di Cencelli a misurare tutto!
In giunta si sbraita, si litiga furiosamente, si impreca ma poi alla fine si deve fare di necessità virtù e si finisce per essere tutti d’accordo.
Tutto diventa un civile scambio di opinioni e l’approvazione  avviene sempre all’unanimità, se no tutti  a casa.
La politica e la sete di comandare incendiano i cuori anche se governa chi ha ottenuto il maggior numero di voti.
Di solito dopo il lavoro il pater familias desidera ritornare a casa , invece qui no : nessuno vuole tornare a casa dalla moglie e dai figli perché hic manebimus optime.
“Comandare “ come dicono in Sicilia “ è meglio che fottere.”
E’ un adroga che ti carica dentro  e che ti dà la forza di combattere contro tutti e tutto per imporre la tua linea politica che è anche il tuo potere personale nella comunità.
Fare parete della giunta è l’inizio di questa corsa verso il potere.
effettivamente di rischia di dire delle cretinate.
L’importante è precisare sempre perché anche le dichiarazioni più recise si possono correggere. La carriera di un leader non può permettersi errori.
Bisogna vincere e convincere i propri sostenitori che anche quando si sbaglia si è nel giusto.
Basta solo raddrizzare la barra del timone e riprendere la giusta direzione.






























6.      Assessore.


Il sogno di ogni consigliere comunale è di diventare assessore?
Direi al contrario che se un consigliere comunale non desidera fortemente di diventare assessore significa che accetta di contare poco nella macchina amministrativa e quindi forse è meglio che lasci perdere fin da subito.
L’assessore è qualcuno che incomincia a contare nella stanza dei bottoni.
La sua importanza dipende dall’assessorato che gli è stato affidato.
Il suo rapporto con il Sindaco e la maggioranza richiede comunque doti da esperto equilibrista.
Deve essere determinato, ma nel contempo dimostrare che è rispettoso del suo sindaco e della maggioranza che lo sostiene.
Non deve mai fare vedere che vuole sostituirsi al primo cittadino.
Il percorso deve essere graduale.
 La leadership deve essere conquistata gradualmente attraverso le forme rituali .
Bisogna partecipare a riunioni congressi. Intervenire sempre con moderazione, magari dicendo delle ovvietà , ma facendo sentire la propria presenza.
Bisogna sbranarsi nei dibattiti e battersi all’ultimo sangue per convincere gli elettori che sei il numero uno.
Se sei imposto dall’alo difficilmente sarai un leader che dura nel tempo.
Deve essere progressista, ma con moderazione, deve sostenere le battaglie sociali, ma non tanto da scontentare i più retrivi conservatori.
Deve essere rispettoso delle leggi interpretandole in modo da non scontentare quelli che ti sostengono.
L’assessore può, altrimenti, essere esibizionista, pasticcione, nepotista, confusionario e magari conquistare l’elettorato parlando alla sua pancia.
Non è importante il contenuto di quello che afferma, ma deve dire quello che il suo elettorato vuol sentirsi dire.
Lui, soprattutto, deve essere abile nel prevedere rimpasti e cerare di tenersene fuori annusando con congruo anticipo da che parte tira il vento.
Malgrado tutto il suo darsi da fare può non essere ricandidato, se non riesce a trovare il modo di intercettare il consenso.
Di solito l’assessore ha vita breve non regge oltre una tornata amministrativa, salvo che non sia determinante per il sindaco per il numero di preferenze o per gli equilibri interni alla maggioranza.
L’assessorato è come un trampolino. Deve essere usato per fare un gran salto che può riuscire bene e darti delle medaglie o male e allora sei destinato a rimanere nella schiera di quelli che non sono riusciti ad arrivare in alto.
Quello che è certo è che non ti è dato di rimanere un minuto di più del tempo concesso.

















7.      Dirigenti.


Chi comanda il comune è il dirigente gradito.
Quello che viene scelto con nomina diretta al di fuori di ogni concorso.
Il dirigente gradito è quello che ha un rapporto speciale con gli amministratori.
Lui ha licenza di fare e disfare.
Lui è bravo per definizione; è sostenuto a spada tratta così come è stato scelto per un rapporto fiduciario non può essere sciolto dall’incarico se non per giustificato motivo.
Poiché è bravo ha diritto ad un compenso che nessuna impresa privata si sognerebbe d corrispondere ad un soggetto che è sciolto da qualsiasi obbligo di risultato.
Ossia una volta nominato, finché il mandato non finisce, se ne può andare solo di sua volontà; non risulta che sia mai successo.
Dove può andare un dirigente gradito a degli amministratori?
Diverso è per il dirigente sgradito .
Quello che si è trovato lì per carriera, per avere vinto un concorso, magari:
Per lui è un problema occupazionale,  se non si mette subito in sintonia.
Se bisogna poi fare la politica della pulizia etnica per trovare un posto di rispetto per qualcuno che ne è rimasto senza per il nostro dirigente sgradito è un problema serio.
Se è pensionabile sarà benevolmente indotto ad esercitare il suo diritto , se no sarà messo in un cantuccio ad aspettare che il vento si metta di nuovo di poppa.




































