lunedì 4 giugno 2012

L'affare 23-30


Capitolo 23. Le dimissioni.

Dimission... Dimission...” scandisce l’Opposizione con Naturista, Falcidia e De Contrari.
Politicante non può non trattenere un sorriso di compiacimento che per un istante tradisce la sua espressione impassibile.
Quello che lui vuole ottenere, la stessa Opposizione glielo porge su di un piatto d’argento.
Il frutto è ormai maturo e a Politicante non resta che coglierlo a suo piacere.
Il grido di battaglia della minoranza aleggia nel silenzio della sala.
Il Presidente sente che ormai è vicina la lama affilata della ghigliottina che deve decapitarlo del suo potere, del suo prestigio, di tutto quanto per lui la carica significa.
Con tutto quel fracasso messo in piedi, queste dimissioni non si presentano di certo come una base di partenza per nuovi incarichi, per nuove battaglie.
Esse rappresentano un baratro, un vuoto, un punto di non ritorno.
Il Presidente si sente barcollare.
Per fortuna è ben saldo, solo fisicamente s’intende, nella sua poltrona dirigenziale munita di due solidi braccioli altrimenti sarebbe, con tutta probabilità, piombato pesantemente sul pavimento lucido di cera.
Se ne sta lì, completamente rincitrullito ed incapace di abbozzare prontamente un atteggiamento almeno di replica.
In effetti, quell'attacco ha la potenza di un gancio destro (nel senso di provenienza, dalla destra appunto) e sinistro in combinazione con un uppercut proveniente dal centro. 
Si rende conto della sua totale imbecillità politica solo nel momento in cui i suoi avversari si stanno dividendo quel che è stato il suo potere.
E’ incredibilmente solo, abbandonato da tutti, destinato a pagare il fio di alleanze non effettuate, combinazioni non messe in essere, maneggi addirittura non pensati oltre che non realizzati.
Il Presidente è destinato a pagare la giusta punizione per non aver pensato di utilizzare forme di mobilitazione sociale nei confronti dei suoi programmi, per non aver visitato e per non essersi fatto strumentalizzare dai centri di potere, per non aver saputo sfruttare adeguatamente le forze dell'informazione.    
Tutto sommato se l'è voluta: è stato troppo ingenuo.
La Waterloo lo ha letteralmente travolto.
E’ stata una sconfitta troppo netta, troppo decisa; le forze in campo sono troppo sbilanciate: ricomporre un benché minimo equilibrio è impossibile.
Tenta di dire con un filo di voce “ Podemo rinviar la votazion.”  
Non riesce però a convincere nessuno: è come svuotato.
Questo tentativo di rinvio anzi fomenta di più gli animi dei suoi nemici, per lui le idi di marzo sono giunte.
Non ha voluto seguire i suggerimenti di Filisteo che gli ripertava
Presidente staga atento qua ghe xe trope serpi.
De Contrari incomincia di nuovo a strepitare “No se pol cambiar el destin. Cusì se scrito”,  coinvolgendo nei loro clamori anche Falcidia.
Non si riesce chiaramente a capire se stanno intervenendo a favore o se si uniscono al coro di coloro che gridano ormai a gran voce "Dimission! Dimission!".
I giochi sono quasi compiuti.
L’obiettivo di Politicante è raggiunto.
Il Presidente è l'unico cui il gran frastuono ha fatto l'effetto di far sparire la voce.
Tutti gli altri alzando il tono per farsi sentire sovrastando il crescente brusio.
Se ne sta sempre più ammutolito, sempre più in simbiosi con la sua poltrona, quasi a voler scomparire in quell'accogliente grembo.
La sua mancanza di reazione e la sua incapacità di reagire immediatamente all'avversa fortuna galvanizzano sempre di più i suoi oppositori.
Essi reclamano ora a gran voce l’acclamazione di Politicante alla presidenza.
Naturista si è alzato ed ha compiuto mezzo giro attorno alla sua poltrona, forse è questo un antico naturale gesto propiziatorio, agita le mani con foga, urlando a perdifiato.  
Non ha ancora capito che alla fine non cambierà poi molto.
Quella per l’Opposizione è una vittoria di Pirro.
Chi resta saldamente al comando del Consorzio è sempre l’Organizzazione che ha semplicemente cambiato timoniere per un giochetto tutto interno.
Il cambiamento ha rafforzato la maggioranza uscente; per l’Opposizione le cose, invece sono peggiorate
Gli uscieri, non usi a simili clamori, seguono, in verità con un sorriso ammiccante, l'intera vicenda che è grave solo per il Presidente, mentre assume, per l’osservatore esterno, il sapore di una farsa.

