venerdì 5 aprile 2013

L'affare delle mosche. La campagna di informazione.


1.              Capitolo. La campagna di informazione.


Predisporre l’appalto per avviare l’operazione è la cosa più semplice; più difficile è mettersi d’accordo con i nuovi alleati su come dividere la torta.
Le varie componenti che sostengono l’opera-zione esigono una nuova trattativa che evidenzi, coll’ausilio del manuale Cencelli, le spettanze di ciascuno.
Cencelli è diventato giustamente famoso per avere trovato un’equazione che renda tutti soddi-sfatti in relazione alla rappresentanza di ciascuno.
E’ il criterio più logico per non litigare.
Più consensi hai e più poltrone ti ritrovi a disposizione.
Presidente, Pattona e Commendatore  si sono riuniti per trovare una soluzione che accontenti tutti.
In quella situazione di emergenza è possibile ottenere dall’intero consiglio l’approvazione dell’appalto per la fabbricazione e per la distri-buzione sul territorio del prodotto miracoloso nelle forme più accelerate, il che consentirà di gestire al meglio l’operazione.
Più vi è una situazione di emergenza e più si possono fare buoni affari.
Pattona lo sa benissimo; il suo mestiere è quello di sapere ricavare il meglio dalle situazioni complicate che necessitano di una soluzione da approntare nel minore tempo possibile.
I guadagni sono assicurati e consentono di accontentare tutti quelli che hanno garantito il controllo dell’operazione.
Presidente come esponente di maggior spicco prende subito da parola.
“Bisogna dare un segnale forte di potenza ai seguaci dell’Organizzazione e agli amici di Patto-na e dare grande spazio ai nuovi amici che consentono questa operazione.
Dovemo gestir l’operazion” dice “per primo una nova sede, poi bisogna costituir, tre commission. La prima per la consulenza; la seconda per l’informazion, la terza per l’appalto.”
Lui sa che è importante creare una mole imponente di lavoro.
Una nuova sede di prestigio è fondamentale per dare slancio ad un ente.
Tutti devono parlarne, tutti devono vedere che l’ente è importante dalla maestosità della sede e dal costo che si sostiene per costruirla.
Le commissioni sono poi il modo di dimostrare l’impegno dei consiglieri.
D’altronde sono professionisti della politica, il loro lavoro è quello di impegnarsi in riunioni a discutere di tutto.
Devono dimostrare che sono presenti; devono fare vedere che sono lì al lavoro.
Il numero delle riunioni delle commissioni è l’indice esterno dell’impegno.
Loro sono gli unici che possono risolvere i problemi della città.
La risposta alle emergenze deve seguire delle strade stabilite il più possibile contorte e tortuose.
La via più lineare è la più pericolosa.
Impedisce la discussione e l’impegno di chi per lavoro deve risolvere i problemi.
Se la soluzione è semplice rimangono senza occupazione; come possono giustificare la loro presenza?
La loro stessa esistenza è pericolosamente messa in forse dalla facilità di risolvere i problemi.
E’ questione di logica: se delegassero la soluzione dei problemi a chi ne ha la competenza tecnica loro cosa potrebbero fare nella vita?
La arte di governare non sarebbe più stata in mano a loro?
E’ un controsenso. La amministrazione avreb-bero dovuto gestirla i tecnici o i filosofi?
E’ un’eresia!
Solo attraverso la mediazione dell’Orga-nizzazione si può trovare la giusta soluzione, il giusto contemperamento degli interessi.
Le tre commissioni sono un primo passo verso la costruzione di una macchina mastodontica che forse non avrebbe trovato la difficile soluzione, ma che alla fine avrebbe accontentato tutti quelli che contano.
La consulenza serve ad accontentare la sempre più numerosa schiera di chi si accoda all’Orga-nizzazione per trovare lavoro e riconoscimento.
Solo con il suo appoggio anche la persona più normale può essere un consulente.
Con le proprie forze l’impresa sarebbe stata più ardua; in fondo basta solo dire qualche sì, presentarsi a qualche incontro, coltivare le amicizie giuste, una cosa semplice, nulla di impegnativo.
In questo caso bisogna fare un ulteriore distin-guo ed accontentare la frangia degli adepti dell’Organizzazione.
L’unica difficoltà per i seguaci è quella di avere la fortuna di aderire al filone giusto.