8.      Dirigenti : preselezione.

 

Per assumere un manager di grande qualità bisogna accertarne i requisiti.
Quali sono le modalità per effettuare questa scelta?
E’ evidente: basta chiedere agli interessati di partecipare ad una preselezione.
”Mi scuso” chiedo al capo dell’ufficio  “ ma se avete le richieste con i relativi curricula potete modificare a priori i requisiti del bando di concorso attribuendo i maggiori punteggi per le qualifiche che possiede il candidato più gradito all’amministrazione.”
“Cosa dice!” mi risponde sempre cortesemente “Noi facciamo le cose giuste.”
Di fronte a tanta salomonica risposta ho presentato egualmente  la mia candidatura  pur sapendo che quella domanda di partecipazione era destinata ad essere cestinata.














































9.      Dirigente. Saccente.

 

La cosa che il dirigente non deve mai fare è quella di assumersi un lavoro in più di quello ceh gli è stato assegnato contrattualmente per di più gratuitamente.
Scontenta i suoi colleghi che sembra lavorino meno di lui.
Mette in cattiva luce soprattutto chi gli aveva affidato l’incarico perché sembra che sia un incarico di tutto riposo affidato esclusivamente per fargli godere una rendita di posizione.
Cosa resta da fare all’apparato di fronte a tale affronto.
Cercare di mandarlo via per eri stabilire il giusto equilibrio.









 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10.  Benefattore.


Il benefattore del comune di solito è il titolare di  un’azienda che sponsorizza manifestazioni culturali, sportive o ludiche sul territorio.
L’azienda di solito manifesta così lo stretto legame che la lega con la città.
Perché un’azienda che ho scopo dichiarato di fare utile deve regalare qualcosa del suo profitto a qualcuno che non siano i suoi azionisti?
E’ una operazione di marketing o una sentito ringraziamento alla comunità dove l’azienda opera. La comunità di fatto partecipa all’attività dell’azienda perché sono i rappresentanti dei cittadini che consentono gli insediamenti industriali che li vigilano che possono operare  una moral suasion affinché i processi produttivi rispettino le esigenze del territorio.
Mi è stato spiegato che anche le aziende hanno un cuore.
Talvolta il comune attribuisce il  riconoscimento meritatissimo a una persona che sta facendo molto per la città per il sostegno alle attività culturali e sociali della città e il suo generoso contributo a sostegno di iniziative.
Allora è una grande festa per tutta la città.
Solo chi pensa male non è d’accordo.
Gli ottimisti non possono che applaudire.
Talvolta la favola non finisce bene.
Il rapporto d’amore si interrompe.
A volte si scopre che l’impatto della attività svolta dal benefattore nell’ambiente non rientra nei limiti previsti.
A volte le conseguente della produzione sulla salute dei cittadini ha conseguenze deleterie.
Allora l’amore per il benefattore degenera in battaglie legali .
La città si sente ferita. Sindaco , giunta , consiglieri non hanno fatto bene il loro lavoro.
Il loro controllo è stato superficiale o inesistente.
Meglio cambiarli tutti al più presto.





























11.  Istituzioni. Rappresentanza.


La cosa più gradita per un politico è rappresentare le istituzioni.
E’ la funzione più ambita potere partecipare ad incontri ad alto livello portando i saluti dell’amministrazione.
E’ un sogno impossibile ai livelli amministrativi locali esigere l’aereo di Stato o anche una minima scorta, non si può però rinunciare alla macchina di rappresentanza nei comuni più importanti.
I rapporti più ambiti sono quelli con le istituzioni internazionali,  seguono quelli con le istituzioni nazionali e regionali.
Poi ci sono le parate ufficiali, le inaugurazioni, le cene di gala nei club di servizio che si fanno in quattro per avere la presenza delle istituzioni.
Anche  il consigliere è chiamato a rappresentare le istituzioni.
Certo che questo compito è riservato a chi ha funzioni esecutive , ma anche il consigliere può avere la sua parte.
Può rappresentare il suo gruppo nelle riunioni ufficiali.
Può farsi fotografare con il sindaco o con qualche assessore godendo di qualche attimo di notorietà.
Se no perché ci si addosserebbe le incombenze di gestione, se non si ha una minima voglia di apparire in foto sul giornale di provincia.
Se non ha una grande voglia di apparire è molto difficile proseguire nel tuo percorso politico.
Il consigliere deve essere un uomo pubblico.
Deve essere conosciuto per potere avere dei consensi.
Senza voti di preferenza non si va da nessuna parte.
































