mercoledì 21 dicembre 2011

Perequazione 6/12/2011

La dottrina definisce la perequazione la possibilità data al proprietario di un lotto di potere trasferire liberamente la superficie lorda d’uso, generata dall’indice fondiario indicato dal piano urbanistico, a patto di cedere al comune l'area da destinare ad attrezzature o a finalità pubbliche.
Secondo un indirizzo della giurisprudenza la perequazione adottata –  nel caso di specie dal Comune di Roma - non è conforme alla legislazione vigente e contrasta con i principi costituzionali di proprietà e legalità dell’azione amministrativa. T.A.R. Lazio Roma, sez. II, 4 febbraio 2010, n. 1524, in Giur. merito , 2010, 12, 3143.
Nella specie, il g.a. ha ritenuto illegittime le misure compensative previste dal p.r.g. del comune di Roma, consistenti nella cessione di aree  per violazione dello statuto del diritto di proprietà.
È illegittima anche  la previsione nelle N.T.A. di un piano regolatore di un contributo edificatorio straordinario, "a priori" quantificato sia nella quota di maggiorazione di edificabilità che ne costituisce la base sia nell’individuazione della misura minima; si tratta, infatti, di atto a carattere normativo, in contrasto con la riserva di legge prevista dall’art. 23 cost.
Il Consiglio di Stato ha successivamente ribaltato la decisione del T.A:R: Cons. Stato, sez. IV, 13 luglio 2010, n. 4545, in  Riv. giur. edilizia , 2010, 5, 1541.
Il giudice amministrativo ha confermato l’istituto del contribuito straordinario in base al quale gli aumenti di valore immobiliare determinati da decisioni urbanistiche devono tornare in quota prevalente (2/3 secondo il p.r.g.) alla città affinché siano realizzate opere e servizi pubblici.
Parimenti è stato ritenuto legittimo  il principio della cessione compensativa in base al quale vengono conferiti al Comune, senza aggravio di spesa, i terreni necessari a realizzare servizi pubblici e aree verdi per i quartieri.
Il ricorso a modelli privatistici per finalità di interesse pubblico secondo il Consiglio di Stato non rappresenta un ibrido tra l’espropriazione e la conformazione, ma rientra nell’esercizio della potestà di pianificazione del territorio.
N. CENTOFANTI, Diritto di costruire. Pianificazione urbanistica. Espropriazione, Giuffrè Milano 2010, 88.

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