Dopo una gavetta infinita per seguire chi ha in mano la gestione del potere, si può, infatti, correre il rischio che questi si facciano scippare lo scettro di mano da qualche altra formazione.
Allora bisogna cominciare di nuovo dalla minoranza anche se questa non ha le carte in regola per aver alcunché.
L’attivista sfortunato si ritrova a dovere ricercare un altro capo; un altro che prometta, una volta raggiunta la poltrona, di ricordarsi di coloro che lo hanno sostenuto.
L’informazione è la fase più delicata; essa è riservata ai capi dell’Organizzazione.
Tutti i suoi rappresentanti sono gelosissimi di ogni fase informativa.
Presentarsi ai loro sostenitori è un avve-nimento che può far nascere una nuova stella politica o segnare il declino di chi vuole cimentarsi in quell’agone.
Chi conta di più ha automaticamente diritto a maggior spazio.
Maggiore spazio significa maggiore visibilità, maggiore possibilità di raccogliere consensi.
La lotta per la pool position è feroce.
Per non parlare di un’apparizione in video o in radio cui ha diritto solo chi ha incarichi ufficiali o chi ha la buona sorte di essere delegato da chi ha incarichi ufficiali.
Di solito questa è un’investitura vera e propria; invece di imporre la spada sulla spalla, i nuovi cavalieri sono investiti con l’invito ad un programma radiofonico o televisivo.
E’ chiaro che solo chi ha partecipato ad elaborare le strategie del Consorzio può aver qualcosa da dire.
L’informazione serve in primis a rendere i dirigenti del Consorzio titolari del potere di apparire; per illustrare i programmi nessun’altro può parlare delle attività future.
Il programma di informazione del Consorzio deve servire da trampolino di lancio per Presidente e Commendatore e per quelli dell’Or-ganizzazione che vogliono impegnarsi al massimo in questa vicenda.
La regia spetta al Presidente del Consorzio è un suo sacrosanto diritto.
Ha talmente brigato per arrivare in quella posizione dominante che gli spettano gli stru-menti, se ne ha le capacità, per rafforzare la sua posizione.
E’ indubbiamente più facile da una posizione di vertice controllare eventuali aggressioni.
La scalata a posizioni di potere è sicuramente un’impresa più ardua.
L’informazione è la fase più delicata ed operativa.
I nuovi leader devono costruire un ciclo di incontri e dibatti.
Il ritmo di lavoro è davvero incessante.
La campagna informativa per essere efficiente deve essere sicuramente concentrata nel tempo, E’ un requisito fondamentale.
Bisogna raggiungere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile.
E’ come una campagna elettorale, anzi è il presupposto indispensabile per la prossima campagna elettorale.
Per farsi conoscere in anticipo o per consolidare le proprie posizioni.
Il Consorzio è un ente di secondo livello che serve naturalmente come base di partenza per chi ha la sufficiente ambizione per lavorare alla costruzione di un sistema di appoggi e di preferenze che consentono di raggiungere tra-guardi più prestigiosi.
I contatti e le alleanze si svolgono qui prima o dopo gli incontri ufficiali che di solito si tengono dopo le cene.
E’ indispensabile avere un quadro esatto della distribuzione elettorale dell’Organizzazione, supporter di Presidente, ma non solo.
Bisogna anche curare i rapporti con gli esponenti dell’Organizzazione, in questa fase sarebbe sufficiente fare delle riunioni mirate con coloro che sono in grado di assicurare il consenso, perché le basi più periferiche devono ancora digerire il cambio in corsa di un espo-nente dell’Organizzazione a favore di Presidente.
Nell’Organizzazione chi percepisce l’esigenza di cambiare fa parte di una ristretta minoranza.
Una intelligentia formata da un numero ristretto di teste pensanti; esse trovano il modo di spiegare a tutti gli altri la necessità di adeguarsi ai mutati cambiamenti di gestione.
Presidente organizza il ciclo di incontri da vero maestro; spende il più possibile in manifesti e coreografie degli incontri, per invitare illustri conoscitori della materia ad illustrare i più moderni ritrovati per combattere le mosche, che naturalmente coincidono appieno con quanto proposto dal nuovo consiglio del Consorzio.
Dà a tutti i rappresentanti dell’Organizzazione un ruolo importante secondo solo al suo.
