lunedì 4 giugno 2012

L'affare 46-52


Capitolo 46. L’untore.


Politicante rimugina questi pensieri alla ricerca di una strategia vincente, non ode quasi il mormorio che via via aumenta nella sala.
Quando però lui prende posto sulla sedia a capotavola, per dirigere i lavori della riunione, come per incanto il silenzio cala di colpo nella sala.
Tutti attendono.
Non è il caso di iniziare il discorso dicendo “No se sente volar una mosca” poiché le mosche sono persino riuscite a penetrare nella sala ed il loro ronzare contribuisce a rendere più agitati gli animi.
Mentre gli uscieri sono impegnati ad eliminare la presenza molesta degli insetti anche le mani dei consiglieri si muovono convulsamente nel tentativo di scacciarli, sembrano un segno esteriore del nervosismo crescente.
Nei loro volti c’è un interrogativo angoscioso ”non gavemo sbaglia tuto” pensano.
La fiducia cieca nel potere carismatico del loro capo impedisce che quelle idee, che frullano in testa, possano prendere la consistenza di un progetto.
Esse si limitano a rincorrersi fra gli anfratti del cervello; questi pensieri non fanno dormire di notte, riappaiono ad ogni ora della giornata costringendo il loro cervello ad ogni tipo di congettura per ipotizzare lo scenario più plausibile.
Il dubbio che una loro proposta possa essere intesa come un tradimento nei confronti dell’Organizzazione li blocca.
Sarebbe stato, infatti, un tradimento mettere in discussione i vertici dell’Organizzazione poiché essi  interpretando il sentire di tutti i membri sono nel giusto.
L’Organizzazione dà solo certezze ai suoi adepti: affermare che possa sbagliare vuole dire mettere in discussione la sua stessa capacità di guida, il carisma dei suoi capi.
E’ sicuramente la peggiore soluzione.
Politicante lo sa benissimo e non si è quindi meravigliato quando i vertici massimi dell’Organizzazione gli hanno comunicato l’ultimo ordine: “Provvedi a risolver come ti credi el problema, trova subito chi ga colpa”.
E’ della massima urgenza trovare un colpevole da dare in pasto agli iscritti per non perdere il loro consenso.
Si è meravigliato invece del fatto che gli ordini non siano più precisi.
Qualcosa gli dice che deve fare presto, egli ha il presentimento che, se non trovasse un capro espiatorio in breve tempo, sarebbe stato immolato lui stesso sull’altare sacrificale per il bene dell’Organizzazione.
Il testo dell’ordine è, infatti, chiaro.
Lui solo ha il compito di individuare il colpevole e quindi, se non lo trova, il responsabile è lui.
Il ragionamento non fa una grinza.
Il problema, in ogni caso, non gli sembra di difficile soluzione: si tratta solo di trovare una persona, la più debole, su cui infierire.
L’unica cosa importante è fare presto.
Non bisogna dare adito a qualcuno dei vertici di pensare che Politicante non è efficiente.
Non si deve neppure pensare che Politicante non sia all’altezza di risolvere il problema.
L’importante è organizzare bene la caccia al responsabile e dare direttive precise ai delegati periferici di modo che lo individuino.
Se un responsabile fisicamente non c’è, come si fa ad individuare il bersaglio dell’ira che cresce?
Qualcuno dell’Organizzazione?
No, non è possibile, perché sono loro che lo sostengono e non possono essere i responsabili, anche se non è scartabile l’idea di colpirne uno, magari il più debole, il meno protetto.
Oppure il popolo stesso che non collabora a sufficienza?
Questa idea è nettamente più brillante e sicuramente più logica.
Chi non collabora è sempre un potenziale nemico.
Soprattutto se segnala a tutti il pericolo del contagio favorendo il suo espandersi.
Ma come non averci pensato prima!
Bisogna dare la caccia a questi nemici invisibili, alleati delle mosche che nascondono i loro nidi, aiutano la loro proliferazione, le proteggono.
Basta dare in pasto alla popolazione furente questi veri nemici per conservare all’Organizzazione il suo ruolo per aumentare il suo prestigio.
L’Organizzazione sarebbe stata la principale accusatrice di questi potenziali nemici.
Tutti i suoi dirigenti periferici avrebbero collaborato attivamente ad individuarli e a consegnarli alla giustizia.
Bisogna indentificare l’untore che diffonde il proliferarsi degli insetti.
E’ sua la colpa degli insuccessi nella battaglia contro le mosche.
















Capitolo 47. La ricerca dell’untore.

