venerdì 22 giugno 2012

Telecomunicazioni. Concessioni a trasmettere . Ritardo contrastante con le direttive europee. Risarcimento.


il ''Centro Europa 7'', con sede a Roma, ha ottenuto dalle autorità italiane la concessione a trasmettere attraverso tre frequenze, per la copertura dell'80% del territorio nazionale.
La licenza è del 1999, Europa 7, si poteva ragionevolmente aspettare di poter trasmettere entro massimo due anni.
La Corte sottolinea che, invece, le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti, con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui, le televisioni che già trasmettevano, potevano mantenere la titolarità di più frequenze".
L’emittente ha avuto l’effettiva possibilità di iniziare a trasmettere solo nel 2009 e su una sola frequenza.
Le  norme transitorie hanno consentito il prolungamento dell'uso di frequenze da parte di emittenti già esistenti.
Per contrasto con gli articoli 10 (libertà di espressione e informazione) e 14 (interdizione della discriminazione) della Convenzione europea, la Corte europea Grande Chambre. ha condannato l'Italia per non avere concesso per 10 anni le frequenze all'emittente televisiva Europa 7 e ha riconosciuto alla società 10 milioni di euro di risarcimento per danni materiali e morali e 100 mila euro di spese legali.
La corte sottolinea che le autorità italiane non hanno rispettato l'obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti umani di mettere in atto un quadro legislativo e amministrativo per garantire l'effettivo pluralismo dei media" si legge nel pronunciamento. L'Italia è stata quindi condannata per aver violato il diritto alla libertà d'espressione e d'informazione (articolo 10 della Convenzione) e la tutela della proprietà (articolo 1 del protocollo 1). Corte europea Grande Chambre 7.6.2012 ric. 38433/09.
Chi paga?
C’è danno erariale?
Gli atti impugnati alla giustizia amministrativa sono prevedimenti amministrativi e come tali ricadono nella responsabilità contabile del dirigente responsabile del procedimento che li ha emanati e dell’organo politico che ha dato questi indirizzi così contrastanti con le norme europee(sic!) .
SI resta in attesa delle determinazioni del giudice contabile

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