lunedì 4 giugno 2012

L'affare 31- 38


Capitolo 31. I boiardi.

Quello che conta è riuscire a gratificare i boiardi.
Tutti parlano dei boiardi ma nessuno sa con precisione chi siano.
E’ la cultura popolare che li identifica in quei personaggi che hanno un posto di rilievo all’interno dell’Organizzazione.
Sono quelli che comandano senza dovere rendere conto a nessuno delle loro decisioni e che percepiscono le retribuzioni più elevate.
Sono quelli che si sono conquistati le cariche più prestigiose nelle varie sezioni in cui si articola l’Organizzazione.
Sono quelli che viaggiano nelle macchine blu blindate con i vetri oscurati; loro passano dappertutto a sirene spiegate.
I boiardi contano perché hanno nella loro cassaforte i voti che consentono di raggiungere ogni alleanza.
Chi vuole raggiungere le cariche più alte ha bisogno di loro e deve accordarsi con loro.
E’ il gioco del potere che si realizza solo accontentando quelli che ti possono sostenere. 
La richiesta di chi dispone dei voti necessari per raggiungere qualunque maggioranza è sempre la stessa.
Seve schei, racomandasion e asumer. Bisogna crear posti de lavoro!” ripete a tutti Politicante fino al limite dell’ossessione.
Bisogna poi nominare dei dirigenti che tengano un indispensabile rapporto tra l’Organizzazione e gli assunti.
E’ un’attività parallela che si deve sovrapporre alla società normale che produce reddito.
Questa rete interna all’Organizzazione produce, invece, consenso, tranquillità sociale e garantisce il potere.
Per mantenere i contatti Politicante gira il territorio come una trottola, interviene in ogni dibattito su qualsiasi tema.
Per lui non è importante fare delle proposte sensate o dire qualcosa di rilevante.
Essenziale è essere presente, assicurare il proprio intervento e promettere il completo interessamento per raggiungere l'obiettivo di cercare e ottenere congrui finanziamenti.
Questa è la parola magica.
Basta poi solo fare credere di avere dei rapporti a livello adeguato e di avere le entrature necessarie per ottenere contatti al vertice.
E’ indispensabile far presumere che un interessamento o una parola spesa bene al momento giusto possano fare trovare i canali più appropriati per risolvere il problema.
E’ questo il segreto per suscitare interesse verso i futuri sostenitori.
Solo così puoi essere ricercato, trovare adesioni alla tua iniziativa, seguaci ai tuoi programmi e moltiplicare il tuo sistema di collegamenti.
Le persone in definitiva vogliono dalla Organizzazione protezione, vogliono essere assistite nell’esigenza più sentita: quella del lavoro.
I più deboli, i meno sicuri professionalmente tentano di trovare il sostegno per vivere decentemente nell’aiuto che l'Organizzazione può loro offrire.
Neppure i più forti economicamente restano immuni dall’abbraccio dell’Organizzazione, dal desiderio di avere un necessario contatto con Politicante.  
Lui è la chiave di volta, il grimaldello per entrare in ambienti esclusivi, blindati ad ogni contatto con l’esterno.
Se c’è un problema è solo Politicante preposto a trovare una soluzione.
Lui, anche se nulla sa in proposito, ha l’arte di mediare, di trovare soluzioni condivise.
Col consenso di tutti, escludendo magari quelli che contano meno, ma che ne sanno di più, riesce sempre a trovare la soluzione di mediazione.
Il suo segreto è quello di adottare sempre la risposta che ha il maggior numero di consensi.
Non importa che sia la risposta più giusta o quella più economica o quella più razionale.
Deve semplicemente essere la risposta più condivisa, quella che accontenti tutti anche a costo di sacrificare una minoranza.
Purché sia una minoranza ristretta o che in ogni modo non sia in grado di incidere e di sollevare dei polveroni inulti.
I boiardi sono fondamentali per la tenuta dell’Organizzazione.
La loro compattezza e spirito di disciplina garantiscono l’esito dell’impresa.
Una fede incrollabile nell’Organizzazione e obbedienza cieca alle direttive di Politicante sono i requisiti principali.
Devono essere legati al suo destino nella consapevolezza che al primo sbaglio la loro carriera è segnata coll’inevitabile ritorno all’anonimato.
I più fedeli sono invitati a frequentare l’Organizzazione e a mettersi a completa disposizione di ogni iniziativa.
L’Organizzazione per essere più potente deve trovare dei collegamenti costanti con i suoi sostenitori e soddisfare tutti i loro bisogni.
Il boiardo deve essere sempre a disposizione degli iscritti e simpatizzanti e partecipare alle feste che l’Organizzazione propone.
La cultura ed il tempo libero sono le attività in cui il boiardo deve essere più incisivo.
Il governo della società passa proprio dalla gestione di questi settori determinanti.
Deve essere così umile da porsi dietro i banchi a servire salamelle e bicchieri di vino durante le feste estive dell’Organizzazione.
Tutti devono mostrare il loro interesse per la gente comune, tutti devono fare veder il proprio spirito di servizio e la propria disponibilità verso gli altri.
Anche i grandi capi devono essere lì.
Sono esonerati dal lavoro più umile ma le assenze non sono giustificate.
Devono essere presenti per stringere la mano e per dispensare sorrisi e rispondere alle varie richieste di intervento.
Se si vuole comandare bisogna anche mettersi in mostra pubblicamente e fare constatare la propria presenza.
Tutti gli adepti adempiono puntualmente ai loro compiti come scolaretti diligenti. 
L’attività amministrativa deve essere congiunta alla disponibilità di partecipare al momento ricreativo. Solo così il boiardo raggiunge il massimo livello di eccellenza perché solo così tutti possono riconoscere che lui è al servizio totale dell’Organizzazione.
Il Consorzio dà la possibilità a Politicante di reclutare un manipolo di boiardi disposti a seguirlo anche all’inferno.
Sono persone fidate con le quali si può programmare ogni attività.
Con loro si può essere sicuri di avere il più totale appoggio: basta garantire un trattamento economico adeguato.
Il Consorzio, dove l’attività è minima, è la palestra migliore per architettare un piano di controllo di quegli altri enti dove si lavora e non si ha tempo per realizzare delle strategie.
El lavoro conta poco” ripete sempre Politicante ”quelo che conta xe el progeto complesivo.
E’ vero.
Se non sei supportato dall’Organizzazione che ti sostiene sempre per la tua appartenenza, dove puoi pensare di arrivare lavorando da solo?
Il progetto complessivo si può realizzare solo accentuando il centralismo dell’Organizzazione e mettendo sotto il suo controllo tutte le nomine negli enti della città.