Politicante è giustamente soddisfatto: ha ottenuto la Presidenza del Consorzio impedendo col suo tergiversare che la precedente amministrazione avesse degli effettivi risultati già da tempo, è riuscito a costruire una macchina di potere sistemando i suoi collaboratori nei posti di governo, ha la possibilità di concludere un’operazione che si preannunciava svantaggiosa per non dire catastrofica.
La nuova strategia che ha identificato i criteri con cui individuare il colpevole della situazione promette un sicuro successo.
Chi ha la maggiore possibilità di trovare i propagatori del contagio se non gli stessi contagiati?
Bisogna inventarse una granda campagna de informazion!” suggerisce Politicante ai suoi fidi boiardi riuniti in conclave.
L’idea è salutata con un’esplosione di applausi, liberatoria della paura di dovere soccombere di fronte all’emergenza sanitaria.
“Attenzione all’untore.” Grandi cartelli invitano tutti al controllo e alla ricerca degli individui sospetti.
L’opinione pubblica deve avere in pasto a tutti i costi un colpevole come ricompensa delle sofferenze patite.
L’importante è sapere che c’è un nemico: ora si tratta solo di individuarlo, con un nome ed una faccia.
Ha scarsa rilevanza anche il fatto che l’untore non sia stato subito trovato; tutti, infatti, lo stanno cercando ed il fenomeno non è più un oscuro flagello senza spiegazioni.
L’ipotesi di questo nemico del popolo che attenta alla salute di tutti è rassicurante poiché individua una possibile spiegazione del fenomeno e consente di porlo sotto controllo dell’autorità.
Politicante ha così ottenuto il massimo consenso per gestire l’operazione e risolvere il problema, consentendo a chi lo ha sostenuto di ottenere un enorme vantaggio.
Politicante si mette subito all’opera convocando delle squadre di volontari.
Sono tutti amici e aderenti all’Organizzazione che si prestano a fare da cassa di risonanza.
Barbino è in prima fila a cercare adepti e ad infervorare gli animi di chi, oramai avvezzo ad ogni invenzione di Politicante, non ha una grande fiducia in quest’ultima scoperta.
L’entusiasmo non è ancora obbligatorio per chi fa parte dell’Organizzazione anche se a dimostrarne poco si rischia di essere emarginati.
Sono tutti pronti ad andare in giro per la città alla ricerca dell’untore.
Non vogliono certo sostituirsi alle forze dell’ordine della città ma, si sa, cento occhi vedono meglio di due e così su e giù per i quartieri, alla ricerca di chi ha una faccia sospetta e può essere indiziato per propagare il contagio.
Politicante guida personalmente le squadre, si fa vedere dappertutto incurante delle mosche che continuano  a ronzare imperterrite per nulla disturbate dalla perlustrazione delle squadre.
Hanno consegnato alla polizia un paio di barboni che sono stati trovati intenti a frugare nella spazzatura.
Il giornale locale ha dato una giusta rilevanza alla notizia.
Il direttore fa parte dell’Organizzazione e non può esimersi di mettere nel giusto rilievo le iniziative di Politicante che, come in questo caso, hanno subito dato i primi risultati.
La ricerca dell’untore è stata una delle idee più geniali di Politicante.
La formazione delle squadre e le iniziative da queste messe in atto hanno consentito di allentare la tensione dovuta all’espandersi delle infezioni.
Una pausa che ha dato modo all’Organizzazione di disporre dei tempi necessari per porre un rimedio alle febbri stemperando l’iniziale tensione.
I seguaci dell’Organizzazione hanno anche trovato la possibilità di racimolare qualcosa prestando servizio nelle squadre.
Il volontario è più disponibile se è remunerato.
Non è detto poi che queste squadre non divengano a servizio stabile della città.
Cosa può volere i più Politicante se non avviare finalmente una soluzione dopo avere sistemato per bene alcuni amici dell’Organizzazione?



















Capitolo 48 La soluzione.

La soluzione è già pronta da tempo ma è necessario dosarla nei tempi previsti per ottenere il massimo vantaggio.
Basta supportare l’azione meccanica dell’Elimina Mosche con un insetticida confezionato con elementi naturali come il Moscfior.
La fabbricazione è iniziata da tempo.
La produzione è limitata e poco conosciuta.
Una campagna di informazione pilotata da Politicante ha messo in guardia i consumatori dagli insetticidi  con effetti tossici.
Stampa e televisione hanno continuato a mettente in evidenza il pericolo.
“Per combattere il flagello delle mosche non usate prodotti nocivi per l’ambiente” titolano.
Equiparando ad arte ogni tipo di insetticida si è evitato che la calamità possa finire troppo alla svelta.
Pattona, che prevede l’evoluzione delle situazioni, ha annusato le situazioni che gli possono portare degli utili. Lui ha già l’esclusiva per la fabbricazione del prodotto naturale, non inquinante e perfettamente compatibile con la tutela dell’ambiente.
Finalmente si sono verificati tutti i presupposti per procedere ad una campagna d’appalto nelle condizioni più favorevoli.
La maggioranza è più salda.
Il rimedio non è stato contestato da nessuno.
Sotto il profilo finanziario, il budget è illimitato perché la soluzione tanto desiderata adesso è lì a portata di mano ed è noto che l’urgenza serve proprio per legittimare lo sforzo finanziario.
A Politicante non rimane che concordare con Pattona i dettagli dell’operazione; essa deve essere faraonica.
Per avere successo l’Organizzazione non deve risolvere i problemi con mezzi semplici con una spesa  ridicola.
La soluzione sarebbe poco apprezzata.
Se il rimedio costa poco, se non c’è una mobilitazione spropositata di persone e mezzi vuol dire che il problema è di facile soluzione e tutti possono risolverlo con facilità.
Un dispiegamento di mezzi e di persone serve a dare il segno dell’impegno profuso.
Potere disporre di somme ingenti di denari serve a dare a tutti gli amici un segno tangibile di quello che la nuova coppia può realizzare per loro.
Tuto quelo che se deve far bisogna farlo spendendo de più; bisogna trovar el nostro tornaconto.”
Questo è il motto di Politicante e su questi principi sta creando la sua fortuna.
L’affare delle mosche deve ingigantirsi coinvolgendo tutto e tutti.
La stampa e la televisione devono parlarne fino alla nausea.
Le iniziative di Politicante devono essere sempre al centro delle notizie. 
Il Consorzio può così trovare l’occasione per organizzare un’attività di informazione degli interventi da effettuare sul territorio e un’attività di consulenza per ottenere il meglio di quello che il mercato può offrire per risolvere il problema definitivamente.
Solo realizzando questo percorso completo in tutti i suoi pur minimi dettagli Politicante può avere il giusto riconoscimento del suo impegno.
Gli amici dell’Organizzazione possono trovare lavoro e successo personale.
Con l’attività di informazione e di consulenza Politicante sa di avere la possibilità di accontentare i consiglieri e i supporter più importanti.
L’attività principale che comporta la soluzione del problema consente di realizzare l’affidamento dell’appalto per la realizzazione degli strumenti per combattere il fenomeno: le palette e il Moscfior.
Lui e Pattona possono in tal modo, tra il consenso generale, gestire la parte più interessante dell’operazione: l’appalto delle palette e della produzione e distribuzione del Moscfior.

