martedì 29 ottobre 2013

Legislazione. Semplificazione. Etichettatura.

Legislazione. Semplificazione. Etichettatura.

Da tempo l’obiettivo dei  parlamentari è la semplificazione normativa per fare funzionare l’economia, per ridurre la tassazione, per ridurre i costi della politica, per aumentare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
I paladini della semplificazione affermano da ogni semplificazione che l’obiettivo è raggiunto.
Grandi professori che pensano a convegni e sponsor, grandi giornalisti che vedono i titoli in prima pagina, grandi manager dell’apparato che intravedono grandi contributi per gli i loro investimenti si spellano le mani ad applaudire ad osannare i risultati raggiunti.
A ben vedere grandi conquiste non se ne vedono.
Le imprese chiudono, la disoccupazione aumenta, le tasse hanno raggiunto un livello insopportabile, la politica costa sempre di più, la partecipazione dei cittadini cala.
Indubbiamente se una legge è fatta pochi  articoli,  ma di moltissimi commi non è detto che sia di semplificazione.
Ogni parola in più pesa terribilmente nella interpretazione successiva che ne daranno i giudici; la norma più è articolata più sarà di difficile comprensione.  
Se la norma riforma una legge che è stata riformata poco tempo, essa prima creerà solo confusione negli uffici - nel frattempo ridotti di personale - che devono applicarla.
Una tassa che muta nome e procedimenti applicativi scoraggia solo gli investimenti nel settore che vuole agevolare.
A questo punto è necessario una etichettatura della singola norma per sapere almeno chi è il diretto responsabile di tanto sfascio.
Ogni comma ogni modifica deve indicare il primo firmatario che se ne assume la responsabilità morale, anche se di principi sembra ormai che non li abbia più nessuno.

Forse così riusciremo veramente  a semplificare!

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