12.  Avviso di convocazione delle sedute.


L'avviso di convocazione delle sedute consiliari è lo strumento indispensabile per il corretto e regolare funzionamento dell'organo consiliare.
Esso  consente ai consiglieri comunali, diretti rappresentanti della comunità, non solo di essere informati delle riunioni dell'assise cittadina, ma soprattutto di potervi partecipare attivamente.
Essi devono contribuire in modo pieno e consapevole alle scelte strategiche e alle decisioni fondamentali della vita stessa dell'ente, anche attraverso il necessario ruolo di controllo sull'organo esecutivo.
Se la convocazione è così fondamentale non si capisce perché è recapitata cinque giorni prima del consiglio e la documentazione non è mai allegata.
Il consigliere tuttologo deve recarsi nella sede degli uffici per potersi informare, se non la segreteria del suo partito non gli trasmette la documentazione necessaria.
Questi prontamente vanno in cerca delle pratiche che, talvolta, sono in uffici diversi.
“Può tornare perché la pratica non c’è?” dicono cortesi.
Così chi deve controllare incontra la complessità delle cose e continuare a salire le altrui scale con pazienza.
Meglio affidarsi a semplici spiegazioni orali?
Il consigliere comunale ha un obbligo giuridico ad informarsi tempestivamente ed adeguatamente delle riunioni del consiglio comunale stesso (tanto più che sarebbe evidentemente difficile accertare di volta in volta quanto meno le effettive e concrete modalità di adempimento di tale obbligo con conseguente compromissione del regolare funzionamento dell'ente)?
Possono eventuali comportamenti ostruzionistici, contraddittori o avventati rilevare soltanto sul piano etico o politico, o incidono anche sotto quello strettamente giuridico?
Il consigliere non informato dell’attività è un consigliere dimezzato , depotenziato della sua funzione di controllo.
Se il consigliere non ha modo di verificare prima l’operato del consiglio che cista a fare?



























13.  Delibere. Bilancio.


Ogni delibera è un caso a sé ma la regina delle delibere è l’approvazione del bilancio.
L’esame del bilancio riporta il consigliere dall’Iperuranio della teoria e delle discussioni sui massimi principi alla concretezza della pratica.
I dati sono inesorabili se tanto si spende, tanto si deve incassare attraversi i trasferimenti statali o dalle tasse locali.
Quando attraverso le aride cifre il bilancio dice al consigliere che i suoi amministrati devono pagare anche un centesimo di tasse in più scatta un campanello di allarme che mette il consigliere in una posizione di palese difficoltà.
Il consigliere è buono d’animo vorrebbe fare regali a tutti.
I servizi dovrebbero essere gratis, le tasse non le dovrebbe pagare nessuno.
Il bilancio è un atto odioso. Dovrebbero abolirlo lasciare la spesa aperta e le coperture?
Le coperture dovrebbero venire direttamente dallo Stato a piè di lista.
Sarebbe bellissimo!
Tutto potrebbe essere finanziato.
La dura realtà è diversa!
Il bilancio è la cosa più odiosa che si possa approvare: bisogna fare delle scelte.
Lì è certo che ci sarà una maggioranza che lo approverà e una opposizione che gli voterà contro.
E’ scritto!
E’ la legge del bipolarismo perfetto che si realizza almeno nell’approvazione di questo documento.
































 

14.  Mozioni.


La mozione è un documento mediante il quale il consiglio impegna politicamente il sindaco ad adottare determinati provvedimenti.
Il testo è sottoposto al voto del  Consiglio comunale per indirizzare la politica della Giunta su un determinato argomento.
È quindi il principale strumento dell'attività di indirizzo politico degli organi rappresentativi nei confronti del potere esecutivo.
E’ un esercizio di scontro politico esercitato normalmente dalla minoranza che è sempre nella necessità di mettere in difficoltà la maggioranza.
C’è un senso che un consigliere di una lista di minoranza che è, talvolta,  l’unico rappresentante del suo gruppo.
Logicamente è un non senso perché sembra una battaglia contro i mulini a vento persa in partenza.
Politicamente è, invece, un atto di grande rilevanza dove si mette a dura prova la capacità dialettica del consigliere che sfida la maggioranza e cerca di aggregare l’opposizione sulle sue tesi.
E’ un modo di mettere in mostra la propria abilità dialettica.
Il risultato dà sempre ragione al proponente perché gli esercizi anche teorici di democrazia meritano rispetto ed approvazione.






