Capitolo 49. La campagna di informazione.

Predisporre l’appalto per avviare l’operazione è la cosa più semplice; più difficile è mettersi d’accordo con i nuovi alleati su come dividere la torta.
Le varie componenti che sostengono l’operazione esigono una nuova trattativa che evidenzi, coll’ausilio del manuale Cencelli, le spettanze di ciascuno.
Cencelli è diventato giustamente famoso per avere trovato un’equazione che renda tutti soddisfatti in relazione alla rappresentanza di ciascuno.
E’ il criterio più logico per non litigare.
Più consensi hai e più poltrone ti ritrovi a disposizione.
Politicante, in rappresentanza di sé stesso, Pattona e Commendatore, in rappresentanza dell’Organizzazione si sono riuniti per trovare una soluzione che accontenti tutti.
In quella situazione di emergenza è possibile ottenere dall’intero consiglio l’approvazione dell’appalto per la fabbricazione e per la distribuzione sul territorio del prodotto miracoloso nelle forme più accelerate, il che consentirà di gestire al meglio l’operazione.
Più vi è una situazione di emergenza e più si possono fare buoni affari.
Pattona lo sa benissimo; il suo mestiere è quello di sapere ricavare il meglio dalle situazioni complicate che necessitano di una soluzione da approntare nel minore tempo possibile.
I guadagni sono assicurati e consentono di accontentare tutti quelli che hanno garantito il controllo dell’operazione.
Politicante come esponente di maggior spicco prende subito da parola. Bisogna dare un segnale forte di potenza ai seguaci dell’Organizzazione e agli amici di Pattona e dare grande spazio ai nuovi amici che consentono questa operazione. 
Dovemo gestir l’operazion” dice “per primo una nova sede, poi bisogna costituir, tre commission. La prima per la consulenza; la seconda per l’informazion, la terza per l’appalto.”
Politicante sa che è importante creare una mole imponente di lavoro.
Una nuova sede di prestigio è fondamentale per dare slancio ad un ente.
Tutti devono parlarne, tutti devono vedere che l’ente è importante dalla maestosità della sede e dal costo che si sostiene per costruirla.
Le commissioni sono poi il modo di dimostrare l’impegno dei consiglieri.
D’altronde sono professionisti della politica, il loro lavoro è quello di impegnarsi in riunioni a discutere di tutto.
Devono dimostrare che sono presenti; devono fare vedere che sono lì al lavoro.
Il numero delle riunioni delle commissioni è l’indice esterno dell’impegno.
Loro sono gli unici che possono risolvere i problemi della città.
La risposta alle emergenze deve seguire delle strade stabilite il più possibile contorte e tortuose.
La via più lineare è la più pericolosa.
Impedisce la discussione e l’impegno di chi per lavoro deve risolvere i problemi.
Se la soluzione è semplice rimangono senza occupazione; come possono giustificare la loro presenza?
La loro stessa esistenza è pericolosamente messa in forse dalla facilità di risolvere i problemi.
E’ questione di logica: se delegassero la soluzione dei problemi a chi ne ha la competenza tecnica  loro cosa potrebbero fare nella vita?
La arte di governare non sarebbe più stata in mano a loro?
E’ un controsenso. La amministrazione avrebbero dovuto gestirla i tecnici o i filosofi?
E’ un’eresia!
Solo attraverso la mediazione dell’Organizzazione si può trovare la giusta soluzione, il giusto contemperamento degli interessi.
Le tre commissioni sono un primo passo verso la costruzione di una macchina mastodontica che forse non avrebbe trovato la difficile soluzione, ma che alla fine avrebbe accontentato tutti quelli che contano.
La consulenza serve ad accontentare la sempre più numerosa schiera di chi si accoda all’Organizzazione per trovare lavoro e riconoscimento.
Solo con il suo appoggio anche la persona più normale può essere un consulente.
Con le proprie forze l’impresa sarebbe stata più ardua; in fondo basta solo dire qualche sì, presentarsi a qualche incontro, coltivare le amicizie giuste, una cosa semplice, nulla di impegnativo.
In questo caso bisogna fare un ulteriore distinguo ed accontentare la frangia degli adepti dell’Organizzazione.
L’unica difficoltà per i seguaci è quella di avere la fortuna di aderire al filone giusto.
Dopo una gavettta infinita per seguire chi ha in mano la gestione del potere, si può, infatti, correre il rischio che questi si facciano scippare lo scettro di mano da qualche altra formazione.
Allora bisogna cominciare di nuovo dalla minoranza anche se questa non ha le carte in regola per aver alcunché.
L’attivista sfortunato si ritrova a dovere ricercare un altro capo; un altro che prometta, una volta raggiunta la poltrona, di ricordarsi di coloro che lo hanno sostenuto.
L’informazione è la fase più delicata; essa è riservata ai capi dell’Organizzazione.
Tutti i suoi rappresentanti sono gelosissimi di ogni fase informativa.
Presentarsi ai loro sostenitori è un avvenimento che può far nascere una nuova stella politica o segnare il declino di chi vuole cimentarsi in quell’agone.
Chi conta di più ha automaticamente diritto a maggior spazio.
Maggiore spazio significa maggiore visibilità, maggiore possibilità di raccogliere consensi.
La lotta per la pool position è feroce.
Per non parlare di un’apparizione in video o in radio cui ha diritto solo chi ha incarichi ufficiali o chi ha la buona sorte di essere delegato da chi ha incarichi ufficiali.
Di solito questa è un’investitura vera e propria; invece di imporre la spada sulla spalla, i nuovi cavalieri sono investiti con l’invito ad un programma radiofonico o televisivo.
E’ chiaro che solo chi ha partecipato ad elaborare le strategie del Consorzio può aver qualcosa da dire.
L’informazione serve in primis a rendere i dirigenti del Consorzio titolari del potere di apparire; per illustrare i programmi nessun’altro può parlare delle attività future.