Capitolo 32. Le mani dei boiardi.

Il potere dei boiardi è così decisivo perché l’Organizzazione dispone di funzionari fedelissimi disposti a supportare la loro azione nei vari enti.
Il potere dell’Organizzazione trae supporto da regolari elezioni.
Vinte le elezioni l’Organizzazione si struttura per gestire il potere.
Sono indispensabili funzionari che costruiscano i regolamenti e gli atti amministrativi, che interpretino le leggi nel modo migliore per favorire la sua azione.
Tutta l’attività deve consentire di mantenere saldamente il controllo economico nelle mani di queste piccole oligarchie. Esse si arricchiscono ed aumentano di prestigio ad ogni operazione che portano a termine.
Per questi funzionari l’importante è difendere il loro ruolo eliminando ogni possibile voce critica.
Chi chiede di interpretare le leggi in modo imparziale senza favoritismi, senza creare ingiustificate rendite di posizione rispettando le competenze e chiunque voglia onestamente portare un contributo al governo della società è un nemico potenziale dell’Organizzazione e deve semplicemente essere ignorato. Deve essere messo a tacere.
L’isolamento è la forma migliore per garantire il consenso.
Sostenere gli amici e isolare chi vuole pensare con la sua testa senza arrendersi ai voleri dell’Organizzazione.
La trovata per garantire all’Organizzazione di avvalersi di questi funzionari, che la cultura popolare ha subito identificato come le mani dei boiardi, è semplice.
Perché affidarsi ad inutili e dispendiosi metodi di selezione che accertino la preparazione e mettano i migliori alla gestione degli enti pubblici?
Chi meglio degli amministratori degli enti - ossia chi meglio dei membri dell’Organizzazione - può scegliersi i suoi dirigenti?
Come fanno quelli dell’Organizzazione a  collaborare fianco a fianco con dei dirigenti di cui non hanno la benché minima fiducia a beneficio della collettività?
Politicante è stato uno dei principali artefici di questo disegno perverso che ha portato soggetti privi di competenza specifica ma dotata di alto indice di gradimento a gestire l’azione degli enti pubblici.
Ma se mi devo gestir un ente podarò sceglier el me colaborator de fiducia” ripete convinto.  Peccato dimentichi che l’ente non è suo e che i soldi che dilapida non sono suoi ma della collettività.
I cittadini hanno diritto al migliore servizio scegliendo le persone più capaci a gestirlo.
L’Organizzazione ordina e le mani dei boiardi si attivano perché le decisioni prese siano portate in esecuzione.
Tutto deve andare nel senso indicato senza se e senza ma..
Se i prescelti non operano nella direzione assegnata il loro destino è segnato e, come tutti i ribelli, sono semplicemente cancellati dai libri paga.
Tutte le porte sono chiuse e tutti i privilegi spariti in un sol colpo.
Con questa cura radicale è impossibile che l’Organizzazione possa avere delle voci critiche. 
Qualcuno malfidente ribatte “Ma se i xe d’acordo su tuto chi xe che controla?”
Bisogna proprio essere in mala fede per ritenere che l’Organizzazione non faccia tutto il possibile a vantaggio della collettività di cui è espressione.








Capitolo 33. All’assalto.