Capitolo 24. Il gioco dei potenti.

E’ il solito gran gioco dei potenti.
Una volta si giocava una battaglia vera che poteva insanguinare per lungo tempo la vita dei popoli.
Per uno strano sentimento di onore e di fedeltà al potente di turno gli eserciti si sgozzavano per anni; se si rifiutavano finivano lo stesso al cimitero spediti dai loro stessi compagni.
 La soldataglia guadagnava da vivere col mestiere delle armi, in più si spartiva una parte del bottino di guerra, se andava bene, altrimenti si moriva senza una vera ragione.
I veri motivi di perché si dovesse spargere tanto sangue li sapevano solo i potenti.
La sete di dominio esige il suo contributo di sangue.
Ora questi conflitti restano nei paesi poveri del mondo che ancora si scannano con guerre etniche.
Il vicino di casa diverso per razza o per religione diventa nel volgere di un mattino il peggiore nemico, in forza di un odio mai sopito. Lui deve essere annientato fisicamente, non ci sono altre possibilità, per fare posto ad altre etnie che semplicemente vogliono la sua casa e il territorio che ha occupato fino al giorno prima.
Non ci può essere mediazione, ma solo distruzione.
Nelle aree più civilizzate del mondo le parole hanno sostituito le spade e le ferite non sono corporali. Il business non consente spargimenti di sangue.
Se ci deve essere uno scontro, questo deve essere giocato lontano in terre già bruciate dal fuoco della guerra.
Il progresso ha fatto chiaramente capire che nelle aree economicamente forti è inutile sopprimere fisicamente una persona: per togliere il potere basta, infatti, più semplicemente screditare il potente; per fare questo tutti i mezzi sono leciti.
Il Presidente guarda tutto questo insolito marasma non riuscendo a capire come siano tanto sicuri di portare a termine il disegno della sua defenestrazione con i soli classici voti che l'opposizione può contare in seno al consiglio.
Crede, lui solo povero ingenuo, che la maggioranza cui appartiene lo sostenga.
No, non lo avrebbero mai abbandonato.

Se ciò proprio doveva accadere, (dal momento che i politici ritengono di essere irremovibili, una volta arrivati alla fatidica poltrona) le sue dimissioni sarebbero state concordate prima.

Magari avrebbe potuto tenere un bel discorso di commiato, ringraziando tutti per la collaborazione prestata, schernendosi degli ipotetici complimenti per la sua preziosa attività svolta e naturalmente gli avrebbero offerto un’altra poltrona perché l’Organizzazione non abbandona mai nessuno dei suoi componenti.

Non ha considerato il tapino che il gioco ha delle regole ben precise.
Chi arriva al vertice deve rispettare precise direttive non scritte. 
Non si devono mai raggiungere situazioni di tensione con la gente che possano mettere in forse l’autorevolezza dell’Organizzazione.
Bisogna cercare a tutti i costi il consenso sociale.
Se ci sono dei problemi, questi non possono essere risolti da soli, occorre cercare e trovare scelte condivise con i vertici.
Adeguarsi come bisce ad indicazioni, sapere fare marcia indietro, coinvolgere la stampa, addolcire le notizie, rilasciare interviste, smentire, attaccare con durezza chi tenta di minare la tua capacità di gestione.
Non è un gioco semplice perché qui chi comanda non è il Presidente; chi comanda sono altri.
Il Presidente deve solo fare finta di essere in grado di tenere sotto controllo la situazione  
Non importa se non si raggiungono degli obiettivi, se si producono solo chiacchiere.
Bisogna convincere che quella adottata è la migliorie soluzione possibile.
Il Presidente non ha saputo essere convincente, ha creato un malcontento dilagante, ha perso - invece di crearli - nuovi consensi, non è stato capace di sistemare nessun boiardo, non si è tenuto cari i vecchi amici né se ne è fatti di nuovi, non ha creato alcun investimento produttivo per l’Organizzazione.
Tutto quello che doveva fare non lo ha fatto.
Ha cercato di risolvere il problema magari seguendo gli indirizzi dell’Organizzazione che spinge per una lotta ecologica, ma non ha saputo tradurla con efficacia o sostituirla con abilità per ottenere i risultati che tutti si attendono.
Il Presidente va, quindi, rimosso senza alcun indugio perché la sua sola presenza è giudicata negativa.