Fa credere a tutti che ci sarebbe stato per loro un posto di rilievo all’interno dell’Orga-nizzazione.
A tutti assicura un suo interessamento per una pratica di pensione o per un posto di lavoro al figliolo.
Lui convince gli scettici, rincuora gli indecisi, rende indomiti i più timidi.
Alla fine tutti sarebbero rimasti entusiasti di Presidente e della Organizzazione.
Parallelamente alla fase pubblica, lui intraprende la fase più privata quella che porta alla aggiudicazione della fornitura ai predestinati.
Le norme, si sa, sono tante ma alla fine se si deve fare il bene della collettività e fornire il prodotto giusto ad un prezzo che soddisfi quanti si sono effettivamente interessati all’affare, devono sorgere dei problemi?
Presidente ha l’assenso tacito della maggioranza può dunque fare ciò che ritiene giusto per compensare tutti del loro impegno.
Lui è convinto che realizzare l’operazione sia una giusta ricompensa dovuta a lui e agli amici per l’impegno profuso.
Se poi deve fare quadrare le carte per non incorrere nei rigori di un legislazione troppo cavillosa, per lui non è un gran patema di coscienza.
Gli spostamenti, le riunioni e l’impegno profu-so sono i costi della politica.
Lui deve essere sempre presente: in questo è un maestro.
Partecipa alle gioie e ai dolori di tutti gli abitanti della zona.
Non perde un matrimonio o un funerale di chi abbia un minimo di notorietà.
Se ritiene che la chiesa o il municipio conten-gano un adeguato numero di persone lui c’è.
E’ sempre lì a stringere mani e partecipare ai problemi di tutti.
Se c’è un circolo o un movimento che ha bisogno di un suo intervento o semplicemente della sua partecipazione, deve forse esimersi dall’essere presente?
Per non dire di un convegno.
Su tutto Presidente interviene, su tutto deve dire una ovvietà o certificare, come un provetto notaio, una certezza assoluta.
Non è di una intelligenza molto vivace, quindi, di solito dice cose ovvie, banali che però sono le parole che la gente semplice vuol sentirsi raccontare.
Le sue indicazioni devono essere suffi-cientemente generiche per accontentare tutti e non scontentare nessuno.
A volte non si capisce cosa voglia dire , ma l’importante è esserci.
Chi ha il coraggio di contestare? Di mettersi contro all’Organizzazione?
Per non parlare delle cene necessarie, come dice, per rinsaldare i vincoli dell’amicizia.
Presidente è il primo non solo a partecipare, ma a contribuire nel trovare gli sponsor che garantiscano la loro buona riuscita, soprattutto se ci sono degli attivisti da incontrare.
Tutto questo sforzo deve essere ripagato dagli aiuti che provengono dai vari amici cui ha fatto dei favori.
C’è sempre qualche grossa pratica da sistemare nelle amministrazioni o qualche finanziamento elargito grazie all’interessamento della Organiz-zazione su cui è prevista una percentuale per coprire i costi dello staff.
I suoi interventi sono impeccabili, non c’è finanziamento pubblico a lui inaccessibile, la sua ragnatela di informazioni e di contatti è perfetta.
I soldi, però, non bastano mai perché la rete costruita è costosissima.
Quella fornitura è, pertanto, fondamentale nella sua economia per guardare con fiducia il suo futuro alla scalata dei vertici dell’Organizzazione.
Dice sempre. “Chi se sbatte vol la so ricom-pensa”.


































2.              Capitolo. L’appalto.


Nissun fa niente per niente” è il motto di Presidente.
Il suo impegno nell’Organizzazione è un lavoro ad altissimo livello e come tale deve essere retribuito.
E’ lui che deve comporre attriti, mediare fra contraddittori inferociti, assicurare gli aderenti delle loro ansie, rincuorarli che tutto va bene, assicurare loro lavoro e prebende, incitarli nelle battaglie contro gli avversari e finanziarli nelle loro attività.
Tutto questo richiede un esborso notevole di denaro che da qualche parte deve saltare fuori.
Presidente in effetti ha già un’esperienza di lavoro.
Faceva l’aiuto spedizioniere girava con un camioncino e aiutava l’autista  consegnare i pacchi.