Non c’è ente che la prepotenza dell’Organizzazione non sia riuscita a controllare in una morsa soffocante.
Lo schema è sempre lo stesso.
La schiacciante maggioranza dell’Organizzazione non ha difficoltà a inserire a capo degli enti pubblici un presidente di suo gradimento che ha la responsabilità di indirizzo.
Una volta ottenuto il controllo amministrativo l'affare diventa semplice.
L’ente diventa una colonia per i boiardi.
Il presidente una volta insediato non ha difficoltà ad eliminare la vecchia dirigenza sostituendola con chi è più gradito.
Solo i boiardi hanno accesso alle cariche dirigenziali perché l’Organizzazione, che ha il controllo, decide le nomine.
Le assunzioni di amici e sostenitori garantiscono il sistema di potere mentre si cerca di trovare il consenso garantendo posti di lavoro di livello basso quasi a sostituire una indennità di disoccupazione.
Le necessarie fonti di finanziamento sono pilotate dall’Organizzazione che, pur di garantire posti di lavoro improduttivi, non esista ad indebitarsi in modo esorbitante. Le risorse del paese servono per far fronte ad una macchina che serve solo a sè stessa e che diventa ogni giorno più costosa.
L’ente per la cultura raddoppia il numero dei dirigenti per fare posto ai boiardi, ma soprattutto è in grado di garantire finanziamenti alle iniziative dei loro amici.
Cosa c’è di meglio degli spettacoli gratuiti da offrire al popolo?
Se non ci sono più le arene ed i gladiatori è sempre pur vero che esistono i teatri e le piazze.
La cultura non deve produrre profitti, se c’è lo Stato disponibile a fornire i finanziamenti necessari che poi i boiardi distribuiscono secondo il loro buon cuore.
Solo gli amici riescono a vivere perché solo la loro attività artistica è sovvenzionata.
E’ un modo di fornire divertimento gratuito a costo nascosto perché nessuno è poi in grado di verificare i conti.
Gli enti per l’assistenza sono anche un campo molto proficuo per l’attività dei boiardi poiché hanno da gestire un considerevole patrimonio accumulato nel tempo attraverso donazioni e lasciti testamentari.
In questo caso la fantasia dei boiardi si scatena per inventare le operazioni più fantasiose.
Acquisti, vendite, gestioni a costi paurosi che consentono però di costruire operazioni interessanti.
Quando arrivano i boiardi il patrimonio esistente va alienato in un battibaleno e gli investimenti si susseguono a raffica.
Se gli enti hanno esaurito il loro patrimonio, i boiardi aumentano le rette.
Il nuovo patrimonio, costituito in un batter d’occhio, consente all'ente di attribuire ai boiardi nuovi finanziamenti da gestire con sicurezza.
La loro specialità è esigere la costituzione di enti che non hanno alcuna ragione di esistere o che sono destinati a periodi transitori per poi diventare stabili.
L’ente per i danni di guerra, una guerra finita cinquant’anni prima, è una creatura delle più care all’Organizzazione.
I boiardi più capaci sono stati inviati a dirigerla.
Essi hanno dato prova della loro solerzia perché l’ente ha continuato a gestire pratiche trascinandole per tempi biblici in attesa di continui finanziamenti.
Le pratiche non finiscono mai di aver bisogno di documenti di supplementi di istruttoria.
La seconda generazione di dirigenti assicura che i tempi sono ancora lunghi per far fronte a tutto il lavoro col beneplacito dell’Organizzazione.
No ghe xe niente de più stabile che un ente transitorio” suole ripetere Politicante.
Non c’è nulla di più vero perché quando un ente comincia ad assumere qualcuno ci si pone il problema morale di licenziare un dipendente.
Certo è stato assunto per un lavoro che deve durare un tempo determinato, ma se lui si affeziona al suo impiego, se si costruisce una rete di rapporti, se mette su famiglia, chi avrà il cuore di troncare tutto ciò?
Chi si permetterà di spostarlo ad un’altra occupazione creandogli magari un trauma irreversibile?
I boiardi che con tanto sacrificio hanno fatto nascere l’ente possono rinunciare al loro posto di dirigenti?
Paradossalmente la tutela della privacy è invocata per criptare i bilanci e nascondere le reali prebende da destinare ai boiardi.
Nessuna informazione sui costi delle iniziative.
Nessuna partecipazione alle decisioni rese in sedute ristrette.
La maggioranza assoluta dei boiardi garantisce ogni decisione favorevole. 
I boiardi gestiscono il malcontento, che la loro gestione comporta, con una azione aggressiva.
Solo loro sono capaci di proporre una società perfetta.
Chi protesta è un nemico del popolo che vuole mettere in discussione la capacità dell’Organizzazione.
Tuti insieme dovemo costruir la nova società.
Si crea una doppia società.
Quella opulenta che vive su attività pagate senza verificarne i costi e quella normale alle soglie dello stato di bisogno che fa i conti con le dure regole del bilancio.
Nella società opulenta i boiardi ingrassano coi loro privilegi e le loro prebende che solo il pubblico può offrire.
Quella normale deve raschiare il fondo del barile per trovare le risorse sufficienti per fare fronte alle spese che la società opulenta impone.
Il lavoro normale, si sa, dà redditi modesti rispetto alle prebende che gli stessi boiardi impongono alle strutture che controllano.
L’Organizzazione è costretta a fare sempre più ricorso all’aumento della pressione fiscale.
Sui magri guadagni i cittadini sono costretti a pagare tributi sempre più esosi a Cesare.
I boiardi sono maestri nell’inventarsi nuovi tributi che creano macchine operative per l’accertamento e la riscossione tali da garantire assunzioni e posti dirigenziali.
Gli stessi beni sono oggetto di tasse statali, regionali, provinciali, comunali.
Sullo stesso cespite grava l’obbligo di diverse denuncie.
Il contribuente compila denunce allo stato alla regione, alla provincia ed al comune.
E’ il massimo del sogno dei boiardi per esercitare un controllo su tutto, per moltiplicare le pratiche e per imporre il massimo delle imposte.
D’altronde più la macchina è grossa e più ha bisogno di soldi per farla girare.
Il fatto che i servizi siano sempre più scarsi ha una importanza relativa, l’importante è che i boiardi trovino nel sistema il loro posto al sole.
I boiardi raccattano là dove è più semplice.
Raggiunti i loro obiettivi col minimo sforzo non vogliono scontrarsi con soggetti che possono creare problemi. 
Sono i cittadini normali a pagare di più.
Sotto tiro di un fisco sempre più avido sono quelli che hanno i redditi al sole, quelli che vivono senza spostamenti, quelli che hanno attività ben visibili e ben tracciabili per la gravosa imposizione fiscale che devono garantire la dispendiosa gestione dei boiardi.
E’ molto più facile fare pagare a loro i conti salati che il sistema impone.
I bancarottieri abili nel fare scomparire intere fortune nelle pieghe dei bilanci truffando ignari risparmiatori, gli evasori senza residenza e col contante sotto il cuscino o depositato nei paradisi fiscali, i criminali più incalliti che guadagnano fortune con i traffici più illeciti e tutti quelli che vivono ai margini della società legale e conducono una vita da nababbi senza pagare un soldo di tasse restano impuniti.





