giovedì 11 luglio 2013

Altre storie. La professoressa Giovanna.

Altre storie. La professoressa Giovanna.
Al Liceo classico avevo una grossa difficoltà nei temi di italiano.
Per questo volendo raggiungere disperatamente il sei i miei decisero di mandarmi a ripetizione.
Effettivamente per scrivere bisogna leggere molto perché leggendo ti arricchisci di idee e di parole.
A casa mia non si leggeva molto mia madre leggeva le riviste illustrate e forse più che a leggere gli articoli al massimo leggeva i titoli oltre che a scorrere le fotografie dei personaggi più di moda.
Mio padre pensava bene a guadagnare rimestando gli ingredienti, tutti naturali, che la pala elettrica trasformava in ottimi gelati.
Per lui leggere era un passatempo troppo impegnativo.
Al massimo leggeva la gazzetta o il Gazzettino nei momenti morti quando i clienti non cerano ancora arrivati.
Leggere è un a abitudine e per fartela venire ci vuole pazienza e dedizione oltre che una seppure modesta biblioteca.
Il surrogato di tutto ciò era fare ricorso alla professoressa Giovanna.
Lei si ostinava a tagliare e cucire i miei striminziti pensieri per dare forma e contenuto dignitoso ai temi che dovevo portare in classe per la correzione.
Voleva cercare di raddrizzare frasi contorte rimpolpare contenuti striminziti, aggiustare modi di dire scorretti avendo ben cura che l’impostazione e la struttura che avevo concepito rimanesse tale.
Forse se li avesse scritti lei i temi sarebbero stati perfetti ed io adeguandomi al suo stile forse sarei migliorato di più nel contenuto e nella forma.
Con somma fatica si raggiungeva il sei e non sempre. 
Il dogma di non modificare il mio talento che avrebbe dovuto prima o poi sbocciare ebbe però il sopravvento e posso dire che fierezza che tutto ciò che fu scritto era farina del mio sacco corretta fin che si vuole ma la farina era quella.
E’ per questo che ti ricordo cara professoressa Giovanna per non esserti arresa e per avermi sopportato.


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