Capitolo 25. Il nuovo presidente.

No resta che far na nova votazion.” suggerisce Politicante visto che il Presidente è stato sfiduciato.
Nelle file della maggioranza i giochi sono presto fatti.
Tutti i consiglieri dell’Organizzazione sanno che avrebbero preso le distanze dal Presidente consentendo a Politicante il cambio della guardia.
Tutti attendono la dichiarazione di voto.
Politicante chiede la parola.
E’ lui che causa il ribaltone.
Me despiase caro Presidente”  esordisce “ no se pol andar avanti cusì. Bisogna trovar strade nove per dar risposte ai nostri amighi”.
Come è possibile che Politicante, il leader più autorevole dei rappresentanti dell’Organizzazione, sia proprio lui a mettersi contro il Presidente che è un membro dell’Organizzazione?
I membri dell’Opposizione cominciano a chiedersi se dietro di lui ci siano dei consensi.
Chi sono i seguaci di Politicante?
Solo in quel momento quei consiglieri capiscono che è stato tutto pianificato.
Si tratta di un rimpasto interno dove tutto rimane come prima.
L’unica eccezione è il Presidente che viene esautorato.
L’Organizzazione può sempre costituire una valida maggioranza anche nel caso di  suo voto contrario che peraltro non può mai dare se vuole rimanere in qualche modo attaccato ai suoi amici di un tempo in attesa di una stagione favorevole.
Politicante ostenta troppa sicurezza.
L’Organizzazione ha cambiato il suo leader lì al Consorzio?
Nessuno si stupisce di quanto sta accadendo, perché in politica non si può mai dire mai.
Tutto può cambiare, non valgono valori assoluti ma solo relativi; le maggioranze possono sciogliersi come neve al sole.
Basta una leggera brezza per fare spostare i voti che contano da una parte all’altra; solo i navigatori più esperti riescono a stare sempre a galla evitando il rischio di affondare.
Politicante delinea la nuova maggioranza: sé stessoi in funzione di presidente, Commendatore, che sarebbe diventato vice presidente, Consenso, Virgineo, Speraindio.
L’Organizzazione mantiene saldamente il timone.
De Contrari, Falcidia, Naturista rimangono all’opposizione, mentre all’ex presidente non restano che le dimissioni senza clamore, se vuole essere riciclato dall’Organizzazione in un altro consiglio, mantenendo le sue prerogative che gli danno diritto ad una congrua indennità.
I giochi sono fatti e soprattutto il nuovo consiglio è certo della sua stabilità.
Non bisogna cercare nessun altro per rafforzarla.
No volemo inciuci con l’Opposizion!” ribadisce con vigore Politicante che reclama una linea di azione lineare senza commistione di ruoli.
In realtà non ci sono incarichi da dividere con qualche altro che si voglia aggregare a sostegno del nuovo consiglio; con nuovi ingressi si scombinerebbero gli equilibri e le mediazioni pesate col bilancino.
Quello che conta è il consenso che sostiene Politicante.
Su questo si può essere certi, perché lui, da navigatore esperto, ha legato i fedeli seguaci con un patto di ferro.
Un successo risicato ma che ha tutte le caratteristiche per durare perché il vincolo che lega i suoi fautori si preannuncia duraturo.

Capitolo 26. Il giornale.                               