Capitolo 34. Il vecchio saggio.

Il dott. Bianchi è stanco di sgobbare senza mai fare carriera, di essere sempre l’ultimo a sapere i fatti più importanti, di avere i premi di produttività nel lavoro sempre più bassi, di essere inquadrato nella qualifica minima, mentre i boiardi ogni giorno che passa divengono sempre più altezzosi.
Vuole diventare boiardo anche lui.
Vuole godere del festino che ora è destinato solo a loro.
Chi può introdurlo a quel bengodi? Solo Politicante può dargli le dritte giuste per diventare un boiardo che si rispetti.
Timidamente il dott. Bianchi bussa alla porta.
Politicante è sprofondato nella sua poltrona Luigi XIV.
Si sente veramente un imperatore.
Se pol entrar Presidente?” sussurra dopo aver avuto l’ok dalla lucina rossa che ammette alla presenza del supremo.
In quel momento gli affiorano tutti i dubbi e le paure che lo hanno sempre tenuto distante dalle porte del potere.
Ha sempre temuto di essere condizionato, di essere messo nel mezzo di chissà quali intrighi e di perdere soprattutto la sua libertà di pensare.
Quello che più lo turba è, in effetti, perdere la sua indipendenza, essere omologato a tutti gli altri, dovere dire sempre sì e dovere considerare dritte le cose più storte.
Oramai però si è convinto che deve mutare atteggiamento, memore di una vecchia storiella che gli raccontava sempre suo nonno.
Ti ti xe un fio de sesto ma sta tento che a volta l’onestà non paga” soleva ripetergli.
Gli affiora alla memoria la storia del vecchio saggio.
“Vive in un paese lontano un vecchio saggio che ha la fiducia più completa dei suoi concittadini.
Lui, che è anche veggente, ha predetto ai compaesani di non attingere dal pozzo comune l’acqua del prossimo temporale poiché porta il germe della pazzia.
L’acqua non si deve assolutamente bere.
Lo ha letto nei libri degli astri perché le congiunture sono sfavorevoli ed il passaggio di una cometa promette sventure.
All’ultima pioggia, però, è seguita una terribile siccità, i paesani resistono all'arsura solo per i primi giorni.
La sete si fa cattiva consigliera e Anacleto, il primo di loro, incomincia di nascosto ad attingere l’acqua dal pozzo comune e a berla.
Subito l’effetto dell’acqua incomincia ed il malcapitato inizia a ragionare strano.
Anacleto è tenuto, però, alla larga dalla maggioranza dei cittadini e poiché urla come un pazzo di bere l’acqua, ritenendolo pericoloso lo rinchiudono in una gabbia.
A lui segue un secondo e poi un terzo che si avvicinano furtivi al pozzo d’acqua piovana e bevono avidamente quell’acqua drogata.
Tutti loro sono rinchiusi nel recinto come Anacleto.
Ad uno ad uno la maggioranza dei paesani, oramai senza alcuna remora di farsi notare, beve l’acqua della pazzia.
A tal punto i pazzi sono divenuti la maggioranza e guardano minacciosi il vecchio saggio che continua a parlare in un modo per loro anormale e soprattutto a dare i suoi consigli di astenersi dal bere l’acqua del pozzo.
Il profeta rimane in breve tempo il solo a non avere ancora bevuto.
La gabbia è troppo stretta per contenere tutti i matti ed allora la situazione si inverte ed i carcerati diventano in un baleno carcerieri.
Il vecchio saggio è rinchiuso in gabbia perché in una comunità di dementi la saggezza è ritenuta follia.
Il vecchio resiste, pur nelle angustie della prigionia, a non bere poiché ha a cuore la sua integrità mentale più della sua stessa libertà fisica.
Passano i giorni finché, stremato dalla prigionia e soprattutto dalle beffe, il vecchio saggio chiede di potere avere anche lui un bel bicchiere dell’acqua della pazzia.
Così dopo aver bevuto il vecchio incomincia anche lui a ballare e danzare e ad urlare le frasi più astruse uniformando finalmente il suo linguaggio a quello della sua gente.
Diventato folle in un popolo di matti il vecchio saggio riacquista il suo ruolo fra gli applausi della sua comunità ritrovata. 
Memore di quella storia che da bambino lo divertiva tanto, il dott. Bianchi vuole fare il fatidico passo e bere l’acqua di questa pazzia collettiva rinunciando a ragionare col suo buon senno.
Chi se ne frega dei principi e dei valori, lui vuole raggiungere un posto in questa società di pazzi e per questo vuole diventare il più folle di tutti.
Convinto delle sue opinioni si presenta a Politicante.
Mi voria deventar boiardo anca mi.” dice sommesso.
Il dott. Bianchi sa che le nomine di tutte le figure dirigenziali più rappresentative sono speculari al potere che le ha scelte.
L’Organizzazione non consentirebbe mai che un dirigente del Consorzio sia eletto al di fuori dei suoi ranghi.
La richiesta di presentazione di domanda di partecipazione a selezioni tese ad individuare un candidato per posti di responsabilità è solo un espediente. Bisogna, per mantenere una immagine di efficienza, fare credere che tutti possano accedere agli incarichi più importanti.