Un lavoro onesto che gli riusciva bene .
Ci metteva un po’ a consegnare i pacchi perché voleva controllare bene l’identità di chi riceveva non fidandosi troppo delle persone.
Nel complesso il suo datore di lavoro non si era mai lamentato, non che fosse contento, ma non si era mai lamentato tanto d licenziarlo.
Lui sa che guadagnarsi una misera pagnotta costa fatica ed impegno.
Per questo ha trovato questo sistema per campare.
Ricerca il consenso degli altri rendendosi disponibile per risolvere non solo i loro problemi, ma anche di quelli che non hanno chiesto il suo aiuto.
Sono questi i maggiori sponsor delle imprese di Presidente, perché gli danno una investitura indiretta che trova sostegno nella loro non partecipazione.
La fornitura dei prodotti necessari per combattere le mosche è un’occasione da non perdere.
L’affare è chiaramente impostato.
Per sconfiggere il flagello è necessario un prodotto speciale distribuito con strumenti speciali da tecnici specializzati con strumentazioni particolari.
Basta identificarlo con elementi che siano difficilmente reperibili sul mercato e stabilire termini brevissimi per mettere in grado un unico concorrente di partecipare alla gara e aggiudicarsi la fornitura.
Presidente non sa molto di diritto, ha fatto solo alcuni esami di ingegneria, ma sa certo che la pubblica amministrazione ha sempre ragione fino a che il giudice amministrativo non ti sospende i provvedimenti.
Sa bene, inoltre, che c’è sempre la possibilità di affidare una fornitura ad un unico concorrente.
Sa che può ricorrere alla trattativa privata, quando l'urgenza della stipulazione del contratto sia tale da non consentire l'indugio determinato dall'esperimento di una gara.
Questi requisiti sono pienamente realizzati in questa circostanza.
Chi avrebbe osato mettere in discussione le decisioni prese dal Consorzio? Chi può mettere in dubbio l’urgenza di trovare un rimedio contro le mosche?
L’accordo di ferro stipulato con Pattona sta per trovare concreta realizzazione.
Si incontrano nella sala del Consiglio del Consorzio loro due soli.
Questi affari si trattano in pochi, poiché non devono rinvenirsi tracce.
Ti ga lavorà ben” dice Pattona “tuto xe pronto.”
La Moscfior s.p.a. è l’unica ditta in grado di presentare un rimedio efficace contro le mosche e che la l’organizzazione necessaria per distribuire il prodotto e rilevare gli effetti.
Un prodotto sotto i limiti di controllo di tossicità, sopportato bene dagli animali.
Si tratta di fare le cose per bene e aggiudicare la fornitura rispettando tutte le regole.
Bisogna mettere nel bando di gara dei requisiti tecnici che io ti fornirò.
Sono condizioni talmente particolari che non consentono alle altre ditte di partecipare alla gara.
Cusì el lavoro xe nostro” conferma il Pattona.
Presidente non ha dubbi ma solo certezze e rassicura Pattona che non ci sarebbero stati problemi.
Tuto xe soto controlo” dice “ghe vol però tanti schei per sodisfar i novi sostenitori.”
Avere dei referenti a livello locale costa molto.
Si devono organizzare riunioni, offrire cene di lavoro, sovvenzionare chi si sposta. Le campagne elettorali costano molto.
Spara, pertanto, una cifra esagerata: cinque milioni di euro.
Ma ti xe mato” esclama Pattona.
Presidente non vuole sentire ragioni.
L’Organizzazione è costata molto e lui non sa come fare per coprire gli oneri.
E’ necessario corre qualche rischio e fare venire fuori i costi dal prezzo dell’appalto.
I schei i voio su un conto estero. Fa finta che sia na consulenza.” conclude Presidente.
Tutto si svolge come previsto.
La  Moscfior ha fatturato una falsa consulenza e ha ringraziato della collaborazione rivalendosi sul prezzo del prodotto.
Presidente ha contestualmente fornito in anticipo la preziosa relazione tecnica, redatta con quegli specifici dati tecnici che la concorrenza non può fornire.
D'altronde il segretario l’ha confermato: lui è a tempo determinato e se vuole essere riconfermato deve fare quello che gli si dice.
Il dirigente, inoltre, deve essere pronto a prendersi ogni responsabilità.