15.  Interrogazioni.


L’interrogazione consiste in una domanda scritta rivolta dal consigliere al Sindaco o ai membri della Giunta comunale per conoscere se un determinato fatto sia vero, od una determinata circostanza sussista o meno.
Alternativamente il consigliere può chiedere se il Sindaco o la Giunta comunale abbiano avuto notizia in ordine ad una determinata questione e se tale informazione sia esatta, se la Giunta comunale od il Sindaco abbiano assunto una decisione in merito ad un determinato affare 
Il consigliere può così sollecitare informazioni, delucidazioni e spiegazioni sull’attività amministrativa del Comune.
Il consigliere può chiedere attraverso il sistema dell’accesso agli atti qualsiasi cosa agli uffici, ma così perderebbe la platea e la cassa di risonanza del consiglio e la sua  attività rimarrebbe ristretta fra quattro carte.











































16.  Organizzazione. Il giocattolo costoso.


La macchina comunale è un costoso giocattolo che dovrebbe essere messo a punto ogni giorno per renderlo sempre più funzionale.
Le logiche sono diverse .
La macchina, a volte, giustifica se stessa ed il lavoro che riesce  a creare o serve per dare a qualcuno un’occupazione.
I vari rappresentanti espressi dall’elettorato fiducioso di risolvere i suoi problemi  tendono, talvolta,  a risolvere principalmente i problemi dei gruppi di pressione che li hanno posti a capo della macchina.
Questa macchina burocratica che si muove con la leggerezza di un panzer ha, talora, come scopo quello di risolvere i suoi stessi problemi di sopravvivenza.
Per sopravvivere deve accontentare tutti gli appetiti espressi.
Il consigliere comunale può incidere sulla spesa?
Quando, ad esempio, nel suo comune le spese del personale ammontano a 100 milioni di euro di cui 5 ml per la dirigenza, il consigliere può fare qualcosa per indurle?
Se l’IMU prima casa ammonta a 10 ml di euro è possibile con le tasse locali incidere a coprire i costi della politica e della macchina amministrativa?
Se mancano trasferimenti statali e non si alza il livello delle tasse locali o il costo dei servizi resi dal comune, si chiude perché è impossibile approvare il bilancio e allora arriva il commissario prefettizio.
Gli enti locali  sono, talvolta, una grande macchina che produce gli stipendi per chi ha la fortuna di lavorarci senza che nessuno degli utenti possa venire a discutere sul loro operato.
Il consiglio comunale, in effetti, non è in grado di incidere sulla spesa del personale.
I contratti del comparto degli enti locali decidono la spesa.
Quindi o si paga quanto è richiesto dai contratti o si soccombe nelle sempre più numerose cause di lavoro o si taglia.
E’ difficile incidere anche sulla produttività, i margini sono scarsi.
Né si può pretendere che un consigliere comunale controlli la produttività degli uffici rischierebbe una denuncia per mobbing.
Le vere decisioni, talvolta,  non passano attraverso il consiglio.
La gestione del personale è affidata dal regolamento organico al sindaco e al direttore generale e/o segretario comunale che attribuiscono incarichi ai dirigenti e danno o levano le loro funzioni legate all’attribuzione del coordinamento ossia alla autorità di incidere con le loro direttive sui dipendenti di un certo settore.
I contratti di lavoro sono gestiti dall'ARAN
La cassaforte la tengono in mano le municipalizzate che realizzando utili sui servizi pubblici erogati (?) possono, talvolta , trarre d’impiccio il consiglio nel fare quadrare i bilanci i bilanci – specie se accusano problemi per carenza di liquidità.
Effettivamente un semplice consigliere comunale conta ben poco, ma molti ci tengono ugualmente a sedere su quei banchi.
Effettivamente sedere nelle sale del consiglio depositarie della storia e della cultura della propria città è in grande onore.
Spesso si assume l’incarico sottovalutando l’impegno e le proprie capacità nel portarlo a termine oppure si ha una grossa volontà di volgere a proprio vantaggio il privilegio di avere pubbliche funzioni.