Il programma di informazione del Consorzio deve servire da trampolino di lancio per Politicante e Commendatore e per quelli dell’Organizzazione che vogliono impegnarsi al massimo in questa vicenda.
La regia spetta a Politicante: in qualità di Presidente del Consorzio è un suo sacrosanto diritto.
Ha talmente brigato per arrivare in quella posizione dominante che gli spettano gli strumenti, se ne ha le capacità, per rafforzare la sua posizione.
E’ indubbiamente più facile da una posizione di vertice controllare eventuali aggressioni.
La scalata a posizioni di potere è sicuramente un’impresa più ardua.
L’informazione è la fase più delicata ed operativa.
I nuovi leaders devono costruire un ciclo di incontri e dibatti.
Il ritmo di lavoro è davvero incessante.
La campagna informativa per essere efficiente deve essere sicuramente concentrata nel tempo, E’ un requisito fondamentale.
Bisogna raggiungere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile.
E’ come una campagna elettorale, anzi è il presupposto indispensabile per la prossima campagna elettorale.
Per farsi conoscere in anticipo o per consolidare le proprie posizioni.
Il Consorzio è un ente di secondo livello che serve naturalmente come base di partenza per chi ha la sufficiente ambizione per lavorare alla costruzione di un sistema di appoggi e di preferenze che consentono di raggiungere traguardi più prestigiosi.
I contatti e le alleanze si svolgono qui prima o dopo gli incontri ufficiali che di solito si tengono dopo le cene.
E’ indispensabile avere un quadro esatto della distribuzione elettorale dell’Organizzazione, supporter di Politicante, ma non solo.
Bisogna anche curare i rapporti con gli esponenti dell’Organizzazione, in questa fase sarebbe sufficiente fare delle riunioni mirate con coloro che sono in grado di assicurare il consenso, perché le basi più periferiche dovono ancora digerire il cambio in corsa di un esponente dell’Organizzazione a favore di Politicante. 
Nell’Organizzazione chi percepisce l’esigenza di cambiare fa parte di una ristretta minoranza.
Una intelligentia formata da un numero ristretto di teste pensanti; esse trovano il modo di spiegare a tutti gli altri la necessità di adeguarsi ai mutati cambiamenti di gestione. 
Politicante organizza il ciclo di incontri da vero maestro; spende il più possibile in manifesti e coreografie degli incontri, per invitare illustri conoscitori della materia ad illustrare i più moderni ritrovati per combattere le mosche, che naturalmente coincidono appieno con quanto proposto dal nuovo consiglio del Consorzio.
Dà a tutti i rappresentanti dell’Organizzazione un ruolo importante secondo solo al suo.
Fa credere a tutti che ci sarebbe stato per loro un posto di rilievo all’interno dell’Organizzazione.
A tutti assicura un suo interessamento per una pratica di pensione o per un posto di lavoro al figliolo.
Politicante convince gli scettici, rincuora gli indecisi, rende indomiti i più timidi.
Alla fine tutti sarebbero rimasti entusiasti di Politicante e della Organizzazione.
Parallelamente alla fase pubblica, Politicante intraprende la fase più privata quella che porta alla aggiudicazione della fornitura ai predestinati.
Le norme, si sa, sono tante ma alla fine se si deve fare il bene della collettività e fornire il prodotto giusto ad un prezzo che soddisfi quanti si sono effettivamente interessati all’affare, devono sorgere dei problemi?
Politicante ha l’assenso tacito della maggioranza può dunque fare ciò che ritiene giusto per compensare tutti del loro impegno.
Politicante è convinto che realizzare l’operazione sia una giusta ricompensa dovuta a lui e agli amici per l’impegno profuso.
Se poi deve fare quadrare le carte per non incorrere nei rigori di un legislazione troppo cavillosa, per lui non è un gran patema di coscienza.
Gli spostamenti, le riunioni e l’impegno profuso sono i costi della politica.
Lui deve essere sempre presente: Politicante in questo è un maestro del presenzialismo.
Partecipa alle gioie e ai dolori di tutti gli abitanti della zona.
Non perde un matrimonio o un funerale di chi abbia un minimo di notorietà.
Se ritiene che la chiesa o il municipio contengano un adeguato numero di persone lui c’è.
E’ sempre lì a stringere mani e partecipare ai problemi di tutti.
Se c’è un circolo o un movimento che ha bisogno di un suo intervento o semplicemente della sua partecipazione, deve forse esimersi dall’essere presente?
Per non dire di un convegno.
Su tutto Politicante interviene, su tutto deve dire una ovvietà o certificare, come un provetto notaio, una certezza assoluta.
Non è di una intelligenza molto vivace, quindi, di solito dice cose ovvie, banali che però sono le parole che la gente semplice vuol sentirsi raccontare.
Le sue indicazioni devono essere sufficientemente generiche per accontentare tutti e non scontentare nessuno.
Per non parlare delle cene necessarie, come dice, per rinsaldare i vincoli dell’amicizia.
Politicante è il primo, non solo a partecipare, ma a contribuire nel trovare gli sponsor che garantiscano la loro buona riuscita, soprattutto se ci sono degli attivisti da incontrare.
Tutto questo sforzo deve essere ripagato dagli aiuti che provengono dai vari amici cui ha fatto dei favori.
C’è sempre qualche grossa pratica da sistemare nelle amministrazioni o qualche finanziamento elargito grazie agli interessamenti di Politicante su cui è prevista una percentuale per coprire i costi del suo staff personale.  
I suoi interventi sono impeccabili, non c’è finanziamento pubblico a lui inaccessibile, la sua ragnatela di informazioni e di contatti è perfetta.                       
I soldi, però, non bastano mai perché la rete costruita è costosissima.
Quella fornitura è, pertanto, fondamentale nella sua economia per guardare con fiducia il suo futuro alla scalata dei vertici dell’Organizzazione.
Dice sempre “Chi se sbatte vol la so ricompensa”.