Si richiedono curricula di particolare esperienza e si invitano i cittadini che spesso abboccano e partecipano a selezioni ove il prescelto è stato individuato ancor prima di emanare il comunicato
Questo a norma di legge poiché tutti sono consapevoli del fatto che le nomine e le designazioni di rappresentanti delle amministrazioni siano di carattere fiduciario.
Il dott. Bianchi ha deciso di adeguarsi al nuovo stile.
E’ stufo di studiare e di prepararsi, vuole iniziare a frequentare assiduamente gli apparati è disposto ad andare a fare il lacchè di chi comanda pronto, in caso di "ribaltone", ad inserirsi nel filone vincente.
Chi xe sti boiardi?” interviene stizzito Politicante che come tutti i componenti dell’Organizzazione nega la strisciante penetrazione nella società civile.
Qua xe tutto onesto, tutto a ala luce del sol!” proclama mostrandosi convinto lui stesso delle grandi panzane che racconta.
El continua a lavorar sodo come mi, el vedarà che i risultati vegnarà!” è una mezza apertura ad una futura prova di fedeltà all’Organizzazione, poi si sarebbe potuta valutare la domanda.
Per diventare boiardi il percorso non è così semplice come il dott. Bianchi può immaginare.
Bisogna dare prova di affidabilità.
Si deve dare all’Organizzazione la piena garanzia di obbedienza e sottomissione assoluta alle sue regole.
E’ un percorso lungo che comincia con la frequentazione.
Bisogna essere presenti alle riunioni, anche a quelle apparentemente più insignificanti, per stringere le mani dei capi, per salutare con deferenza e complimentarsi per l’attività svolta ed i successi ottenuti.
Si deve essere ossequienti alle disposizioni che vengono dall’alto.
Mai critiche, anche le più sensate potrebbero essere considerate irriverenti.
Bisogna dare dimostrazioni di essere conosciuti negli ambienti più disparati e soprattutto di avere un seguito personale.
Bisogna dimostrare di avere la fiducia di cittadini o di associazioni che può tradursi in voti di preferenza per l’Organizzazione nelle competizioni elettorali.
E’ gradita una presenza costante a tutti gli incontri. Bisogna essere disponibili ad accettare anche il più insignificante incarico perché un rifiuto può essere valutato come atteggiamento critico.
Importantissimo è il volontariato per tutte le iniziative che sono portate avanti dalla Organizzazione.
La partecipazione assidua alle feste popolari è sicuramente un elemento corretto di valutazione.
Vendere biglietti d’ingresso e staccare ricevute alla cassa sono sicuramente gli incarichi più appetiti. Puoi farti vedere e stringere le mani di tutti quelli che partecipano alla festa. Porta meno prestigio cucinare salamelle alla griglia o friggere lo gnocco perché si è troppo defilati e nessuno vuole condividere la puzza del fritto.
E’ difficile persino ottenerli perché sono distribuiti, con una mediazione attenta, fra le varie componenti dell’Organizzazione dosando fra giovani rampanti e vecchi militanti.
Ci vuole una grande sensibilità per affidare degli incarichi che consentono di mettersi in evidenza nei confronti dei simpatizzanti.
La presenza alle feste dell’Organizzazione è sicuramente un trampolino di lancio per futuri elementi rampanti o per confermare l’importanza dei vecchi dirigenti.
Se il nuovo candidato non è conosciuto da uno dei capi dell’Organizzazione, che può garantire per lui, la selezione si presenta lunga e difficile.
L’Organizzazione deve necessariamente basarsi su poche persone.
Lo schema piramidale è sicuramente più efficiente e garantisce una maggiore soddisfazione nella gestione del potere.
Il grande capo ti invita a mangiare una pizza, ti fa delle domande per valutare le tue risposte in ordine alla attività svolta dell’Organizzazione e sonda la tua disponibilità.
Devi essere pronto a dimostrare la tua totale dedizione, altrimenti sei bocciato.
Non ci sono prove di appello.
Devi essere pronto ad arrivare quando ti chiamano e dimostrare che lo scopo principale della tua esistenza è servire l’Organizzazione.
Soprattutto devi essere pronto ad accettare la supponenza dei grandi capi che vogliono esser blanditi e mai contraddetti.
Il dott. Bianchi non sa di essere già stato valutato.
Lui è stato considerato troppo individualista, troppo intelligente, troppo disinteressato rispetto ai vantaggi che la carriera di boiardo gli garantisce.
La risposta non può essere che negativa.
Lui non lo saprà mai.
Nessuno degli esclusi ha mai avuto una risposta diretta; è meglio tenere sulla corda questi postulanti perché è più opportuno mantenere un aspirante nello stato di attesa piuttosto che, comunicando l’esclusione, farsene un potenziale nemico.
Anche nel caso della domanda del dott. Bianchi non c’è stata una netta risposta negativa, ma una finta apertura
Pol essere che fasendose vedar qualche volta ale nostre riunion  el posa considerar che noialtri non femo preferenze” con queste parole Politicante dimostra la sua sensibilità nell’eliminare gli indesiderati facendo finta di accogliere almeno in prospettiva le loro richieste.