17.  Regolamenti comunali.

 

Il regolamento è una fonte normativa di secondo livello.
Prima viene la legge e poi il regolamento la interpreta  e consente che si svolga l’attività da questa prevista.
La tipicità dell’azione amministrativa che deve essere regolata a procedimento predefiniti attribuisce una sempre maggiore importanza ai regolamenti.
Oramai tutto è regolamentato.
Disposizioni sempre più complesse , sempre più articolate rendono perfino difficile trovare le fonti nei comuni di più ridotte dimensioni perché tutto è demandato alla regolamentazione dell’ente locale.
La giungla regolamentare sta stringendo d’assedio la semplificazione amministrativa.
E’ il tripudio del burocrate che diventa demiurgo La sua fantasia sempre più sfrenata inventa norme più incomprensibili che abbisognano di regolamenti interpretativi.
“ Aiutateci a semplificare” mi dice un super dirigente che si è divertito a complicare anche le procedure più semplici.
A volte ricercare un regolamento obbligatorio per legge in un comune di piccole dimensioni diventa un’impresa perché è difficile rintracciare l’occupatissimo funzionario che ne conosce l’esistenza.
 “Il regolamento può infrangere la legge?”
Il regolamento non può dettare disposizioni che vadano contro la legge.
In teoria il consiglio può modificare o revocare i suoi atti ma si solito è difficile che qualcuno riconosca di avere sbagliato.
“Cosa succede allora?”
“Semplice: Bisogna impugnare.
Bisogna ricorre alla giustizia amministrativa, al T.A.R., che con una sua sentenza può .annullare il provvedimento amministrativo.
“Se un funzionario non risponde alla mia richiesta. Semplice bisogna impugnare!”
“Bisogna chiedere il risarcimento del danno per ritardo!”
La vera rivoluzione è questa dare un risarcimento al cittadino se una sua domanda viene evasa con ritardo dall’amministrazione!

























18.  Regolamenti comunali. Cimiteri.


“Posso vedere l’atto di concessione del diritto di sepolcro.” domando cortesemente all’impiegata dell’ufficio cimitero del comune.
“No! L’abbiamo perso, l’archivio è in fase di ristrutturazione e per la legge che prevede il taglio della spesa non siamo in grado di sostituire l’archivista che se n’è andato in pensione. “ mi risponde la solerte impiegata .
Si vede che ha un sottile piacere a darti una risposta negativa che ti mette in difficoltà.
Di fatto in difficoltà dovrebbe essere il comune che  dimostra  di non esser capace di avere un archivio in ordine , ma l’impiegata non la pensa così.
“Sono  concessionario della Tomba Rossi assieme a mio fratello Giuseppe, pertanto richiedo l’autorizzazione all’introduzione della cassetta ossario del sig. Bianchi Giovanni tuttora sepolto altrove. Faccio presente che il sig. Bianchi Giovanni è mio suocero, che sua moglie , mia suocera, è tuttora sepolta nella su citata tomba di famiglia in detto cimitero,che la cassetta verrebbe tumulata nel loculo già occupato dalla stessa.” Secondo me una richiesta dettata da un senso di pietà dovrebbe essere presa in considerazione.
L’impiegata, talvolta però non ha voglia di impicciarsi in una pratica che è leggermente diversa da quelle usuali .
Il suo capo ufficio non la valorizza non le ha fatto ottenere il premio di produttività, che se la veda lui, per intanto la risposta è negativa , le ossa del morto possono restare dove si trovano. Per il capo ufficio ci sono tanti problemi da affrontare tutti i giorni e questo seccatore vuole introdurre un morto in una tomba di famiglia.
Risposta negativa, siamo o non siamo dalla parte di chi vuole risolvere i problemi dei vivi ci mancherebbe anche dover risolvere i problemi dei morti.
Il capo ufficio è molto impegnato è sempre fuori ha un sacco di lavoro non può essere disturbato da queste sciocchezze.
Cerco su internet il regolamento comunale, ma non lo trovo.
Mando una raccomandata , ma non rispondono.
Voglio rivolgermi al T.A.R. , ma il solo contributo da pagare allo stato per proporre ricorso è troppo costoso.
La giustizia se trovi il burocrate prepotente è un lusso è un lusso che non puoi permetterti .
Interpello il consigliere di minoranza , ma visto che non abito nel paese non mi risponde nemmeno.
Non sono un suo possibile elettore.






