Una notizia così merita di essere trattata nel migliore dei modi e Politicante sa come fare per presentare le notizie che lo riguardano.
Il suo attivismo è merce preziosa per il giornale locale che è sempre a corto di novità da propinare ai suoi lettori.
La concorrenza per vendere qualche copia in più con i giornali nazionali è durissima: se non ci fosse Politicante a tenere viva l’attenzione, a stringere mani, a partecipare a convegni, a promettere il suo interessamento per risolvere problemi cosa ci sarebbe da scrivere? Quali foto si possono pubblicare se non quelle che ritraggono i protagonisti della cronaca locale che si intrattengono amabilmente con Politicante
D’altronde le sue raccomandazioni hanno portato più di un suo seguace a fare parte della redazione.
E’ quanto basta per avere la sicurezza che la propria versione dei fatti sarà posta bene in evidenza senza che altri possano permettersi di avere la prima pagina e che qualche nemico sarà opportunamente oscurato.
Così l’espulsione forzata del Presidente del Consorzio diviene un normale avvicendamento voluto dalla maggioranza dei consiglieri cui, sembra, lo stesso Presidente abbia dato il suo consenso.
La cocente disfatta del Presidente è talmente addolcita che sembra quasi che sia stato lui stesso a favorire il ricambio.
I motivi sfuggono ma sicuramente per spirito di servizio deve darsi ad altri incarichi più prestigiosi visto che è così soddisfatto.
Politicante ama vincere ma non stravincere perché non c’è nulla di più pericoloso del rancore dei perdenti che si vedono anche presi in giro per la loro sconfitta.
Quindi onore alle armi e grandi celebrazioni per la precedente gestione.
L’importante è che ci sia una bella foto di Politicante in prima pagina e che il suo nome sia menzionato più volte in grassetto nell’articolo che lo riguarda.
Un particolare che Politicante ama molto;  ci vuole veramente poco per accontentarlo.
Il cronista è poi un portento perché riesce a scrivere un articolo a quattro colonne senza farti capire come si sono svolti i fatti.
Tutti i consiglieri sembrano contenti di come si è svolta l’elezione di Politicante. Non risultano esservi state tensioni.
Sembra quasi che il Presidente uscente abbia voluto favorire il ricambio per rendere più efficace la lotta contro le mosche.
L’espulsione seguita alla richiesta di dimissioni sembra quasi una promozione ad altro incarico più prestigioso.
Si sa solo che Politicante per spirito si servizio ha accolto questo nuovo incarico sperando di potere essere utile ancora una volta alla sua città.
Il rapporto con la stampa è fondamentale per mantenere una posizione di potere.
Politicante lo sa bene.
Sa che bisogna essere presenti, ma non ossessivi; conosce l’arte di accogliere le osservazioni soprattutto quelle superficiali accettando di fare autocritica; è capace di fare finta di ridere anche quando l’orgoglio ferito di chi vuole essere solo osannato lo porta a tirare dei pugni sul tavolo.
D’altronde chi si lancia in critiche non provate - ed è bene difficile documentarle se tutto è blindato a dovere - rischia grosso soprattutto nel portafoglio perché le querele per diffamazione costano moltissimo.
La sua strategia consiste soprattutto nell’assecondare la ricerca di notizie fornendo ogni sorta di informazione sui suoi spostamenti, sulle sue cene, sui suoi incontri e sui suoi saluti.
Politicante fornisce un numero così elevato di veline che mai nessuno può negargli il favore di qualche piccola omissione su cose che a lui risultano sgradite.

Capitolo 27. Le commissioni.

I consiglieri gli hanno assicurato un sostegno sicuro a questo esperimento tutt’altro che nuovo, ma idoneo a consentire la governabilità a prescindere da altri equilibri.
Politicante ha trovato subito il modo di consolidare la nuova maggioranza del Consorzio con l’istituzione di cinque commissioni con le quali tutti i consiglieri di maggioranza sono accontentati.
Le commissioni sono costituite da cinque membri di cui tre alla maggioranza quindi il risultato finale è certo.
Politicante non è poi così sprovveduto nel non riconoscere anche ai consiglieri di minoranza i loro meriti purché non si mettano a contestare le sue decisioni.
Il consigliere di minoranza capace di fare un’opposizione moderata, che consenta a Politicante di gestire i suoi affari senza troppi problemi, può aspirare anche ad essere vice presidente di una commissione.
Le commissioni trattano gli argomenti più importanti per portare in consiglio delle proposte valide e tali da orientare le future iniziative dell’ente.
Se una commissione esamina e approva le iniziative del consiglio all’unanimità, la realizzazione del progetto è, infatti, certa al cento per cento
Se l’approvazione è contrastata dall’opposizione compatta, le percentuali di approvazione si abbassano all’ottanta per cento perché Politicante è sostenuto da una maggioranza risicata ma compatta.
Solo l’infame tradimento di un consigliere dell’Organizzazione può impedire la regolare attività del Consorzio
L’abilità del presidente della Commissione è quella di giungere rapidamente a soluzioni condivise per ridurre i termini dei lavori del Consiglio ed evitare che la discussione prolunghi troppo i tempi di approvazione.
La scelta del presidente deve essere, quindi, rapportata all’importanza della Commissione.
Virgineo è preposto alla Commissione Informatizzazione.
Che nei piani di Politicante ha un effetto limitato solo rapportato all’attività interna dell’ente.
La Commissione Personale e Consulenze ha come presidente Consenso.
Chi meglio di lui può spingere per ottenere il massimo delle assunzioni possibili?
Chi può realizzare una atmosfera favorevole attorno al consorzio con un metodo esagerato di ricorso a consulenze?
L’attribuzione di consulenze è una delle attività più importanti perché serve a creare il consenso.
Tutti i membri dell’Organizzazione sono i probabili candidati, ma devono avere un particolare appoggio perché la fila dei clientes è lunga ed il percorso è ad ostacoli.
Mica si possono dare incarichi a tutti!
Quasi impossibile è l’attribuzione di consulenze ai membri dell’Opposizione soprattutto per quelli che ragionano esclusivamente con la propria testa.
Sono i soggetti più imprevedibili: non si sa mai se obbediscono alle consegne ricevute e possono arrivare a conclusioni non gradite.   