In tal modo a lui non può essere imputato alcun addebito per quella operazione perché legalmente una sua società ha fornito una preziosa consu-lenza.
E’ questa la regola prima che caratterizza la efficienza del dirigente.
Si presenta alla gara un’unica ditta.
E’ stata indetta una trattativa privata e sono state invitate solo delle aziende che non produ-cono prodotti moschicidi.
Nel mese di agosto, d’altronde, chi si deve invitare?
Tutte le ditte sono in ferie: non c’è più nessuno che ha voglia di partecipare ai lavori!
Le imprese in città non sono in grado di procurarsi il materiale necessario per adempiere alla fornitura.
Sono stati bravi Presidente e Pattona, hanno pensato proprio a tutto.




















3.              Capitolo. L’imprevisto.


La fornitura è aggiudicata, come previsto, alla Moscfior s.p.a. senza alcuna vera contestazione; solo qualche mugugno.
D’altronde il Consorzio può essere una preziosa stazione appaltante e bisogna stare attenti a protestare: si rischia di non essere più invitati alle gare.
Presidente ha ricevuto il suo compenso che ha in parte girato ai suoi sostenitori ed in parte conservato per i prossimi impegni elettorali.
Le mosche sono state decimate dal nuovo prodotto e quelle poche che sono sopravvissute sono state sterminate dalla palette.
Le poverine sono rimaste così intontite dal moscfior che si sono fatte prendere facilmente.
Tutto sembra essere risolto facilmente.
Presidente è già pronto per ricevere il ringra-ziamento dalla comunità per il suo tempestivo intervento.
Purtroppo le male lingue non mancano mai.
La gente comune è meno credulona di quanto si possa pensare.
Soprattutto in una piccola città proliferano quelli che hanno sempre da lamentarsi e criticano chi si interessa alla soluzione dei loro problemi.
Qualcuno ha cominciato a chiedersi come mai c’è voluto tutto quel tempo per trovare una soluzione.
Qualche altro si è chiesto perché la gara per la fornitura sia stata indetta proprio in agosto quando tutte le ditte erano rimaste chiuse per ferie.
I produttori di materiali per combattere le mosche si sono chiesti perché non sono stati invitati alla gara.
Tutta una serie di perché e di ma che hanno avvelenato l'opinione pubblica, che si è trovata spaccata in due.
Una parte irriducibile difende Presidente a spada tratta perché ha risolto il problema; un'altra parte è sempre più critica; ma, soprattutto, è l’esercito dei detrattori che si va ingrossando.
Queste dicerie non lo impensieriscono, ma gli rendono meno piacevole il sapore dolce della vittoria.
E’ l’invidia che non riconosce i meriti reali delle persone.
Le cose incominciano a rendersi più complicate con la discesa in campo dell’Associazione a Tutela dei Cittadini, diretta dal sig. Orroz.
Gli studi del dott. Bianchi hanno messo in guardia l’Associazione.
Alcuni soci più puntigliosi hanno spulciato delibere, bandi di gara e contratti di appalto.
Non quadrano i ritardi con cui si è pervenuti all’aggiudicazione.
Perché si è perso tutto quel tempo in indagini preventive per poi procedere con la massima urgenza?
Perché non sono stati presi subito in consi-derazione quei prodotti che poi sono stati acquistati ad un prezzo altissimo?
Perché non sono state invitate tutte le ditte interessate alla fornitura?
L’Associazione a Tutela dei Cittadini è formata da un gruppo di persone, slegate da qualsiasi etichetta, gode di buon credito in città.
L’Associazione ha denunciato lo scandalo della trattativa privata.
La magistratura è intervenuta non appena in possesso delle notizie in via ufficiale.
E’ stato formato un fascicolo poderoso che ha raggiunto le diecimila pagine e che si ingrossa ogni giorno con nuove indagini.
La stampa ha ripreso i dubbi che corrono negli ambienti più informati, dando il via alla caccia al colpevole.
Non risulta credibile l’invito e la conseguente assegnazione dell’appalto ad un solo concorrente che fabbrica i prodotti richiesti dal bando di gara.
Gli altri concorrenti invitati a presentare la loro offerta, infatti, sono specializzati solo nella produzione di palette ammazza mosche ma non di insetticidi con componenti naturali.