Capitolo 50. L’appalto.

“Nissun fa niente per niente” è il motto di Politicante.
Il suo impegno nell’Organizzazione è un lavoro ad altissimo livello e come tale deve essere retribuito.
E’ lui che deve comporre attriti, mediare fra contraddittori inferociti, assicurare gli aderenti delle loro ansie, rincuorarli che tutto va bene, assicurare loro lavoro e prebende, incitarli nelle battaglie contro gli avversari e finanziarli nelle loro attività.
Tutto questo richiede un esborso notevole di denaro che da qualche parte deve saltare fuori.
Politicante in effetti ha già un’esperienza di lavoro: sa che guadagnarsi una misera pagnotta costa fatica ed impegno.
Per questo ha trovato questo sistema per campare.
Ricerca il consenso degli altri rendendosi disponibile per risolvere non solo i loro problemi ma anche di quelli che non hanno chiesto il suo aiuto.      Sono questi i maggiori sponsor delle imprese di Politicante, perché gli danno una investitura indiretta che trova consenso nella loro non partecipazione.
La fornitura dei prodotti necessari per combattere le mosche è un’occasione da non perdere.
L’affare è chiaramente impostato.
Per sconfiggere il flagello è necessario un prodotto speciale.
Basta identificarlo con elementi che siano difficilmente reperibili sul mercato e stabilire termini brevissimi per mettere in grado un unico concorrente di partecipare alla gara e aggiudicarsi la fornitura.
Politicante non sa molto di diritto, ha fatto solo alcuni esami di ingegneria, ma sa certo che la pubblica amministrazione ha sempre ragione fino a che il giudice amministrativo non ti sospende i provvedimenti.
Sa bene, inoltre, che c’è sempre la possibilità di affidare una fornitura ad un unico concorrente, ossia di ricorrere alla trattativa privata, quando l'urgenza della stipulazione del contratto sia tale da non consentire l'indugio determinato dall'esperimento di una gara.
Questi requisiti sono pienamente realizzati in questa circostanza.
Chi avrebbe osato mettere in discussione le decisioni prese dal Consorzio? Chi può mettere in dubbio l’urgenza di trovare un rimedio contro le mosche?
L’accordo di ferro stipulato con Pattona sta per trovare concreta realizzazione.
Si incontrano nella sala del Consiglio del Consorzio loro due soli.
Questi affari si trattano in pochi, poiché non devono rinvenirsi tracce.
Ti ga lavorà ben” dice Pattona “tuto xe pronto.”
La Moscfior s.p.a. è l’unica ditta in grado di presentare un rimedio efficace contro le mosche.
Un prodotto sotto i limiti di controllo di tossicità, sopportato bene dagli animali.
Si tratta di fare le cose per bene e aggiudicare la fornitura rispettando tutte le regole.
Bisogna mettere nel bando di gara dei requisiti tecnici che io ti fornirò. Essi non consentono alle altre ditte di partecipare alla gara.
Cusì el lavoro xe nostro” conferma il Pattona.
Politicante non ha dubbi ma solo certezze e rassicura Pattona che non ci sarebbero stati problemi.
Tuto xe soto controlo” dice “ghe vol però tanti schei per sodisfar i novi sostenitori.”
Avere dei referenti a livello locale costa molto.
Si devono organizzare riunioni, offrire cene di lavoro, sovvenzionare chi si sposta. Le campagne elettorali costano molto. Spara, pertanto, una cifra esagerata: un milione di euro.
Ma ti xe mato” esclama Pattona.
Politicante non vuole sentire ragioni.
L’Organizzazione è costata molto e lui non sa come fare per coprire gli oneri. E’ necessario corre qualche rischio e fare venire fuori i costi dal prezzo dell’appalto.
I schei i voio contanti” conclude Politicante.
Tutto si svolge come previsto.
Un responsabile della Moscfior si è presentato con una valigia nera e ha ringraziato della collaborazione.
Politicante ha contestualmente fornito in anticipo la preziosa relazione tecnica, redatta con quegli specifici dati tecnici che la concorrenza non può fornire.
D'altronde il segretario l’ha confermato: lui è a tempo determinato e se vuole essere riconfermato deve fare quello che gli si dice.       
Il dirigente, inoltre, deve essere pronto a prendersi ogni responsabilità.
In tal modo a Politicante non può essere imputato alcun addebito per quella operazione.
E’ questa la regola prima che caratterizza la efficienza del dirigente.
Si presenta alla gara un’unica ditta.
E’ stata indetta una trattativa privata e sono state invitate solo delle aziende che non producono prodotti moschicidi.
Nel mese di agosto, d’altronde, chi si deve invitare?
Tutte le ditte sono in ferie: non c’è più nessuno che ha voglia di partecipare ai lavori!
Le imprese in città non sono in grado di procurarsi il materiale necessario per adempiere alla fornitura.
Sono stati bravi Politicante e Pattona, hanno pensato proprio a tutto.