La Commissione Concorsi è quella più delicata. Ai componenti sono richieste doti di grande mediazione per non scontentare nessuno nelle assunzioni.

Non bisogna eliminare tutti i concorrenti più preparati, ma neppure escludere quelli troppo segnalati.
Anzi bisogna privilegiare costoro ma con giudizio senza trascurare dosaggi e influenze. 

La Commissione è attribuita a Sperandio.

Lui è il più vicino a Commendatore e ha nel bilancino del farmacista lo strumento di misura preferito.

La Commissione Appalti è affidata a Commendatore.
Il più sicuro e fidato di tutti nel pilotare e dirigere ogni gara.
Il più preparato sotto il profilo giuridico.
Conoscitore di tutti i cavilli capace di invalidare più volte una gara di appalto per vizi formali che lui stesso ha contribuito a costruire.
Se l’appalto è vinto da una ditta non gradita risulta abbastanza facile denunciare la regolarità della gara da parte del concorrente escluso.
Dove si è visto mai che un concorrente gradito all’Organizzazione non debba riuscire nell’intento di risultare aggiudicatario della gara?
E’ un affronto personale a Politicante che in ogni caso si paga.
I controlli si fanno stringenti e nulla è concesso fino a che il concorrente improvvido non si ritiri.
La Commissione più ricercata è quella degli Affari Generali.
La Commissione si occupa di tutto quello che viene in mente a Politicante che ne è il Presidente
Sono soprattutto i problemi più insignificanti che nelle mani dei commissari diventano i più importanti.
I viaggi di studio e di pubbliche relazioni sono le attività più amante dai consiglieri.
La Commissione ha il compito di selezionare i convegni dai temi più diversi purché si tengano in località alla moda lontane.
Cosa xe el progreso se non la posibilità de confrontarse co tuti.” Politicante è semplicemente ineffabile quando parla dell’attività della Commissione.
Alberghi da sogno, conventions da favola. Tutto a spese del Consorzio e senza alcun impegno di dare un sia pur minimo apporto all’attività di quest’ultimo.
Politicante quando parla dei viaggi di studio non si stanca mai di evidenziare l’enorme sacrificio di rimanere una settimana in India a vedere come si combattono gli insetti nella Isola di Cylon o come si affrontano le mosche ai Caraibi.
I Caraibi gli sono piaciuti moltissimo, vuole a tutti i costi aprire una sede del Consorzio a Santo Domingo.
Viene a forza trattenuto da Commendatore che ritiene l’iniziativa poco opportuna e soggetta ad inevitabili critiche.
Tutta colpa dei soliti invidiosi che non capiscono che chi si occupa degli altri per spirito di servizio deve avere qualche momento di riposo ogni tanto!
I consiglieri tornano abbronzatissimi, ma informati su tutto, da quei viaggi preziosi per la loro formazione.   
Su queste iniziative sono tutti d’accordo: sia i membri dell’Organizzazione sia quelli dell’Opposizione. Tutti partecipano con lo stesso identico entusiasmo
Nonostante il dissenso del Pattona che pensa solo a guadagnare dei soldi e non capisce come si possa perdere del tempo ad andare ad inutili convegni, l’attività della commissione è sempre intensa. L’attività che Pattona tiene soprattutto sotto controllo è quella della Commissione appalti ed in questo caso l’accordo è rispettato in pieno.

Capitolo 28. L’organizzazione.