19.  Commissioni.


L’attività del consigliere si svolge soprattutto nelle commissioni.
Ogni consigliere deve fare parte di almeno un paio di commissioni.
Deve esercitarsi in oratoria.
Deve contribuire a dare il suo contributo in materie complicate dove fior di professionisti a volte hanno difficoltà a districarsi.
Il legislatore, infatti, per dimostrare la sua eccelsa competenza continua a modificare le leggi, per semplificare complica procedimenti semplici per poi intervenire  a modificarli.
Se tutto fosse semplice e trasparente non ci sarebbe bisogno di nessun intervento essendo tutto già evidente.
Allora che ci starebbero a fare questo stuolo di novelli giuris periti che si battono per ogni articolo e per ogni comma.
C’è da chiedersi se questi legislatori conoscono veramente quello che hanno approvato?
C’è da domandarsi se i consiglieri sono consapevoli dello sconquasso legislativo e se si sentono idonei ad adeguare in un costante divenire regolamenti e provvedimenti.
Hanno l’esperienza  amministrativa sufficiente per rendersi consapevoli dell’impatto che ogni provvedimento normativo sia legislativo che regolamentare ha sulla vita concreta di ogni giorno dei loro amministrati?
Il consigliere comunale conosce quanto siano complicati i regolamenti comunali.
Lui percepisce  la loro complessità, si rende conto della montagna di carte inutili che queste norme amministrative comportano?
Se sì, vuol dire che conosce esattamente la portata del suo potere e che vuole che questo sia riconosciuto nelle giuste modalità.
































20.  Commissione Vigilanza.


La commissione più delicata è quella di vigilanza che è presieduta dalla opposizione.
Tutto ciò che non è chiaro passa in Commissione Vigilanza.
Le delibere  diventano più trasparenti, pronte per essere approvate o meno  dal consiglio.
Il Presidente è li a pungolare la maggioranza a dare spiegazioni a giustificare la sua azione di governo.
Purtroppo si trova con le armi spuntate in questa sua azione di controllo.
Lui non avrà il numero per fare passare anche una semplice mozione che figuri censura all’operato dell’amministrazione.
La maggioranza compatta gli voterà sempre contro.
Si sa, però, che col bipolarismo prima o poi la maggioranza diventa minoranza e finalmente i ruoli si invertono ed anche l’opposizione potrà governare e modificare tutto quello che in precedenza è stato fatto da chi la ha preceduta al governo.
Ciò serve a dimostrare che chi amministrava prima non era all’altezza del compito affidatogli dagli elettori.
Noi l’avevamo detto, noi l’avevamo fatto.
Le recriminazioni sono sempre all’ordine del giorno.
Lo statista guarda al futuro l’attaccabrighe guarda al passato per trovare motivi per discutere.
Il consigliere di maggioranza nella commissione di vigilanza deve stare zitto per non metter in difficoltà la sua componente incalzata dal presidente che fa parte dell’opposizione.
E’ un gioco di equilibri.
Purtroppo si deve camminare su di un terreno minato e una domanda non considerata nelle sue conseguenza anche più remote può generare polemiche tali da causare frane dalle proporzioni esagerate.
Da qui smentite, precisazioni  e la nave con difficoltà si rimette in rotta.






























21.  Consulenze.


Uno dei provvedimenti che causano le discussioni più accese è l’approvazione del programma delle consulenze.
Il consigliere si trova a decidere su come spendere cifre ingenti per risolvere problemi di cui non conosce sufficientemente la complicanza.
Magari chi deve decidere è privo di competenze specifiche, perché non è un requisito per sedere nei sacri banchi quello di possedere conoscenze tecniche, basta seguire la linea politica del gruppo cui si appartiene.
Si può dare dei consigli anche in carenza di una propria autosufficienza finanziaria che denoterebbe una capacità almeno di risolvere i propri concreti problemi giornalieri di sopravvivenza.
Ad ogni buon conto chi può ti presenta una lista è tu consigliere devi decidere se la  spesa è eccessiva  o se chi è stato incaricato è in grado di assolvere al meglio questo compito.
La cosa bella è che tutto ti viene illustrato oralmente.
La documentazione giustificativa non è messa a disposizione  o almeno non è messa direttamente a tuo servizio e tu consigliere devi procuratela o attraverso il partito o attraverso i procedimenti di accesso.
C’è  sempre il rischio che la Corte dei Conti a  posteriori ti venga  a dire che c’è stata responsabilità contabile perché la spesa non è stata approvata in conformità alla legge.
Per fortuna che di solito la responsabilità contabile è ascritta quanto meno agli organi che hanno il potere esecutivo e quindi anche questa grana è, per il momento, allontanata.

