La magistratura, prima sollecitata da lettere anonime, poi dagli esposti inviati dall’As-sociazione a Tutela dei cittadini, indaga.
La tegola più grossa arriva dalle ditte non invitate a partecipare alla gara.
Presidente e Pattona hanno sottovalutato che la grossa fornitura è un consistente affare anche per imprese che si accontentano di guadagnare l’utile industriale.
Queste, non invitate alla trattativa privata, non appena si sono accorte dell'importo oggetto di aggiudicazione, hanno proposto ricorso alla giustizia amministrativa.
Il giudice ha, invero, respinto la richiesta da parte delle ditte escluse di sospendere la gara e di rifarla.
Il giudice saggiamente non ammette che la ripetizione della gara renda ancora lontano il momento in cui si possa finalmente utilizzare il rimedio contro le mosche.
I bene informati assicurano che il giudice è un legittimista e che vuole vederci chiaro sulla vicenda che ha degli aspetti oscuri.
Presidente ha cercato di farlo avvicinare da amici della Organizzazione, ma tutto è stato vano.
Il rischio dell’annullamento della deliberazione del consiglio del Consorzio di aggiudicazione a trattativa privata della fornitura alla Moscfior s.p.a. è palpabile.
Da quella sentenza Presidente intuisce che possono nascere una sacco di guai per lui.
Lui fa intervenire il Consorzio in giudizio e si difende come un leone.
Sa però di avere i giorni contati perché il cacciatore stavolta è troppo forte per lui.
Gli avvocati del Consorzio sollevano l'ecce-zione di inammissibilità del ricorso delle Ditte escluse, sotto il profilo che debba ritenersi legittimata ad impugnare l'esito di una trattativa privata solo un'impresa che vi abbia partecipato ovvero che abbia formulato un'offerta respinta dall'amministrazione.
Solo questa impresa ha, quindi, una posizione differenziata dalla quale deriva un qualificato interesse all'annullamento dell'atto di scelta del contraente.
Le ditte escluse non possono, quindi, essere ritenute legittimate all'impugnativa solo perché sono interessate alla partecipazione alla gara.
L'eccezione va respinta, in quanto il giudice afferma che: “in base ai principi di libera concorrenza, di legalità e di buon andamento ed imparzialità dell'azione amministrativa, l'impresa operante in un settore economico è legittimata ad impugnare il provvedimento con cui l'ammini-strazione disponga la stipula di un contratto a trattativa privata riferito allo stesso settore e non abbia invece posto in essere per la scelta del contraente le debite procedure di evidenza pubblica”.
Il tribunale condanna pertanto il Consorzio a rifondere i danni alle ditte escluse visto che il contratto è già stato eseguito.
E’ l’inizio della fine.
La giustizia è dura a partire, ma, quando si mette in moto, essa si accanisce contro il meschino che ha tentato di raggirarla.
E’ così anche per Presidente.
A fianco del giudice amministrativo scende anche il giudice penale ed il giudice contabile.
Accanto ai ricorsi amministrativi fioccano gli esposti penali da parte di tutti quelli che si sono visti richiedere una contribuzione per avere possibilità di successo negli appalti pubblici.
Tutti quelli che si sono sentiti semplicemente esclusi dall’Organizzazione o si sono sentiti traditi da chi li ha illusi di rappresentare il possibile realizzatore delle loro speranze sono scesi in piazza.
Le intercettazioni telefoniche disposte dal giudice penale registrano insospettabili comuni-cazioni tra Presidente ed i vertici dell’Organiz-zazione.
Cosa succede xe deventai tuti mati!” esclama Presidente che cerca protezione ai livelli più alti.

































4.              Capitolo. Il corso della giustizia.


Non sa il tapino che, quando l’onda di piena arriva, tutti pensano solo a salvare se stessi.
Nessuno lo conosce più, nessuno è disposto non solo a dargli una mano, ma neppure a rivolgergli la parola.
Tutti pensano solo a non naufragare.
Hanno paura di compromettersi e perciò negano contro ogni evidenza la loro palese comu-nanza con tutti i membri dell’Organizzazione.
Nessuno conosce o ha sentito parlare di Presidente o, se ne ha sentito parlare, ne condanna pubblicamente l’operato.