Bisogna darse un’organizasion che tegna bota ala emergenza” tuona Politicante.
Bisogna dare subito un segnale di attivismo.
E’ necessario agire con tempestività, le decisioni devono essere prese subito dimostrare a tutti che è in grado di dare una risposta urgente ai problemi..
Ma xe robe complicate a volte no se pol decidere subito” azzarda il dott. Bianco nei rari momenti in cui si trova a cospetto del grande capo.
Tentare di fermare Politicante vuol dire intralciare la sua strada.
E’ una delle cose che lo fa andare in bestia perché chi comanda è lui ed i sottoposti devono solo eseguire.
 L’esclusione del malcapitato da ogni fase decisionale è istantanea.
L’urgenza, infatti, è la molla di tutti gli affari di Politicante, quella che consente di accorciare ogni rispetto per le procedure amministrative, che permette di trovare, magari in sanatoria, i finanziamenti e fa fare bella figura con gli elettori.
Politicante ghe xe e subito” questo è il suo motto: lo slogan vincente
I sostenitori hanno bisogno di essere accontentati subito. Le assunzioni negli enti pubblici i finanziamenti per una politica di grandi opere pubbliche, spesso di nessuna utilità, sono le promesse più facili da mantenere.
L’urgenza è di per sé sola la giustificazione alla necessità di avere più collaboratori.
Basta ottenere più finanziamenti al Consorzio per mettere in campo un imponente piano di assunzioni.
Ad esempio è un’urgenza la informatizzazione di ogni attività del Consorzio.
Con un piano faraonico approvato in un battere baleno da tutti fuorché dal precedente Presidente il personale è raddoppiato.
“Ma cosa serve l’informatisazion per combater le mosche?” chiede il vecchio timoniere.
Si vede proprio che non ha capito nulla, è ancora ancorato alla stupida credenza che l’urgenza debba essere incardinata verso un bilancio normale di utilizzo delle risorse.
Per lui i bilanci devono essere rigidamente in pareggio e si devono finanziare solo le attività necessarie.
Non coglie la differenza che esiste tra un’impresa ed un ente pubblico. L’impresa deve fare utili, mentre l’ente pubblico deve dare lavoro.
Non è necessario che l’ente pubblico garantisca la realizzazione di opere o servizi; l’importante è che realizzi una grande politica di assunzioni.
Lui pensa sempre ai bilanci e alla necessità di avere sempre una copertura preventiva. Bisogna invece decidere tempestivamente poi qualche santo provvederà.
Per finanziare questa politica della piena occupazione si può e anzi si deve andare anche in rosso..
Il dott. Bianco non capisce che dare lavoro è un’attività utile e soprattutto che il consenso si forma principalmente promettendo assunzioni.
A tutte le componenti del consiglio è stata garantita una quota per rispetto della par condicio e soprattutto per non creare già subito contrasti ad una gestione che deve filare il più possibile senza intoppi.
A tutti deve essere data la propria possibilità di fare bella figura nei confronti degli elettori coll’unico rispetto del principio della rappresentanza chi più conta numericamente deve potere assumere di più.
A garantire il rispetto di questo principio deve provvedere Sperandio, il presidente della Commissione concorsi, dopo che Consenso nella sua qualità di presidente della Commissione personale ha fissato il numero dei posti di lavoro.
Il ruolo di Consenso è delicatissimo perché sulla scorta delle segnalazioni ricevute deve procedere alle assunzioni, cercando di non superare i limiti previsti dal numero complessivo concordato e, soprattutto, non scontentando nessuno.
Il problema però non è così semplice perché i sostenitori non si accontentano di un posto qualsiasi.
No! Vogliono restare in un ufficio perché gli incarichi che comportano uscite non sono molto graditi. Poi con tutte quelle mosche in giro!!
No so miga matto! No go voia de andar a magnar mosche fora da l’uficio” ripetono incessantemente gli aspiranti ai posti messi a disposizione.
Ma cosa combina la Comision informatisazion? Cosa fa Virgineo?” le domande di Politicante esigono delle pronte risposte.
La riunione della commissione è tempestiva.
Il contributo di Commendatore è stato fondamentale.
E’ lui che ha suggerito a Virgineo un piano gigantesco pronto a dotare ogni ufficio di computer con il relativo personale che sia in grado di mettere in memoria ogni insetto e ogni suo spostamento!
E’ stato dato a tutti un lavoro qualificato, non un’occupazione qualsiasi.
Tutti sono contenti soprattutto chi è stato destinato all’ufficio stampa e pubbliche relazioni.
Quello è l’ufficio più ambito perché consente la massima libertà di movimento e richiede il minimo sforzo e poi ci sono le cene, gli incontri di lavoro in città e soprattutto fuori, con trasferte interessanti: per un incontro di lavoro si può stare fuori dall’ufficio il più possibile.
E’ un trionfo! Mai il Consorzio ha assunto così tante persone in una volta sola!
Mai tanti soldi sono arrivati in così poco tempo a sostenere i progetti dell’ente!
La nuova presidenza ha portato all’attenzione di tutti l’operato dell’ente.
I finanziamenti sono stati promessi, si tratta solo di aspettare che arrivino.
L’informatizzazione e la nuova struttura burocratica ha posto l’ente finalmente a passo con i tempi.
Sono diminuiti gli addetti al controllo esterno e quella minima attività di igiene che può contenere il moltiplicarsi delle mosche.