Capitolo 35. Il controllo delle persone.

Lo scopo principale dell’Organizzazione è reperire risorse da ridistribuire perché ogni soldo dispensato comporta l’intermediazione dei boiardi e da questo intervento essi derivano il loro potere.
Un potere diretto perché dai finanziamenti essi traggono i loro compensi, ma anche indiretto perché i beneficati si sentono uniti all'Organizzazione che li ha aiutati in cambio della promessa del loro consenso. 
Su questo le idee di Politicante sono chiare.
Bisogna aumentar le tase; colpir tuti i movimenti di denaro. Bisogna che tuti paga! Quei che ga schei pol scampar, ma tuti gli altri no! ” afferma convinto.
Uno dei principi cardini dell'azione di Politicante è quello di non dare incomodi alla gente influente.
Il suo ragionamento è semplice: chi muove ingenti capitali, che possono sempre andare liberamente in giro per il mondo, non può essere disturbato senza provocare la sua reazione.
Le persone importanti, se protestano troppo possono mettere in difficoltà gli equilibri interni dell’Organizzazione perché le persone influenti sono collegate con l’Organizzazione e direttamente o indirettamente la controllano.
Tutti gli altri legati alla città, quelli che non muovono i loro interessi al di fuori della cerchia limitata delle mura di cinta, sono più facilmente controllabili e possono quindi essere torchiati fino all’ultimo centesimo.
Aumentare le imposte e crearne di nuove serve anche a mettere in piedi una struttura complessa che può dare lavoro a molti e risolve, quindi, anche un problema occupazionale.
Bisogna aumentar el numero dele tase cusì creemo novi uffici e ocupasion” Politicante non ha difficoltà ad illustrare la sua originale strategia
Creare modalità sempre più complicate di imposizione comporta per il cittadino onesto una difficoltà anche per denunciare le attività sottoposte ad imposizione.
Così c’è bisogno di esperti che collaborino con gli uffici.
Creare montagne di carte, raddoppiare i fascicoli, tenere così tutto sotto controllo: questo è il sogno di Politicante.
Vede già le code dei questuanti che mendicano posti di lavoro negli uffici addetti ad immagazzinare fascicoli. Posti di lavoro che sono pagati con il ricavato dagli accertamenti.
Le denuncie si susseguono.
Per Politicante il massimo sarebbe che oltre alla presentazione di un modello al comune, ce ne fosse un’altra al Consorzio con un diverso prospetto e infine un'altra allo Stato con un altro stampato.
Raggiungere il caos amministrativo, per poi costituire delle commissioni che studino i rimedi per superarlo, è il sogno segreto di Politicante che ama essere utile alla sua gente.
Il cittadino non riesce a compilare le denuncie.
Benissimo: basta potenziare una struttura che aiuti i cittadini a compilarle, poi c’è un organo che deve esaminarle ed infine un ufficio che deve effettuare i controlli.
Più le attività sono verificate dal fisco più il controllo sui cittadini è stringente.
Tutto così deve essere autorizzato dai boiardi, non deve scappare niente.
Sfugge a questo gioco solo chi localizza all’estero nei paesi meno sviluppati la sua attività.
Le fasce che operano ai limiti della legalità o fuori di essa parimenti sono esentate perché lì non si parla di controlli fiscali, ma di reti e allora il discorso è diverso.
I controlli devono essere più complessi e rendono meno.
L’Organizzazione sa in partenza che la verifica meticolosa dei contribuenti onesti è più redditizia e meno conflittuale.
Lo slogan è poi semplice: solo con l’aumento delle tasse si possono offrire più servizi ai cittadini.
Il sistema consente così di trovare nuove occasioni di occupazione.
Trovar lavoro xe la me prima preocupazion” ripete Politicante che ritiene di essere veramente nel giusto perché la sua è assoluta sete di controllo.
I migliori non possono ragionevolmente convivere con i boiardi che detengono le migliori posizioni sia sul piano operativo che economico.
Politicante sa bene che deve guardarsi da molti nemici.
Primi fra tutti quelli che vogliono semplificare il sistema, localizzare le risorse in modo corretto per far crescere la comunità e per dotarla dei servizi necessari, ma hanno la miopia di volere trascurare la posizione dei boiardi.
Non capiscono che l’Organizzazione è essenziale per il paese.
La gestione dell’intero sistema serve ad aumentare il peso dei boiardi.
La semplificazione è il peggiore nemico dell’Organizzazione faraonica che tende ad espandersi e ad alimentare sé stessa prima di realizzare alcunché per gli altri.
E’ indubbio che solo creando un maggior numero di enti si possono avere migliori servizi pubblici; costituire più enti significa ottenere più posti per sistemare i boiardi e più potere all’Organizzazione.
La maggiore spesa serve solo a creare un maggior giro di ricchezza a beneficio di tutti; per questo gli ambienti più influenti apprezzano il movimentismo di Politicante anche se devono pagare il prezzo di tenersi una schiera crescente di boiardi.