Capitolo 51. L’imprevisto.

La fornitura è aggiudicata, come previsto, alla Moscfior s.p.a. senza alcuna vera contestazione; solo qualche mugugno.
D’altronde il Consorzio può essere una preziosa stazione appaltante e bisogna stare attenti a protestare: si rischia di non essere più invitati alle gare.
Politicante ha ricevuto il suo compenso che ha in parte girato ai suoi sostenitori ed in parte  conservato per i prossimi impegni elettorali.
Le mosche sono state decimate dal nuovo prodotto e quelle poche che sono sopravvissute sono state sterminate dalla palette.
Le poverine sono rimaste così intontite dal moscfior che si sono fatte prendere facilmente.
Tutto sembra essere risolto facilmente.
Politicante è già pronto per ricevere il ringraziamento dalla comunità per il suo tempestivo intervento.
Purtroppo le male lingue non mancano mai.
La gente comune è meno credulona di quanto si possa pensare.
Soprattutto in una piccola città proliferano quelli che hanno sempre da lamentarsi e criticano chi si interessa alla soluzione dei loro problemi.
Qualcuno ha cominciato a chiedersi come mai c’è voluto tutto quel tempo per trovare una soluzione.
Qualche altro si è chiesto perché la gara per la fornitura sia stata indetta proprio in agosto quando tutte le ditte erano rimaste chiuse per ferie.
I produttori di materiali per combattere le mosche si sono chiesti perché non sono stati invitati alla gara.
Tutta una serie di perché e di ma che hanno avvelenato l'opinione pubblica, che si è trovata spaccata in due.
Una parte irriducibile difende Politicante a spada tratta perché ha risolto il problema; un'altra parte è sempre più critica; ma, soprattutto, è l’esercito dei detrattori che si va ingrossando.
Queste dicerie non impensieriscono Politicante, ma gli rendono meno piacevole il sapore dolce della vittoria.
E’ l’invidia che non riconosce i meriti reali delle persone.
Le cose incominciano a rendersi più complicate con la discesa in campo dell’Associazione a Tutela dei Cittadini, diretta dal sig. Orroz.
Gli studi del dott. Bianchi hanno messo in guardia l’Associazione.
Alcuni soci più puntigliosi hanno spulciato delibere, bandi di gara e contratti di appalto.
Non quadrano i ritardi con cui si è pervenuti all’aggiudicazione.
Perché si è perso tutto quel tempo in indagini preventive per poi procedere con la massima urgenza?
Perché non sono stati presi subito in considerazione quei prodotti che poi sono stati acquistati ad un prezzo altissimo?
Perché non sono state invitate tutte le ditte interessate alla fornitura?
L’Associazione a Tutela dei Cittadini è formata da un gruppo di persone, slegate da qualsiasi etichetta, gode di buon credito in città.
L’Associazione ha denunciato lo scandalo della trattativa privata.
La magistratura è intervenuta non appena in possesso delle notizie in via ufficiale.
E’ stato formato un fascicolo poderoso che ha raggiunto le diecimila pagine e che si ingrossa ogni giorno con nuove indagini.
La stampa ha ripreso i dubbi che corrono negli ambienti più informati, dando il via alla caccia al colpevole.
Non risulta credibile l’invito e la conseguente assegnazione dell’appalto ad un solo concorrente che fabbrica i prodotti richiesti dal bando di gara.
Gli altri concorrenti invitati a presentare la loro offerta, infatti, sono specializzati solo nella produzione di palette ammazza mosche ma non di insetticidi con componenti naturali.
La magistratura, prima sollecitata da lettere anonime, poi dagli esposti inviati dall’Associazione a Tutela dei cittadini, indaga.
La tegola più grossa arriva a Politicante dalle ditte non invitate a partecipare alla gara.
Politicante e Pattona hanno sottovalutato che la grossa fornitura è un consistente affare anche per imprese che si accontentano di guadagnare l’utile industriale.
Queste, non invitate alla trattativa privata, non appena si sono accorte dell'importo oggetto di aggiudicazione, hanno proposto ricorso alla giustizia amministrativa.
Il giudice ha, invero, respinto la richiesta da parte delle ditte escluse di sospendere la gara e di rifarla.
Il giudice saggiamente non ammette che la ripetizione della gara renda ancora lontano il momento in cui si possa finalmente utilizzare il rimedio contro le mosche.
I bene informati assicurano che il giudice è un legittimista e che vuole vederci chiaro sulla vicenda che ha degli aspetti oscuri.
Politicante ha cercato di farlo avvicinare da amici della Organizzazione, ma tutto è stato vano.