Capitolo 29. L’ufficio.
                                                                                 
La Presidenza del Consorzio ha dato modo a Politicante di compiere un salto di qualità.
Quella vittoria lo ha reso più sicuro, più determinato. Il successo lo galvanizza lo fa sentire invincibile sente che il suo ruolo nell’Organizzazione è destinato ad essere determinante: può osare in grande.
La prima riunione ha dato l’occasione per una richiesta di aggiornamenti dei compensi all’intero consiglio.
Per far le robe ben” ha esordito Politicante “bisogna pagar i professionisti dell’aministrazion.
Il consiglio ha approvato. Il dott. Rossi ha verbalizzato.
Lui è veramente un professionista dell’amministrazione.
E’ riuscito a far fuori il vecchio consiglio convincendo tutti della bontà delle sue scelte confuse ed illogiche. Tutti pendono dalle sue promesse che fanno dimenticare anche le peggiori alchimie.
Lui è veramente un professionista dell’amministrazione.
Bisogna promettere sempre.. poi si vedrà; se no ti prometi in politica ti se finio.” Spiega Politicante al Dott. Rossi che acconsente allargando le braccia con un gesto di piena fiducia nel suo nume tutelare: “No se pol far altro Presidente.”
Si è concesso un ufficio nuovo in un palazzo in centro.
Un palazzo in centro con un gran portale ed un odoroso giardino che dà subito idea della potenza dei residenti in quella reggia.
L’arredamento è stato scelto personalmente da Politicante. Ha preteso solo mobili Luigi XIV tavolo e poltrona maestosa per lui e sedie in stile, ma sicuramente meno importanti, per gli altri ammessi alla sua presenza.
Non manca una specchiera dorata dove potersi ammirare e congratularsi con sé stesso per i risultati ottenuti
Chi abita qua” dice compiaciuto ai suoi collaboratori “pol prometar qualunque cosa che tuti ghe crede.”
C’è fin dal primo giorno di apertura una schiera di questuanti che affollano l’anticamera.
Tutte le categorie sociali, tutti i suoi concittadini dai più umili a i più potenti , anche i religiosi, fanno pazientemente la coda per essere ricevuti.
Non c’è richiesta di assunzione, di finanziamento agevolato o a fondo perduto o pratica di pensione che Politicante non ascolti e non annoti accuratamente nelle sue schede che sono la sua forza.
Le aveva anche prima ma ora lo schedario diventa sempre più voluminoso.
E’ la forza della politica la schedatura degli iscritti e dei simpatizzanti.
Le schede sono come il portafoglio ordini di un'azienda: sono la promessa del futuro successo alle prossime iniziative politiche.
El consenso se ciapa cusì” spiega trionfale Politicante al dott. Rossi.
Più schede uno ha e più sono i voti che, all’occorrenza, si possono mettere sulla bilancia nelle trattative più importanti in seno all’Organizzazione per avere più potere nell’organigramma della politica.
Politicante le ripone accuratamente nell’armadio ottocento con quattro ante che mostrano una bella fiammata di noce.
E’ stato un lusso che si è concesso dopo avere affittato l’ufficio nuovo. E’ il segno che è cambiato qualcosa sostanzialmente nella sua vita politica.
Nessuno esce scontento dai suoi appuntamenti.
Politicante sa ascoltare, sa promettere e soprattutto sa intervenire al momento opportuno.
I suoi collegamenti con il centro funzionano.
La sua segreteria è perfetta come quella di un manager di una grande industria.
I suoi intereventi non costano nulla per le raccomandazioni normali: è il santo protettore dei poveri cristi.
Per le pratiche più importanti, invece, c’è un contributo del 5% dell’affare. Se si vuole realizzare un intervento edilizio e vi è un ostacolo basta un contributo è il gioco è fatto, tutto si appiana, le difficoltà spariscono, le attese sono solo un ricordo; se si vuole ottenere un finanziamento basta corrispondere il 5% e subito arriva il contributo e non servono più garanzie, documentazioni integrative, noiose fideiussioni.
Le banche fanno a gara per aprirti delle linee di credito