Capitolo 36. Barbino.

Il boiardo incaricato è autonomo nella gestione del suo servizio, il funzionario risponde all’Organizzazione che locontrolla.
Barbino è preposto al compito di controllare dei boiardi.
E’ stato promosso sul campo perché ha dimostrato una particolare abilità.
Piccolo di statura, con un pizzetto mefistofelico, Barbino ha l’aspetto sgradevole di chi gioca con le persone.
Gli occhi di Barbino, scuri come la pece, ti penetrano nell’anima, indagatori di ogni tuo più recondito pensiero. E’ fortemente consapevole del suo enorme potere.
Sa che una sua semplice parola può innalzare alle stelle un piccolo impiegato.
Chi fino al giorno prima portava le mezze maniche per riparare i gomiti delle giacche da una preventiva usura può in un battibaleno ascendere all’empireo dei boiardi.
Come invece una semplice illazione può fare cadere in disgrazia il più importante dei boiardi e farlo precipitare al primo gradino dove deve riprendere ad indossare le famose mezze maniche.
L’arte di Barbino è quella di scegliere i suoi collaboratori.
E’ lui che seleziona incessantemente le nuove leve che possono essere i boiardi di domani.
La sua principale qualità è l’arroganza.
L’arroganza di conoscere gli fa presumere di essere competente in tutto non tollerando che nessuno gli faccia alcuna critica, anche quando sbaglia, perché la ritiene offensiva alla sua immagine.
Nel suo enclave non conta molto sapere risolvere i problemi che ti vengono affidati.
A questo provvede Barbino.
E’ una sua esclusiva competenza risolvere ogni questione di una certa rilevanza perché così esercita il suo potere invasivo che non tollera intromissioni.
L’aspetto professionale non è quindi decisivo per scegliere il collaboratore.
Questo deve essere principalmente un buon esecutore e non deve porre troppi problemi.
Il collaboratore deve essere soprattutto un suddito.
Deve semplicemente obbedire agli ordini dettagliati che gli sono impartiti.
Cosa dovemo fare oggi capo.” Rebecca, la kapò di Barbino, si rivolge a lui abitualmente così ogni mattina quando si incrociano nell’ufficio dell’Organizzazione dimostrando semmai, se ce ne fosse ancora bisogno, la sua completa sottomissione. Non deve spingere troppo le sua volontà di carriera, deve tenere conto degli equilibri che si sono cristallizzati nel tempo.
Certi fascicoli è meglio che li guardi solo Barbino, è meglio che i sottoposti non ficchino il naso in questioni che non li riguardano.
Devono solo badare a quello che è stato loro affidato: nulla di più!
E’ meglio non cercare rapporti troppo privilegiati con i capi dell’Organizzazione cui Barbino deve rendere conto.
Se uno si muove senza la necessaria discrezione e ricerca rapporti troppo diretti con i vertici dell’Organizzazione, risulta immediatamente sgradito al grande capo perché non sta al posto suo!
I rapporti diretti e confidenziali sono riservati solo a lui.
Se il collaboratore non si dimostra all’altezza del compito ed il servizio è giudicato insufficiente tanto meglio.
L’intervento dell’Organizzazione consente, infatti, la creazione di un Commissario di livello superiore che, con una modesta prebenda aggiuntiva, ha modo di affermare nuovamente l’efficienza dell'Organizzazione.
Il boiardo inefficiente non è però rimosso, perché l’Organizzazione è sempre clemente con i suoi adepti, ma semplicemente spostato ad un altro compito adeguato alle sue capacità.

Capitolo 37. Il controllo del territorio.