22.  Informazione. Accesso.


La complessità del giocattolo comporta che il consigliere neo eletto trovi una grande difficoltà ad acclimatarsi nella giungla normativa sia da un punto di vista formale sia da un puto di vista sostanziale data la difficoltà della materia.
Il comune procede attraverso atti tipici che rispondono a disposizioni di legge che regolano l’attività amministrativa.
L’accesso è la più grande conquista della dottrina amministrativa che ha sancito l’obbligo del   burocrate di rispondere alle domande che gli vengono poste in ordine ai procedimenti di cui è responsabile.
Il problema è se non risponde e se ne frega.
Il fatto che non risponda non da luogo a conseguenze immediate .
L’apparato protegge se stesso costringendo il consigliere a ricorsi amministrativi e giurisdizionali che alla fine dopo un lungo e costoso percorso sanciscono  al più che il silenzio è illegittimo.
La beffa è che spesso i risultati arrivano quando le funzioni di consigliere sono cessate.
Il burocrate è ancora vincitore dell’ultima battaglia.

















23.  Fondazione RSA.



24.  Fondazione Concerti.

25.  Fondazione Museo.


26.  Sport.

27.  Turismo.














28.  Stampa.


Il consigliere può perdonare tutto, ma non quando la stampa viene informata di un’attività del Consiglio prima di lui.
La stampa vive del dibattito che si svolge nel consiglio.
Siccome però spesso i temi sono troppo tecnici e non sono di facile comprensione al grande pubblico allora il cronista ripiega sulla disputa politica.
Se un gruppo consigliare di divide allora sì che la notizia è ghiotta.
“Si possono costituire due  gruppi?”
No, i consiglieri del gruppo minoritario sono solo due e ce ne vogliono almeno tre di componenti!”
 “E’ un disastro niente scoop!”
Bisogna convincere almeno uno del gruppo di maggioranza a passare con la minoranza così raggiungendo il numero di tre il gruppo di minoranza può ritualmente costituirsi. Solo così possono litigare convenientemente e per il giornale è un boom di copie assicurato!”
“No, non vogliono passare con la minoranza!”
“Almeno litigano fra di loro!”
“No! Ma che ci vanno a fare in consiglio se non hanno un po’ di grinta!”
La stampa vuole avere informazioni .
Ci mancherebbe, l’informazione è il pane della democrazia.
Mi chiedo, però, se è informazione corretta quella che serve soprattutto ad  alimentare le polemiche e i pettegolezzi.
E’ informazione costruttiva quella che riporta  frasi staccate dal contesto che messe in bocca ad un consigliere possono facilmente provocare la risposta adirata di un altro consigliere?
Basta dare fuoco alle polveri che non aspettano altro che di essere accese che il giornale locale  ha già un record di incassi.
Sì questa è informazione necessaria per incrementare il fatturato dei giornali di provincia.
In consiglio può sedere il più grande esperto o il più perfetto imbecille all’informazione qualificata nulla interessa.
Importano molto invece le dichiarazioni polemiche, le smentite , le richieste di rettifica i contrasti fra maggioranza  e opposizione o fra membri della stessa maggioranza o della stessa opposizione.
Così sì che il lettore è informato di quello ce succede a palazzo.























29.  Municipalizzate.

 

L’azienda municipalizzata  è nata per operare all’interno della pubblica amministrazione nella gestione dei principali servizi di pubblica utilità.
La domanda sui principali servizi di pubblica utilità come la gestione dell’acqua, i servizi energetici,  i trasporti pubblici e la gestione dei rifiuti ha indotto a trasferire gradatamente la gestione di tali servizi agli enti locali, sottraendoli all’esercizio privatistico delle concessioni.
Successivamente le municipalizzate hanno cominciato a detenere partecipazioni in aziende private.
Così è aumentato il numero dei consiglieri da mettere nei vari consigli di amministrazione e quello che era stato uno strumento per portare beneficio alle tasche dei contribuenti è cominciato a diventare un salasso.
I controlli necessari ad una corretta gestione di sono persi nelle scatole cinesi delle partecipate e alle guida delle municipalizzate si sono messi amministratori provenienti dalla politica e non dal management.
Così è sorto il problema delle ipotesi di aggregazioni tra le multi utilities e le l’ipotesi della autosufficienza.
I problemi sono diventati sempre più tecnici e sempre meno comprensibili, mentre le bollette per i servizi risultano  sempre oscure nelle modalità di calcolo delle tariffe e sempre più pesanti nei costi.
Ma questi grandi manager dopo esperienze decennali nelle municipalizzate poi, una volta che il turno politico sia finito, cosa vanno a fare?
Sono ricercati da grosse società di gestione da aziende che operano nell’energia o nei rifiuti?
No, semplicemente tornano alla loro occupazione se ne avevano una.




