Capitolo 30. Il grande intrigo.         
           
La crescente ambizione di Politicante richiede la necessaria espansione del Consorzio. L’ente non è più in grado di assorbire le richieste di assunzioni che i clientes tutti i giorni gli sottopongono.
Occorre inventare una maggiore richiesta di servizi pubblici per creare occupazione.
Ogni emergenza deve diventare occasione di impiego. 
Naturalmente le attività da svolgere devono essere le più elementari e poco faticose per essere appetite dalla folla che tutti i giorni gravita nell’ufficio di Politicante.
L’economia reale che crea beni e servizi viene affiancata dall’economia dei servizi fittizi, retta sulle sovvenzioni.
Non è semplice creare un intrigo immaginario inesistente.
Innanzitutto occorre non avere alcuno scrupolo. Bisogna essere megalomani per credere che un impero possa reggersi su fondamenta di carta e sprovveduti per ritenersi dei manager nel creare strutture prive di un reale utilità che abbisognano di continue iniezioni di fondi.
Il compenso è il ringraziamento degli adulatori che per uno stipendio fisso venderebbero l’anima al diavolo.
Il gioco ha radici antiche e Politicante lo sa bene.
“Al Popolo bisogna darghe panem et circenses”
Non erano gli stessi Romani che garantivano al popolino pane e giochi del circo, per ingraziarselo?
Lui ha solo aggiornato la formula dando al popolo dei suoi elettori la possibilità di campare senza ingegnarsi molto.
Bisogna essere incoscienti per pensare che il meccanismo possa reggere all’infinito.
Finché il gioco funziona c’è, però, il potere che dà la sensazione più inebriante.
Tutti ti considerano un essere speciale.
Tutti ti ossequiano e fanno a gara per mostrarsi disposti ad esaudire ogni tuo desiderio.
Se si vuol essere il nuovo amministratore vi è la necessità di trovare il meccanismo perfetto, la formula che consenta di gestire al meglio l’occupazione per lavori inesistenti.
Appesantire gli organici non è così semplice.
Le attività devono essere elementari e se c’è bisogno di tecnici specialisti nella disinfestazione si possono benissimo assumere addetti stampa e alle pubbliche relazioni o addetti alla pulizia delle aiuole
L’importante è riuscire a soddisfare le esigenze dei possibili elettori.
Non bisogna porsi troppi problemi ed in questo Politicante è un maestro.    
La presidenza della Commissione informatizzazione attribuita a Virgineo è stata un vero colpo di genio.
Virgineo, infatti, crede in maniera esagerata alla informatizzazione: per lui non è uno strumento per rendere più semplice il lavoro ma è proprio una filosofia di vita secondo la quale la informatizzazione è la panacea di tutti i mali.
Chi meglio di lui che ci crede può essere il presidente della Commissione?
Chi può spingere in maniera esagerata lo sforzo di elaborare elettronicamente i dati in possesso del Consorzio?
Gli occhi di Politicante brillano di gioia quando Virgineo gli comunica che il suo piano di assunzioni per dotare il consorzio del più moderno e completo ufficio è passato all’unanimità compresi i finanziamenti per le attrezzature necessarie.
La parola modernizzazione ha un effetto magico: nessuno si sente in diritto di combatterla.
Il piano e smisurato prevede postazioni di rilevamento e monitoraggi continui.
Il flusso di dati da gestire da parte del consorzio, per dare il maggior numero di informazioni, è enorme.
Nessuno si è posto la questione se in concreto il rilevamento consenta di combattere il flagello delle mosche perché i problemi non si possono risolvere tutti in un colpo solo!
Poi cosa ci sarebbe da fare?







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