L’importante per un controllo capillare del territorio è creare tanti centri decisionali.
Sono Associazioni che si occupano dei più svariati problemi che interessano la comunità.
L’associazione per la cura degli stagni, l’associazione per le piste ciclabili, l’ente per il riciclo dei rifiuti, Politicante ogni giorno se ne inventa una.
La sua attività è vorticosa; anche tre cene per sera, due o tre incontri da una parte all’altra del territorio. Non c’è inaugurazione o taglio di nastro che non lo veda in prima fila.
Tutto quello che succede deve avere in lui il principale protagonista: il suo controllo spazia su tutto; l’unica cosa che non riesce a controllare sono le mosche.
Ogni tanto gli enti entrano in conflitto tra di loro.
Allora le riunioni, le commissioni e le discussioni sono necessarie.
E’ una ricchezza per la comunità questo interessamento serrato.
Poi arriva la mediazione di Politicante e tutto si risolve.
L’unica piccola difficoltà è data dal fatto che tanto interessamento, tanta documentazione e tante discussioni comportano oneri sempre più gravosi. La spesa è fuori controllo.
Politicante non si scompone: il suo segreto è la calma e la discussione fino alla nausea.
C’è qualcuno che protesta perché ci sono troppi enti.
Benissimo! Politicante organizza un convegno dal titolo interlocutorio: “Ridurre i costi per amministrare? Una scommessa perdente?”
Fra i boiardi non mancano consulenti pronti a relazionare su ogni questione. Fin troppi sono nel libro paga dell’Organizzazione.
Uno sponsor per un buffet splendido non può mancare: il successo è assicurato.
Il risultato è scontato e tutti acclamano l’utilità dell’ente: non si vuole mica licenziare?
Chi è costretto a lavorare duramente per mantenersi e arrivare alla fine del mese non ha più la voglia nemmeno di protestare. Politicante è riuscito ancora una volta a metterlo alle corde.
E’ qui che Barbino ha un’idea prodigiosa in occasione dell’approvazione del nuovo piano urbanistico.
C’è solo la continua necessità di riuscire a recuperare ancora risorse per l’Organizzazione.
La cosa sembra impossibile dopo i balzelli imposti agli enti principali per garantire ai boiardi una posizione di prestigio.
Le pressioni per acquisire la possibilità di costruire, con la trasformazione di nuove aree agricole in residenziali o industriali, sono enormi.
Il Pattona preme per ottenere, attraverso una sua immobiliare, la realizzazione a nord della città di un vasto centro commerciale, proprio a margine della strada di grande comunicazione che porta verso il capoluogo.
In quel punto la pianura è verde coltivata a granturco ed è attraversata da una roggia che corre lungo la strada.
Il Pattona intravede la possibilità di coprire tutto con una grande colata di cemento armato e offre spontaneamente una cifra esagerata a Politicante per il finanziamento delle iniziative dell’Organizzazione.
Barbino vede nel piano un’occasione di sviluppo per la città e di finanziamento per l’Organizzazione.
Inventemose un controlo del territorio co società specializate nela pianificazion.” propone.
Già Politicante intravede la possibilità di affidare incarichi prestigiosi ai boiardi e finanziamenti all’Organizzazione da parte delle società incaricate di predisporre i piani di intervento e di tutti quelli che devono realizzare interventi edilizi.
Basta fare passare tutti gli atti di regolamentazione del territorio presso le società e così si può controllare ogni più piccolo intervento.
El potere se crea col controlo” dice Barbino.
Xe vero” conferma Politicante.
Barbino si mette all’opera.
Diviene, con l’aiuto di Politicante, Presidente delle commissioni di approvazione dei progetti. Non ne scappa una. Una dopo l’altra le commissioni diventano preda di Barbino che riesce sempre ad avere i numeri per essere nominato.
Chi meglio del controllore è in grado di redigere o di fare redigere dei progetti che possano ottenere un’istantanea approvazione?
Lo staff di Barbino aumenta.
Il lavoro importante con commesse ricche, che fanno girare un vortice di denari, passa tutto dal suo studio, agli altri restano le briciole.
L’arroganza di Barbino non conosce limiti.
Xe perché i altri no xe boni de progetar” dice sfrontato.
I finanziamenti pubblici arrivano subito, se i progetti sonno firmati da uno del suo gruppo; con lui garante con ci sono più tempi di attesa.
Barbino grazie all’Organizzazione è diventato componente della Banca di finanziamento dei progetti sociali.
Basta che la richiesta sia firmata da lui che ogni aspetto legale è risolto.
La sua influenza dilaga: è dappertutto.
Il successo è strepitoso: non c’è un progetto importante che non passi dal suo studio.
Poi tocca alla pianificazione essere la preda di Barbino.
Come xe pol fare i progetti se i piani xe sbagliai” suole ripetere.
Lo studio di Barbino diventa sempre più importante, ingurgita tutto quello che può con una voracità senza pari.
Diviene in breve tempo il punto di riferimento di tutte le operazioni che hanno per intermediaria l’Organizzazione.
La sua specialità sono i cambiamenti di destinazione dei terreni.
E’ sufficiente affermare che l’area agricola confinante con quelle di espansione deve mutare destinazione ed il gioco è fatto.
Basta vedere chi sta al gioco, chi in cambio della variazione è disposto a fornire un solido contributo all’Organizzazione.
Barbino è il braccio operativo ma le indicazioni di chi privilegiare nelle operazioni spetta a Politicante.
L’unico vero regista è lui: egli tesse i rapporti con chi ha la possibilità d’intervento perché una volta realizzata l’operazione occorrono nuove risorse per realizzare.
Il progresso, l’espansione economica ed il benessere impongono un gioco complicato.
Bisogna muovere tante e tante pedine perché l’operazione riesca ed ogni pedina deve avere il suo tornaconto con soddisfazione di tutti per rendere più grande l’Organizzazione.
Ogni operazione contribuisce a rendere più evidente il successo di Politicante che tiene saldamente in mano le redini di tutte le attività.
Quasi più nessuno si ricorda delle mosche che sono sì un fastidio, ma come potere fare delle colpe a Politicante con tutto l’impegno che mette a vantaggio della comunità?
Chi ha il coraggio di schierarsi contro i boiardi per affermare delle verità evidenti ma che comportano un rallentamento dell’interventismo dilagante?  

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