Il rischio dell’annullamento della deliberazione del consiglio del Consorzio di aggiudicazione a trattativa privata della fornitura alla Moscfior s.p.a. è palpabile.
Da quella sentenza Politicante intuisce che possono nascere una sacco di guai per lui.
Politicante fa intervenire il Consorzio in giudizio e si difende come un leone.
Sa però di avere i giorni contati perché il cacciatore stavolta è troppo forte per lui.
Gli avvocati del Consorzio sollevano l'eccezione di inammissibilità del ricorso delle Ditte escluse, sotto il profilo che debba ritenersi legittimata ad impugnare l'esito di una trattativa privata solo un'impresa che vi abbia partecipato ovvero che abbia formulato un'offerta respinta dall'amministrazione.
Solo questa impresa ha, quindi, una posizione differenziata dalla quale deriva un qualificato interesse all'annullamento dell'atto di scelta del contraente.
Le ditte escluse non possono, quindi, essere ritenute legittimate all'impugnativa solo perché sono interessate alla partecipazione alla gara.
L'eccezione va respinta, in quanto il giudice afferma che: “in base ai principi di libera concorrenza, di legalità e di buon andamento ed imparzialità dell'azione amministrativa, l'impresa operante in un settore economico è legittimata ad impugnare il provvedimento con cui l'amministrazione disponga la stipula di un contratto a trattativa privata riferito allo stesso settore e non abbia invece posto in essere per la scelta del contraente le debite procedure di evidenza pubblica”.
Il tribunale condanna pertanto il Consorzio a rifondere i danni alle ditte escluse.
E’ l’inizio della fine.
La giustizia è dura a partire, ma, quando si mette in moto, essa si accanisce contro il meschino che ha tentato di raggirarla.
E’ così anche per Politicante.
A fianco del giudice amministrativo scende anche il giudice penale ed il giudice contabile.
Accanto ai ricorsi amministrativi fioccano gli esposti penali da parte di tutti quelli che si sono visti richiedere una contribuzione per avere possibilità di successo negli appalti pubblici.
Tutti quelli che si sono sentiti semplicemente esclusi dall’Organizzazione o si sono sentiti traditi da chi li ha illusi di rappresentare il possibile realizzatore delle loro speranze sono scesi in piazza contro Politicante.
Le intercettazioni telefoniche disposte dal giudice penale registrano insospettabili comunicazioni tra Politicante ed i vertici dell’Organizzazione.
Cosa succede xe deventai tuti mati!” esclama Politicante che cerca protezione ai livelli più alti.
Non sa il tapino che, quando l’onda di piena arriva, tutti pensano solo a salvare se stessi.
Nessuno lo conosce più, nessuno è disposto non solo a dargli una mano, ma neppure a rivolgergli la parola.
Tutti pensano solo a non naufragare.
Hanno paura di compromettersi e perciò negano contro ogni evidenza la loro palese comunanza con tutti i membri dell’Organizzazione.
Nessuno conosce o ha sentito parlare di Politicante o, se ne ha sentito parlare, ne condanna pubblicamente l’operato. 
Le amicizie fondate sull’interesse e sulla convenienza economica durano lo spazio del guadagno che provocano, non reggono il minimo tentennamento; la più piccola perdita rende gli amici fraterni di un tempo dei perfetti sconosciuti quando l’uno non diventa lo spietato accusatore dell’altro.
I vertici dell’Organizzazione si trovano in un solo istante spiazzati dalle indagini.
Come giustificare quei finanziamenti che trovano copertura in una contabilità legale?
Che dire di tutti pagamenti in contanti che non passano in alcuna contabilità, dove la gestione lascia presupporre contributi non legali per vincere gare di forniture, magari di prodotti per combattere le mosche?
I versamenti comprovano l’interessamento di personaggi importanti per fare concludere l’affare.
Il coperchio che ha coperto sigillando gli affari sporchi di Politicante si è improvvisamente aperto la tenuta stagna non ha retto alla pressione sempre più forte di tutti gli affari messi in atto.
Un bruta mattina - per chi ha qualche conto in sospeso con la giustizia - un concerto di sirene annuncia una grande azione di polizia.
Politicante e Commendatore sfilano davanti alle telecamere che impietose li inquadrano e scompaiono senza lasciare dichiarazioni nelle auto col lampeggiante acceso.
Messi agli arresti confermano di avere avuto il finanziamento per coprire le ingenti spese sostenute dai loro movimenti.
Un giorno sereno per chi ha sempre creduto che alla fine la giustizia avrebbe presentato il suo conto con tutti gli interessi.