Le amicizie fondate sull’interesse e sulla convenienza economica durano lo spazio del guadagno che provocano, non reggono il minimo tentennamento; la più piccola perdita rende gli amici fraterni di un tempo dei perfetti sconosciuti quando l’uno non diventa lo spietato accusatore dell’altro.
I vertici dell’Organizzazione si trovano in un solo istante spiazzati dalle indagini.
Come giustificare quei finanziamenti che trovano copertura in una contabilità legale?
Che dire di tutti pagamenti in contanti che non passano in alcuna contabilità, dove la gestione lascia presupporre contributi non legali per vincere gare di forniture, magari di prodotti per combattere le mosche?
I versamenti comprovano l’interessamento di personaggi importanti per fare concludere l’affare.
Il coperchio che ha coperto sigillando gli affari sporchi si è improvvisamente aperto la tenuta stagna non ha retto alla pressione sempre più forte di tutti gli affari messi in atto.
Chi può dargli un consiglio se non il Pattona.
Seguendo il consiglio “Niente telefonini” Presidente gli invia un messaggio cartaceo che Pattona si premura di distruggere e allo stesso modo lo convoca in piena campagna dove le mosche li avrebbero protetti.
Pattona è tranquillo non teme che i suoi rapporti con Presidente lo possano danneggiare non c’è nulla contro di lui e con serenità di sa che non può avere almeno per quel caso conti aperti con la giustizia rassicura il suo fedele seguace.
La giustizia la deve fare il suo corso” gli dice “ ma ti no state preocupar perché xe per poco, po’ dopo i te deve molar  ma i amici no i te mola se ti te comporti ben. Adeso devo andar no poso rischiar tropo .”
Un bruta mattina per Presidente  come quelle in cui si pensa che i conti si debbano chiudere  per chi ha sospesi con la giustizia.
Un concerto di sirene annuncia una grande azione di polizia.
Lui è tranquillo sa che la nottata deve passare e che dura lo spazio di poche ore, è un piccolo debito, rispetto a quello che ha preso, che deve pagare.
Sfila davanti alle telecamere dimesso ma sicuro che alla fine la vincerà ancora lui.
I cameraman impietosi li inquadrano fino a che scompaiono senza lasciare dichiarazioni nelle auto col lampeggiante acceso.
Messi agli arresti confermano di avere avuto il finanziamento per coprire le ingenti spese sostenute dai loro movimenti una buona mossa per potere beneficiare degli arresti domiciliari e poi il processo.
La giustizia deve fare il suo corso lentamente, ma se non te ne frega niente di qualche piccolo scandalo, se non ha un decoro personale da salvaguardare la cosa tanto fastidio poi non dà.
L’importante è avere il denaro sufficiente per pagare gli avvocati, ma questo è stato mietuto in abbondanza .
Un giorno sereno per chi ha sempre creduto che alla fine la giustizia avrebbe presentato il suo conto con tutti gli interessi.

5.              Capitolo. Tutto ricomincia.


Tante novità possono capitare tutte in un colpo solo anche se sembra impossibile.
Le rivoluzioni sono improvvise e rovesciano in un attimo modi di vivere, consolidati dal tempo.
E’ come l'acqua che prima di bollire è quieta ma poi quando comincia borbottare e a trasformarsi in vapore diventa una forza travolgente.
Il modo di vivere della gente è cambiato.
Finalmente senza Presidente le mosche sono state debellate.
Non c’è voluto molto ad usare dei comuni insetticidi e a rimuovere i rifiuti che, lasciati per incuria nelle discariche, hanno alimentato la proliferazione degli insetti.
Non esistono neppure i dirigenti dell’Organiz-zazione.
I potenti gruppi dell’Organizzazione del consenso sono stati azzerati.
Nel ciclone giudiziario sono stati indagati tutti e soprattutto l'Organizzazione ha perso la fiducia da parte dei suoi sostenitori.
Essi restituiscono le tessere di iscrizione.
Non sono più proponibili non solo quelli che sono stati coinvolti ma anche altri che, pur non essendo stati indagati, appartengono all’Organiz-zazione.
La legge ha imposto le sue regole.
Chi le ha infrante dove pentirsene.
Il problema del nuovo si impone.