30.  Municipalizzata. Accesso agli atti.


Il consigliere comunale può andare a controllare l’attività delle municipalizzate?
Il Consigliere comunale svolge la sua funzione a tutela della collettività stessa e, strumentalmente, al fine di poter adempiere al proprio ufficio, deve essere messo a conoscenza di ogni attività che riguarda la pubblica amministrazione.
Così stando le cose, è fuori discussione che tutto ciò che concerne l'attività della pubblica amministrazione non può non essere messa a sua disposizione, potendo solo in casi eccezionali essere rinviato l'accesso ma mai negato in via definitiva.
Una società mista, con partecipazione maggioritaria dell’ente locale è una società di diritto privato.
Essa è anche una società che svolge uno o più servizi pubblici locali: essa gestisce servizi pubblici locali.
Le modalità con cui vengono svolti tali servizi pubblici locali non può non ricadere nell’ambito dei poteri di cognizione del consigliere comunale.
La richiesta di accesso agli atti va più correttamente diretta all’Amministrazione comunale, che poi dovrà provvedere alle conseguenti operazioni per far pervenire al consigliere interessato la documentazione richiesta.
Di solito il consigliere è messo in difficoltà dalla capacità economica della municipalizzata dai suoi meccanismi di controllo interno, difficilmente percepibili per uno che è abituato ai dibattiti del consiglio comunale.
Dai consigliere datti una mossa vai a controllare come vengono fatte le bollette cerca lumi nella confusa legislazione che fa di tutto per non farti capire quali siano glia ltri balzelli che paghi con i servizi.

















31.  Termovalorizzatore.


32.  Teleriscaldamento. Affari Bollette aumento.


33.  Raccolta differenziata.











34.  Ricorso contro gli atti del comune.


I consiglieri comunali sono legittimati a ricorrere avverso gli atti adottati dagli organi di appartenenza. Solo la lesione diretta ed immediata del diritto all'ufficio del consigliere comunale può fare sorgere l'interesse personale al ricorso al fine del ripristino della situazione sostanziale lesa
E’ stata esclusa la legittimazione nel ricorso proposto da un consigliere, che faceva valere la difformità delle sedute della commissione consiliare permanente rispetto al modello legale.
Essa, può essere fatta valere soltanto dai soggetti diretti destinatari o direttamente lesi dalla difformità medesima, ma di certo essa non attiva la legittimazione del consigliere comunale rimasto estraneo alla commissione medesima.
Ragionando diversamente, si dovrebbe riconoscere al consigliere comunale la titolarità di una azione popolare di diritto oggettivo, a tutela della conformità a legge delle delibere consiliari
La giurisdizione amministrativa non è strutturata come giurisdizione di diritto oggettivo: essa non concerne un astratto sindacato sulla legalità dell'azione dei pubblici poteri, ma è giurisdizione di diritto soggettivo, richiedendosi per la sua attivazione la sussistenza di un interesse personale e diretto, oltre ché attuale
La difformità delle sedute della commissione consiliare permanente rispetto al modello legale, quand'anche si ammetta che possa riverberarsi sulla successiva deliberazione consiliare, può essere fatta valere soltanto dai soggetti diretti destinatari o direttamente lesi dalla difformità medesima, ma di certo essa non attiva la legittimazione del consigliere comunale rimasto estraneo alla commissione medesima.

































35.  Responsabilità contabile.


La responsabilità contabile è particolarmente temuta dal consigliere comunale.
Lui che si sente sciolto da ogni vincolo per effetto della interpretazione politica delle vicende amministrative è riportato alla dura realtà dalla Corte dei Conti.
La condotta gravemente colposa dei consiglieri comunali, precludendo, con il rigetto della proposta di deliberazione di riconoscimento del debito fuori bilancio, il perfezionamento di un accordo transattivo per porre fine ad una controversia giudiziaria in atto, ritardavano la soluzione bonaria della vertenza, poi raggiunta a distanza di circa due anni, in tal modo causando una significativa lievitazione degli oneri a carico del Comune.
Essa determina un'ipotesi di danno erariale.
L'ipotizzato danno corrisponde alla differenza tra l'importo erogato per la transazione ed il minor importo che avrebbe potuto essere pagato ove il Consiglio comunale avesse riconosciuto il debito fuori bilancio derivante dalla prima proposta di accordo bonario.















































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