 

Capitolo 52. Tutto ricomincia.


Tante novità possono capitare tutte in un colpo solo anche se sembra impossibile.
Le rivoluzioni sono improvvise e rovesciano in un attimo modi di vivere, consolidati dal tempo.
E’ come l'acqua che prima di bollire è quieta ma poi quando comincia  borbottare e a trasformarsi in vapore diventa una forza travolgente.
Il modo di vivere della gente è cambiato.
Finalmente senza Politicante le mosche sono state debellate.
Non c’è voluto molto ad usare dei comuni insetticidi  e a rimuovere  i rifiuti che, lasciati per incuria nelle discariche, hanno alimentato la proliferazione degli insetti.
Non esistono neppure i dirigenti dell’Organizzazione. 
I potenti gruppi dell’Organizzazione del consenso sono stati azzerati.
Nel ciclone giudiziario sono stati indagati tutti e soprattutto l'Organizzazione ha perso la fiducia da parte dei suoi sostenitori.
Essi restituiscono le tessere di iscrizione.
Non sono più proponibili non solo quelli che sono stati coinvolti ma anche altri che, pur non essendo stati indagati, appartengono all’Organizzazione.
La legge ha imposto le sue regole.
Chi le ha infrante dove pentirsene.
Il problema del nuovo si impone.
C’è una buona occasione per ricominciare con volti diversi, che possano ispirare fiducia.
Gli uomini nuovi della società civile, che abbiano voglia di impegnarsi nella gestione degli affari pubblici senza volere raggiungere a tutti i costi il loro tornaconto personale, devono farsi avanti.
Un nuovo gruppo dirigente deve raccogliere i frantumi della coalizione che ha governato la città.
C’è qualcuno però che è riuscito a scampare dalla grande rivoluzione giudiziaria.
Lui ha bisogno di nuovi referenti per ricominciare come se non fosse successo nulla.
Mentre la volante porta nelle patrie galere Politicante ed i suoi amici, Pattona è lì a salutarli.
Il grande burattinaio è riuscito a dribblare tutti.
Lui c’è sempre, ma non conta nulla.
Lui garantisce le operazioni, ma non figura mai nei contratti.
I soldi finiscono in un conto segretato, ma non è riconducibile a lui.
Sono altri che movimentano i fondi, che fanno prelievi di contanti che poi non si sa dove finiscono.
I suoi proventi sono tutti documentati.
E’ vero, ingenti somme derivano da consulenze un po’ dubbie.
Effettivamente non si capisce perché siano stati dati così tanti denari per prestazioni di così poco conto.
Ogni prestazione, però, è stata regolarmente fatturata.
Come può un abile investigatore non accorgersi che è stato fatturato il fumo, il niente, che sono stati dati dei soldi veri per delle bufale?
Fare i controlli di sostanza è però difficile.
Ci vuole gente preparata che magari è stata rimossa tanto tempo prima perché non possa dare troppo fastidio.
E’ più facile controllare i timbri, che siano stati messi tutti i visti necessari che la fattura sia stata regolarmente annotata.
Verificare che si è fatturato il nulla è più complicato, seguire il percorso tortuoso del denaro è difficile e poi ci sono i cavilli procedurali.
La strada del giusto è irta di difficoltà è molto più facile realizzare degli imbrogli che provare che sono stati commessi.
Pattona non ha commesso il più piccolo errore formale, non ha trascurato nessun dettaglio ed è per questo che è lì a salutare gli altri che vanno verso il meritato castigo.
Lui forse che lo merita più di loro, è lì pronto a ricominciare il gioco.
Bisogna rifondar un novissimo Movimento per i diritti de tuti” dice Pattona.
Guarda gli ultimi seguaci rimasti fuori dalla bufera come per vedere se c'è qualcuno che possa rimpiazzare i suoi fidi oramai caduti sul campo.
Fa un sorriso di saluto a Giovanni.
So pronto.” gli risponde manifestando il suo impegno per ricominciare.
E’ necessario trovare una nuova faccia pulita che non sia stata minimamente toccata dall’avventura precedente.
Sta a lui plasmare questo nuovo adepto ad immagine di Politicante o di Commendatore.
C’è sempre qualcuno disposto a ricominciare il gioco dei potenti.
L'adrenalina che ti dà il potere, il sottile piacere di comandare, di comprare col denaro quello che vuoi è un sogno di onnipotenza che travolge e anima molti verso nuove avventure.
A chi ha poco e vuole avere di più non interessa il mezzo con cui può raggiungere una posizione al sole.

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