C’è una buona occasione per ricominciare con volti diversi, che possano ispirare fiducia.
Gli uomini nuovi della società civile, che abbiano voglia di impegnarsi nella gestione degli affari pubblici senza volere raggiungere a tutti i costi il loro tornaconto personale, devono farsi avanti.
Un nuovo gruppo dirigente deve raccogliere i frantumi della coalizione che ha governato la città.
C’è qualcuno però che è riuscito a scampare dalla grande rivoluzione giudiziaria.
Lui ha bisogno di nuovi referenti per ricominciare come se non fosse successo nulla.
Mentre la volante porta nelle patrie galere Presidente, Pattona è lì a salutarli.
Il grande burattinaio è riuscito a dribblare tutti.
Lui c’è sempre, ma non conta nulla.
Lui garantisce le operazioni, ma non figura mai nei contratti.
I soldi finiscono in un conto intesto a presta nomi, ma è riconducibile a lui.
Sono altri che movimentano i fondi, che fanno prelievi di contanti che poi non si sa dove finiscono.
I suoi proventi sono tutti documentati.
E’ vero, ingenti somme derivano da consulenze un po’ dubbie.
Effettivamente non si capisce perché siano stati dati così tanti denari per prestazioni di così poco conto.
Ogni prestazione, però, è stata regolarmente fatturata.
Come può un abile investigatore non accorgersi che è stato fatturato il fumo, il niente, che sono stati dati dei soldi veri per delle bufale?
Fare i controlli di sostanza è però difficile.
Ci vuole gente preparata che magari è stata ri-mossa tanto tempo prima perché non possa dare troppo fastidio.
E’ più facile controllare i timbri, che siano stati messi tutti i visti necessari che la fattura sia stata regolarmente annotata.
Verificare che si è fatturato il nulla è più complicato, seguire il percorso tortuoso del denaro è difficile e poi ci sono i cavilli procedurali.
La strada del giusto è irta di difficoltà è molto più facile realizzare degli imbrogli che provare che sono stati commessi.
Pattona non ha commesso il più piccolo errore formale, non ha trascurato nessun dettaglio ed è per questo che è lì a salutare gli altri che vanno verso il meritato castigo.
Lui forse che lo merita più di loro, è lì pronto a ricominciare il gioco.
Bisogna rifondar un novissimo Movimento per i diritti de tuti” dice Pattona.
Guarda gli ultimi seguaci rimasti fuori dalla bufera come per vedere se c'è qualcuno che possa rimpiazzare i suoi fidi oramai caduti sul campo.
Fa un sorriso di saluto a Giovanni.
So pronto.” gli risponde manifestando il suo impegno per ricominciare.
E’ necessario trovare una nuova faccia pulita che non sia stata minimamente toccata dall’av-ventura precedente.
Sta a lui plasmare questo nuovo adepto ad immagine di Presidente o di Commendatore.
C’è sempre qualcuno disposto a ricominciare il gioco dei potenti.
L'adrenalina che ti dà il potere, il sottile piacere di comandare, di comprare col denaro quello che vuoi è un sogno di onnipotenza che travolge e anima molti verso nuove avventure.
A chi ha poco e vuole avere di più non interessa il mezzo con cui può raggiungere una posizione al sole.















6.              Capitolo. Alla Capitale.


L’onda di piena arriva, ma poi passa.
Il fiume cattivo che tutto travolge e non trova nessun ostacolo in grado di fermarlo poi si quieta perde il suo vigor giustizialista originario. Viene ammansito dagli avvocati dai ricorsi dai gradi di giudizio.
Anche le più tremende calamità naturali alla fine finiscono e la vita riprende il suo corso fra le macerie.
L’importante è non esser lì ma in una altro posto a godersi il frutto del proprio lavoro.
L’operazione è talmente piaciuta a Pattona che Presidente dopo un breve periodo di domi-ciliari è stato rilasciato con tante scuse perché le prove non erano sufficienti per condannarlo e l’Appello ha confermato l’assoluzione per insufficienza di prove.
Lui, grazie alla sua esperienza ha trovato subito un nuovo posto di Presidente in un ente della Capitale  che si occupa di niente ma che garantisce un ottima indennità senza grandi preoccupazioni.
Da lì si possono seguire altri affari in tutta tranquillità.

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